rosone

16 Febbraio 2013 - Seminario sulle nuove povertà materiali e non materiali

“Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera sé stesso senza essere “superato”. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.” A. Einstein 1930
 
 
Sabato 16 Febbraio , a Villa Nazareth, si è tenuto il seminario sulle “Nuove povertà, materiali e non materiali”, derivanti dalla crisi socio-economica che stiamo attraversando e che sta cambiando il volto delle nostre comunità.
   Il Seminario fa parte di un percorso della Scuola socio-politica realizzato dal Centro San Rocco e dall’Ufficio della Pastorale del Sociale e del Lavoro che ha previsto Lectio Magistralis e laboratori sulla tematica della “Crisi”.
    Esso si pone alla conclusione delle attività di un anno dell’Ufficio ed ha inteso interpretare e far emergere le caratteristiche delle nuove povertà rilevate attraverso un questionario diffuso nel territorio diocesano. Il questionario ed il seminario, in questo momento di individualismo reso ancora più forte dall’insicurezza e dalla paura di perdere ciò che si ha ( lavoro, benessere, relazioni etc), sono stati uno stimolo a guardarsi intorno, ad aprire la mente ed il cuore per far convergere “l’agire” in dimensioni di carità non ancora sperimentate, che possono sembrare insormontabili, ma che appartengono alla quotidianità.
 
Disorientamento, vulnerabilità, solitudine, sono i sentimenti presenti nella nostra comunità
La relazione di Massimiliano Colombi, “I volti nuovi delle povertà uno sguardo alla nostra comunità in cambiamento”, proponendo uno sguardo globale delle povertà nel nostro territorio nazionale, sottolinea il fatto che le grandi paure derivano dalla mancanza del lavoro e dal percepire un grande senso di <<contrazione>> nelle scelte quotidiane, mentre cresce nella popolazione la rabbia nei confronti della classe dirigente ( politica, sociale , economica). Di fronte alle rilevazioni del Censis sulle disuguaglianze sociali nel nostro paese , si dà risalto alla stereofonia di questi giorni del Papa e del Presidente della Repubblica che incitano ad operare in modo da ridurre tale disuguaglianza anche nell’ esercizio dei diritti umani e costituzionali.
Nella lettura dei dati del nostro questionario, Massimiliano Colombi rileva soprattutto un sentimento trasversale di “vulnerabilità”. Il lavoro non riesce più a mantenere la sua integrazione sociale ed un futuro sicuro, spaventano le malattie dei genitori, le separazioni. La fatica è più evidente nelle famiglie che hanno due figli, in quelle monogenitoriali e nelle famiglie straniere. I problemi del lavoro sono spesso drammatici e, soprattutto per i giovani (30-35 anni), le esperienze e le storie dei genitori non sono più di aiuto. La Chiesa non viene percepita come qualcosa che mi cammina accanto; emerge anche la disuguaglianza sociale.
D’altro canto si osservano anche altri dati: a) le attese ai livelli di consumi sono troppo elevate, b) non conosciamo più chi ci abita vicino, l’altro è uno sconosciuto. c) incapacità di percepire noi stessi come artefici di un futuro diverso.
Come tornare allora a far percepire un essenziale nel momento in cui la mobilità sociale degli anni passati non c’è più?
Il triangolo del rischio che vede ai tre vertici la situazione economica, l’uso di tecnologie nella sostituzione dell’uomo e le limitate relazioni sociali può comunque essere indicativo di un nuovo modo di ricostruire il sociale: le comunità, a partire proprio dai rischi, devono ripensare il proprio funzionamento e vedere nei servizi uno strumento importante per leggere le problematiche.
 
 
Uno sguardo globale per ripensare il futuro
In un secondo momento Franco Amicucci ci ha presentato alcuni dati di situazioni globali che incidono sul futuro prossimo.
 Il primo ed anche più importante indicatore ci viene dagli studi demografici, i quali rilevano che la popolazione mondiale dall’inizio del ‘900 al 2050 passerà da I,60 a 9,3 miliardi con evidenti problemi ambientali, di consumi, di emarginazioni nelle megalopoli; inoltre mentre le popolazioni in via di sviluppo crescono,nel mondo occidentale, specialmente in Italia, il trend è completamente capovolto: la popolazione diminuisce ed invecchia.
   Le nuove tecnologie avanzano, ci possiamo collegare con il resto del mondo in pochi minuti; acquisiamo sempre più due identità quella globale e quella locale. Grandi sono i vantaggi per la cultura ma c’è una grande difficoltà nell’armonizzare gli stili di vita delle persone, tra reale e virtuale, lusso ed essenzialità,esperienze intime e grandi eventi,etc… Nello stesso tempo le tecnologie e la ricerca scientifica pongono problemi etici non indifferenti perché proiettati a risolvere ogni problematica della vita umana quasi a volerci assicurare che non dobbiamo più paragonarci con il “limite”.
 Anche il mondo del lavoro in Europa ed in particolare in Italia sta cambiando: dal lavoro industriale produttivo a quello dei servizi che però ancora non è ben organizzato.
 In questo quadro la scelta degli stili di vita si impone non solo a livello individuale , frutto di un discernimento personale , ma come problematizzazione socio-culturale, come cambiamento per <<riallestire un sociale>> così come ci indicava Massimiliano Colombi nella sua riflessione.
 
