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La crisi globale: natura, cause e prospettive

interessante convegno a Penna San Giovanni

Convegno Penna San GiovanniSabato 12 settembre con la collaborazione del Centro Studi Colucci, l’Università di Macerata e l’Ufficio della Pastorale del Lavoro si è tenuto a Penna S. Giovanni un convegno sul tema: “ La crisi globale: natura, cause e prospettive.”

 

Il Convegno si è snodato sul fil rouge della ricerca della verità nella crisi economica di questo tempo.

Si è cercato di rispondere all’esigenza di chiarezza per poter leggere tra le pieghe di questa crisi.

Molte sono state le domande poste ai relatori da don Paolo Bascioni, presidente del centro studi Colucci che ha introdotto il convegno e ne ha moderato lo svolgimento:

Che cosa significa crisi globale, quali le ragioni che l’hanno determinata?

Si tratta di una crisi economica o finanziaria e che cosa significa?

Esiste una responsabilità di questa crisi, è vero che è stata l’economia americana a produrla e poi l’America l’ha scaricata anche nel resto del mondo?

Quali le responsabilità del sistema bancario nel generarla e nel modo di gestirla?

E’ vero che la situazione italiana è meno grave di quella di altri paesi ad economia avanzata e per quale ragione?

E’ vero che a livello mondiale stiamo uscendo dalla crisi, ed è vero che la ripresa sarà lenta ed in particolare per l’Italia i tempi saranno più lunghi e la ripresa meno consistente che negli altri paesi.?

 E’ vero che le banche hanno ricevuto tanto dal governo e niente restituiscono alle imprese medio-piccole?

 

Il difficile compito di fare chiarezza è stato affidato al primo relatore Sergio Sgarbi economista già responsabile del punto di contatto nazionale per le imprese multinazionali in sede OCSE .

Egli ha diviso la sua relazione in due parti:

- nella prima parte ha descritto alcune cause della crisi finanziaria mondiale, citando tra tutte le cartolarizzazioni ( vendita di pacchetti di crediti tra Istituti finanziari) e le speculazioni finanziarie con il risultato che le banche non hanno più liquidità. Ha anche precisato i rapporti tra Stati Uniti e Cina sottolineando che si è permesso a quest’ultima di entrare nel WTO ( World Trade Organization) pur non rispettando parametri etici minimi riguardo il mercato ed il lavoro ( condizioni disumane dei lavoratori, inesistenza dei parametri di sicurezza dei prodotti etc..). Tali rapporti, obbligatori per gli Stati Uniti perché indebitati con la Cina, creano disagi anche nella nostra Europa che si trova a fronteggiare sul mercato prodotti a prezzi minimi e all’interno dei Paesiil desiderio del mondo imprenditoriale di delocalizzare le industrie dove non esistono regole e tutele per i lavoratori, ciò a danno dell’occupazione.

Nell’analisi dei fattori che rendono la crisi anche più severa il Prof. Sgarbi ha incluso anche una caratteristica psicologica dell’uomo di questo tempo che, non riuscendo a leggere razionalmente nei movimenti finanziari, si affidaper i propri investimenti ai consigli degli agenti finanziari che si muovono secondo le indicazioni delle banche e l’individualismo che impedisce lo stabilire sinergie tra le risorse di un territorio.

Nella seconda parte suggerisce alcune linee di condotta che aiutino a creare prospettive e presupposti in Italia per delle soluzioni a lungo termine.

Rispondendo alle domande poste all’inizio del convegno, egli afferma che la difficoltà più evidente per l’Italia è il non voler investire sullo sviluppo e sulla ricerca ed il non dare la giusta attenzione all’istruzione come avviene nel resto dell’Europa.

Le vie da percorrere indicate per poter aprire nuove prospettive sono per lo più indicazioni sociologiche:

·       la stabilizzazione dei rapporti di impiego, che genera affezione all’azienda,

·       le piccole imprese dovrebbero tendere a diventare medie imprese superando la caratteristica di impresa familiare e superare l’individualismo creando tra loro reti e sinergie perché nelle aziende ci sono segmenti di attività comuni che permettono di condividere sforzi e vantaggi.

