rosone

La Pastorale dei Problemi Sociali, del Lavoro, Giustizia e Pace nella nostra Diocesi

 

L’attività dell’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali, il Lavoro, la Giustizia e la Pace, costituito da sua eccellenza Mons. Arcivescovo con decreto del 4 ottobre 2008, è giunta in queste ultime settimane quasi all’epilogo di una iniziativa che aveva avviato circa un anno fa.
Se volessimo però proprio partire dall’inizio, dovremmo dire che tutto era iniziato nell’estate del 2007 quando lo stesso Arcivescovo mi aveva pregato di partecipare, insieme ad alcuni amici ritenuti sensibili ed interessati alle questioni in calendario, in rappresentanza dell’Archidiocesi, al Convegno Nazionale di Pistoia / Pisa che si sarebbe tenuto dal 18 al 21 Ottobre successivi in occasione del centenario commemorativo della prima settimana sociale della Chiesa Italiana.
Vi prendemmo parte in 5 non del tutto consapevoli dei risvolti che quella nostra presenza avrebbe dovuto assumere secondo le intenzioni di Sua Eccellenza.
E’ così che nei mesi successivi, anche attraverso incontri ripetuti e chiarificatori di intenzioni, di confronto e di scambio di vedute sulla realtà economico/sociale/politica del momento storico presente, ci siamo trovati dentro al progetto dell’Arcivescovo di costituire un ufficio che tentasse di muovere qualcosa in questo settore nel quale, egli diceva, la nostra Archidiocesi è praticamente assente.
All’inizio con perplessità, riserve e persino con qualche resistenza, forse anche poco gentile e addirittura, in qualche caso, poco educata, almeno da parte mia, - di cui ora chiedo scusa -, e poi consapevoli che quello che poneva l’arcivescovo è un vero problema, che bisognava essergli riconoscenti per la sensibilità che mostrava nei confronti della questione sociale, intesa in senso ampio, e che era dovere, e non favore, rendersi disponibili, si è costituito un piccolo gruppo,quasi una specie di comitato.
Esso si è riunito più volte, ha organizzato incontri, ha riflettuto anche con l’aiuto di esperti, ha progettato e realizzato iniziative locali, ha cercato soprattutto di favorire e suscitare interesse ed attenzione per le problematiche sociali che caratterizzano il territorio e le popolazione della nostra Archidiocesi, che si struttura secondo ambienti geografici e collocazioni demografiche piuttosto differenziate.
Ci siamo resi conto che il primo obiettivo da perseguire era quello di conoscere, di avere consapevolezza, sapere concretamente qual è la realtà sociale, nella quale siamo immersi.
E’ nata così l’idea di costituire dei gruppi di ascolto in diversi luoghi del territorio diocesano, scelti in modo che fossero rappresentativi delle differenziate realtà sociali,impegnandoli, in una prima fase, a fare quasi un lavoro di rilevazione dei dati più significativi al fine di caratterizzarlo socialmente.
Dagli ultimi mesi del 2008 ad oggi, questi gruppi , guidati da animatori preparati in specifici incontri, con l’ausilio di questionari approntati da Franco Amicucci e coordinati da Anna Rossi, stanno aggregando persone di differenziata estrazione sociale ed età, ma prevalentemente giovani.
Gli animatori propongono, ascoltano, raccolgono pareri, registrano desideri, necessità su aspetti della vita pratica delle persone, che ci sembrano più significativi per comprendere quali sono i disagi e le aspettative più impellenti, e che vanno dalle realtà del lavoro e alle condizione giovanile.
Così, mentre si qualificano delle persone, gli animatori, ad essere leader e guida, si costituiscono anche dei gruppi che dovrebbero continuare ad operare nel territorio e ad essere punto di riferimento per una coordinazione diocesana di eventuali iniziative e programmazione pastorale nel tempo.
I dati che stiamo raccogliendo saranno oggetto di analisi e di studio da parte di esperti sociologi, ma per noi la finalità ultima va oltre la valutazione sociologica; si tratta di conoscere per operare, per evangelizzare il mondo umano in mezzo al quale viviamo. In seguito saranno offerti alla conoscenza pubblica i risultati della nostra indagine, ma sarà l’occasione per la Chiesa Fermana di interrogarsi e di programmarsi anche per una pastorale dei problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace, nel confronti dei quali, notava giustamente e con sensibilità pastorale il nostro Arcivescovo, siamo praticamente sprovveduti.
 
               
Don Paolo Bascioni

 

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