La “ virtù della temperanza”, per uno stile di vita sobrio e sapiente ,viatico per le future generazioni e risorsa per il cambiamento
 Nel terzo momento del seminario, Padre Natale Brescianini, monaco camaldolese, ci invita ad una riflessione sulla Virtu’ della Temperanza coniugandola proprio con i nuovi stili di vita.
 “LA VIRTU’ è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. Essa consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé. Con tutte le proprie energie sensibili e spirituali la persona virtuosa tende verso il bene; lo ricerca e lo sceglie in azioni concrete” (CCC 1803) .“LA TEMPERANZA è la capacità di soddisfare con equilibrio e moderazione i propri istinti e desideri”(CCC 1809)”; padre Brescianini invita a riflettere sul fine ultimo dell’esistenza che viene definito da Genesi 2,15 :“Dio pose l’essere umano nel giardino perché lo coltivasse e lo custodisse”. Il giardino da custodire è la vita quotidiana, non è un giardino da consumare, ma da custodire, la natura non è una risorsa, ma è la nostra casa. Se inquiniamo non è la terra a soffrire , ma è l’uomo che la abita che soffre e muore.
“….E Dio disse : non è bene che sia solo”…; nella Genesi c’è la chiamata universale alla relazione con noi stessi, con gli altri, con la creazione tutta e con Dio. Si può declinare la Temperanza nelle relazioni chiedendoci se ci conosciamo veramente,se preferiamo apparire che essere,se rispondiamo a canoni che arrivano da fuori (società, pubblicità..), quale idea di bellezza ci guida.
Se nelle relazioni con gli altri esprimiamo convivialità, Alterità, Condivisione,Solidarietà, Sussidiarietà, Responsabilità, Fratellanza,Globalizzazione Spirituale.
Dove vivere la temperanza? Ci viene indicato che una società come la nostra deve riflettere almeno su due punti di partenza: 1)Non tutta la crescita è sviluppo; 2) Non tutta l’occupazione è lavoro.
 La Caritas in Veritate ci indica che il lavoro e lo sviluppo sono per l’uomo, anzi per tutti gli uomini: ma oggi il lavoro è diventato appannaggio di poche persone che esercitano più lavori senza averne il tempo e per i quali sono troppo remunerati. Anche lo sviluppo nella nostra società ha creato distorsioni e drammatici problemi. La temperanza ci permette di scegliere di vivere in sobrietà tutti, non solo guardando noi stessi ma anche guardandoci intorno.
La promozione dello sviluppo energetico e l’economia possono essere luoghi privilegiati per esercitare la temperanza: non si tratta di ragionare su come produrre energia, in quanto è l’universo stesso che ce la offre, ma come dare modo a tutti di consumarne di meno; per questo le nuove tecnologie sono importanti ma tutti dovrebbero poterne usufruire, né ci deve essere una lotta tra profitto e no-profit, ci vogliono tutti e due, ma bisogna che il profitto sia uno strumento, non un fine!
Mons. Conti : come la Chiesa diventa diaconia per l’uomo
Riprendendo gli imput di padre Brescianini, il nostro Arcivescovo Mons. Conti ci riporta nella casa di Betania , nel momento in cui Maria unge con il profumo i piedi di Gesù; il gesto di Maria aggiunge un plusvalore a quella povertà che mentre si esprime come bisogno, si trasforma in cibo, in offerta di pane e di vita. Quella consacrazione conferisce all’uomo Gesù , che proprio in quanto è uomo è un povero, la dignità di un re. 
Dall’immagine della casa di Betania si desume la vera diaconia della Chiesa che è dono di sé per l’umanità. In questo senso il nostro Arcivescovo ci invita, come Maria, ad essere anzitutto cuori che ascoltano, testimoni del Signore.
 Dalla Comunione con Lui scaturiranno le “opere” della Chiesa che, lontano dall’essere risoluzioni a tutti i problemi, sono segni ,luce, sale e lievito per l’umanità intera. In questo senso viene indicata anche la sostituzione della parola“ volontariato” nella Chiesa: in essa esiste “ il dono di sè”; la Chiesa è la nostra casa e in casa si vive anzitutto con gli affetti, le relazioni, nell’ascolto e nel prendersi cura l’uno dell’altro; suo compito è quello di “ungere i piedi” a questa umanità povera, è dare accoglienza, aprire la nostra mensa, sopperire ai bisogni essenziali del corpo e del cuore ed essere segni di speranza.
Anche per questo ci viene annunciato dal Vescovo che la “ Caritas Diocesana” aprirà “ il villaggio del sorriso” dove i poveri potranno essere accolti con dignità.

Compito delle Istituzioni è di instaurare e mantenere la giustizia sociale in garanzia dei diritti costituzionali di ogni cittadino.

 

Scarica la presentazione dei risultati del questionario sulle nuove povertà

Eventi dalla diocesi

20 aprile 09:00 - 12:00

A Villa Nazareth

21 aprile 16:00

Tutti i giovani della Diocesi sono invitati nella cripta della Cattedrale per un momento di condivisione e confronto

09 maggio 19:00 - 20:30

In Seminario

03 giugno - 07 giugno
04 agosto - 10 agosto

Copyright 2009 Arcidiocesi di Fermo - info@fermodiocesi.it | pec: economato.diocesifermo@legalmail.it | Redazione | Contattaci | Cookies / Privacy Policy

Arcidiocesi di Fermo: C.F. 90006790449 - Via Sisto V, 11 - Tel: 0734.229005