              A questo proposito cita “ Marshall “quando parla dei vantaggi delle reti tra piccole 

 imprese in un territorio.
  • Gli istituti finanziari dovrebbero attuare analisi settoriali e sostenere le imprese più serie con reali possibilità di sviluppo

Il prof. Sgarbi lancia l’idea di una analisi sociologica sulle industrie delle Marche per poter realizzare una raccolta dati su cui poter lavorare ed individuare nuove vie da intrarprendere.

 
 

Tra le risorse del territorio…. una Fondazione

Convegno Penna San GiovanniIl secondo relatore Franco Gazzani presidente della fondazione CARIMA ha illustrato il ruolo,i compiti e le opere della Fondazione nel territorio maceratese e fermano, ciò a dimostrare come gli istituti finanziari radicati nel territorio si sentano direttamente ed attivamente coinvolti nell’affrontare le emergenze della crisi.

Franco Gazzani ha descritto la distinzione di status e di funzione tra la Banca e la Fondazione realizzata dalla legge Amato del 1994; la Fondazione è la proprietaria della Banca, che è una SPA .

La Banca realizza una attività economica, la Fondazione ha il compito di investire sul territorio ed investe nella sanità donando strumenti e mezzi agli ospedali, nell’arte creando ricchezza e posti di lavoro con i restauri ,nel turismo , sugli anziani….

Per lo sviluppo economico la Fondazione finanzia progetti provenienti da terzi (ad esempio lo studio di fattibilità per il quadrilatero), stringe patti con la Camera di Commercio eseguendo studi di fattibilità per avere fondi europei; realizza anche progetti propri come Herbaria, Tutto in gioco ed ora si sta interrogando e sta entrando nelle grandi opere, nell’edilizia per aiutare a superare la crisi… quindi la Fondazione è protagonista.

 
 

Un ulteriore contributo di chiarezza da parte di una imprenditrice

 

Questa crisi finanziaria si caratterizza comunque anche come crisi economica e dell’impresa;

il Convegno ha cercato di contribuire a leggere meglio nella crisi che riguarda il nostro Paese coinvolgendo una imprenditrice del nostro territorio.

Il moderatore Paolo Bascioni, introduce le domande all’imprenditrice Rosaria Ercoli leggendo ciò che dell’impresa dice l’enciclica di Benedetto XVI “ Caritas in veritate” ed invitandola ad esporre le difficoltà, le emozioni, le condizioni con le quali quotidianamente si deve confrontare nel dirigere la sua azienda.

 
Da” Caritas in veritate”
 
 
 

40.Le attuali dinamiche economiche internazionali, caratterizzate da gravi distorsioni e disfunzioni, richiedono profondi cambiamenti anche nel modo di intendere l'impresa. Vecchie modalità della vita imprenditoriale vengono meno, ma altre promettenti si profilano all'orizzonte. Uno dei rischi maggiori è senz'altro che l'impresa risponda quasi esclusivamente a chi in essa investe e finisca così per ridurre la sua valenza sociale. Sempre meno le imprese, grazie alla crescita di dimensione ed al bisogno di sempre maggiori capitali, fanno capo a un imprenditore stabile che si senta responsabile a lungo termine, e non solo a breve, della vita e dei risultati della sua impresa, e sempre meno dipendono da un unico territorio. Inoltre la cosiddetta delocalizzazione dell'attività produttiva può attenuare nell'imprenditore il senso di responsabilità nei confronti di portatori di interessi, quali i lavoratori, i fornitori, i consumatori, l'ambiente naturale e la più ampia società circostante, a vantaggio degli azionisti, che non sono legati a uno spazio specifico e godono quindi di una straordinaria mobilità. Il mercato internazionale dei capitali, infatti, offre oggi una grande libertà di azione. È però anche vero che si sta dilatando la consapevolezza circa la necessità di una più ampia “responsabilità sociale” dell'impresa. Anche se le impostazioni etiche che guidano oggi il dibattito sulla responsabilità sociale dell'impresa non sono tutte accettabili secondo la prospettiva della dottrina sociale della Chiesa, è un fatto che si va sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione dell'impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunità di riferimento. Negli ultimi anni si è notata la crescita di una classe cosmopolita di manager, che spesso rispondono solo alle indicazioni degli azionisti di riferimento costituiti in genere da fondi anonimi che stabiliscono di fatto i loro compensi. Anche oggi tuttavia vi sono molti manager che con analisi lungimirante si rendono sempre più conto dei profondi legami che la loro impresa ha con il territorio, o con i territori, in cui opera.

