12 Ottobre 2014
12 Ottobre 2014 - Festa Regionale del Creato
Anche quest’anno a Penna San Giovanni si è celebrata la “ Festa regionale del Creato” organizzata dall’Ufficio della Pastorale del Sociale, del Lavoro e dell’Ambiente dell’Arcidiocesi di Fermo e dall’Associazione Culturale “Centro Studi Giuseppe Colucci” di Penna San Giovanni.
Nel programma della festa al mattino, presso il teatro comunale “Flora”, è stato previsto come sempre un Convegno di approfondimento di un aspetto della tematica …. dalla terra e dal lavoro dell’uomo…. intitolato “Coltivare la terra necessità e responsabilità”.
Nell’introdurre i lavori, Don Paolo Bascioni ha sottolineato la differenza tra le parole lavorare e coltivare: la terra non va lavorata come una pietra o il ferro, ma coltivata stabilendo con essa un rapporto tra viventi. Ciò presuppone un progetto di promozione di civiltà, consapevoli che siamo responsabili della Terra anche nei confronti di Dio che ci ha resi suoi custodi.
L’analisi del rapporto uomo/natura è stato affidato al frate Cappuccino Pierino Valente, psicologo, che lo ha coniugato nella spiritualità francescana. Egli ha evidenziato come San Francesco non amava le creature per se stesse, ma perche’di “Dio danno significazione”.Afferma che il pensiero biblico pone l’uomo al vertice del Creato, e che tutte le culture del mondo riconoscono che all’origine esisteva nella natura una armonia perduta per il desiderio dell’uomo di appropriarsene . Ma Dio ama e crea continuamente nel tempo, solo se l’uomo smette di amare la natura la fa soccombere. Si parla quindi di una ecologia del cuore e si afferma che Francesco nel Cantico delle Creature riconosce alla scienza di promuovere il bene per evitare di avere una religione senza capo, una politica senza mente ed un mondo senza anima.
Nella seconda relazione: “La coltivazione biologica della terra agricola per il bene della natura e dell’uomo” il prof. Loris Asoli, copresidente dell’Associazione REES Marche, riprende il concetto che coltivare la terra presuppone un rapporto tra viventi nel rispetto delle proprie peculiarità e per l’affermazione biblica che Dio “fece l’uomo a sua immagine e somiglianza”, afferma che dentro di noi c’è un principio divino che ci dà la consapevolezza delle potenzialità che abbiamo. Proprio questa consapevolezza sollecita il relatore a proporre un progetto ben preciso per la terra: cercare coltivazioni che mirino a ridare alla terra l’armonia tra gli esseri viventi che la popolano e che erano all’origine. Egli propone l’agricoltura biologica che non usando pesticidi, diserbanti e concimazioni chimiche salvaguarda gli elementi essenziali della vita. Con l’agricoltura biologica non si riducono le bio-diversità vegetali ed animali, si mantiene intatto l’humus della terra che assorbendo l’acqua previene le inondazioni. Coltivare biologico significa anche rispettare l’armonia dell’uomo inteso sia come consumatore che come produttore.
Nel dibattito molto vivace sostenuto dalla presenza di scienziati che fanno della difesa del Creato il motivo fondante delle loro attività, sono stati toccati tantissimi argomenti: dalla necessità di una rivalutazione dell’agricoltura con un recupero delle competenze contadine alle perplessità per le promozioni degli OGM, dalle preoccupazioni per disastri ecologici dei nostri territori alla convinzione che la via da seguire sia lo scambio tra la saggezza del passato e lo sviluppo delle tecnologie.
La necessità di riconquistare l’armonia del creato quindi è stato il lite motiv di tutto il Convegno, e la responsabilità è di ognuno di noi.
La festa non poteva non concludersi con una bellissima passeggiata nei luoghi della rocca di Penna San Giovanni, immersi nella storia presentata e raccontata da Don Paolo e Maria Baldoni, architetto e studiosa dei beni culturali.
La Celebrazione Eucaristica con le interessanti riflessioni sulla “veste bianca” degli invitati a nozze che frà Ortensio da Spinetoli ci ha proposto nella omelia, ha ricondotto i presenti a ripensare alla responsabilità dell’uomo di ogni epoca nel preservare l’armonia e la bellezza del banchetto nuziale.
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