 
 

L’imprenditrice tratteggia l’impresa, riferendosi all’arte rappresentata nel teatro che ha fatto di cornice all’intero Convegno, come la creatura artistica dell’imprenditore, che la fa grande non da solo ma grazie a tutta l’organizzazione presente.

Sottolineando più di una volta che l’impresa è di tutta la squadra che l’imprenditore ha vicino, esprime la necessità che essa sia apprezzata dalle istituzioni e dal territorio.

Afferma che la crisi è un momento di cambiamento, e chi non riesce a star dietro a ciò che cambia , probabilmente soccombe; spiega che si sono vissuti momenti in cui le materie prime per effetto della speculazione finanziaria hanno oltrepassato qualsiasi limite di valutazione, poi, a fine 2008 ed inizio 2009, tutto scende, non c’è più mercato, nessuno vuole più niente, le materie prime sono scese a livelli minimi e ,non interessando più i produttori, sono scarsamente reperibili.

E’ molto importante non lasciarsi scoraggiare e guardare dentro l’azienda per trovare in essa risorse di ogni tipo: economiche ed umane.

Il fatto che nella sua azienda nel tempo si è sempre impostata una politica di patrimonizzazione dell’impresa ora fa sì che non si abbia bisogno di liquidità e nello stesso tempo aver consolidato un rapporto di squadra con tutti i dipendenti in modo che tutti si sentano protagonisti e che le risorse aggiunte vengano divise tra gli stessi, fa sì che nella crisi tutti si uniscono per superare al meglio i momenti difficili.

La signora Rosaria, riferendosi ai suggerimenti dati dall’economista, conferma l’importanza che ha per la sua azienda, fare rete con altre risorse del territorio, soprattutto perché le Banche non stanno aiutando le piccole imprese ma neanche le medie, per la mancanza di liquidità e perché le sovvenzioni date dal governo hanno un tasso d’interesse molto alto.

Se leggendo nella relazione dell’economista abbiamo visto il desiderio di aiutare ad uscire da questa crisi evidenziando non solo il fattore economico, ma anche quello culturale ed umano, nella relazione dell’imprenditrice ci hanno sorpreso e ben disposti le domande che in questo tempo di gravi preoccupazioni per l’azienda pone quotidianamente a se stessa, vogliamo proporle così come ci sono state raccontate, come strumento di riflessione per tutti noi.

 

-In questo momento di crisi io comunico di più o di meno con chi mi sta vicino?

- C’è più trasandatezza o precisione nell’affrontare un problema?

- Mi sono occupata più delle persone o delle procedure?

- Mi sono spesa di più per parlare con le persone o mi sono fermata dietro la scrivania?

So che se rispondo positivamente a queste domande sto affrontando bene la crisi, se rispondo negativamente non la sto affrontando.

 
 

A conclusione del Convegno c’è stato l’intervento del Prof. Diego Poli dell’Università di Macerata; egli ha richiamato l’importanza della dimensione etica anche nell’economia; afferma che l’etica non produce frutti e tornaconti immediati, sicché può sembrare inutile o improduttiva; ma a lungo termine ci si rende conto che l’etica è quella che cambia strutturalmente e radicalmente la realtà, solo l’etica, ha detto il prof. Poli, è in grado di fondare la speranza in un mondo migliore per il futuro ed anche più giusto dal punto di vista di rapporti tra povertà e ricchezza.

 

Il Convegno è stato interessante per i relatori, per le tematiche e per il vivace dibattito che ne è seguito. Alla fine Don Paolo Bascioni ha lanciato il 7°Convegno e la Festa regionale del Creato

che si terrà sempre a Penna S. Giovanni il giorno 11 Ottobre “ Dalla terra e dal lavoro dell’uomo” in cui si parlerà delle variazioni climatiche ed il loro impatto sugli ambienti e sulla vita partendo dal commento della frase di S. Francesco : “ Laudato sì mì Signore per frate vento et aeree et nubilo et sereno et omne tempo”.

 

Anna Rossi

Ufficio Pastorale Sociale, Lavoro, Giustizia e Pace

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