Formazione all'impegno politico
Formazione all'impegno politico - gli eventi
Data | sabato 26 febbraio 2011 |
Orario | 17:00 |
Incontro con Matteo Truffelli, Docente di Dottrine politiche europee, Università di Parma
Matteo Truffelli sarà l’ospite del terzo appuntamento della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, promossa dal centro San Rocco. Dopo i primi due incontri, dedicati alla Costituzione e alla Dottrina Sociale della Chiesa, si entra nel vivo del tema di quest’anno, ovvero l’antipolitica. Truffelli cercherà, infatti, dentro un percorso di ricostruzione storica, di segnare alcuni momenti dell’”Italia antipolitica”, sviluppando la chiave interpretativa secondo cui significativi filoni culturali di impronta antipolitica sono presenti nel panorama politico italiano fin dall’inizio della storia unitaria.
Matteo Truffelli è Ricercatore Universitario di Storia delle Dottrine Politiche (SPS/02) dal dicembre 2005. Laureato in FIlosofia presso l'Università Cattolica di Milano, nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in "Storia dell'Italia Contemporanea" presso l'Università degli Studi Roma Tre, e dal maggio 2004 al novembre 2005 è stato titolare di Assegno per la collaborazione ad attività di ricerca presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali, Università degli studi di Parma. Negli anni 2003-2005 è stato professore a contratto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Parma. E' membro dell'Associazione nazionale degli Storici delle dottrine politiche.
Tra le sue monografie segnaliamo: M. Truffelli, L'ombra della politica. Saggio sulla storia del pensiero antipolitico, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008, M. Truffelli, La «questione partito» dal fascismo alla Repubblica. Culture politiche nella transizione, Studium, Roma 2003.
Per una storia dell'Italia antipolitica (Matteo Truffelli)
Abstract
Da alcuni anni il termine antipolitica è entrato a far parte in maniera diffusa del linguaggio comune e di quello scientifico, venendo adottato come chiave interpretativa attraverso cui leggere l’attuale fase politica e gli ultimi decenni della storia italiana. Con la conseguenza, tra l’altro, che un utilizzo sempre più ampio e indiscriminato del termine ha portato a una indeterminatezza quasi insuperabile del concetto di antipolitica.
In realtà, il fenomeno antipolitico non può essere considerato una “esclusiva”, e forse a nemmeno una peculiarità, della cultura politica italiana, né, tantomeno, un aspetto caratterizzante solo gli ultimi decenni della vicenda politica del nostro Paese. In effetti, significativi filoni culturali di impronta antipolitica sono presenti – per quanto ci interessa – nel panorama politico italiano fin dall’inizio della storia unitaria. Una storia caratterizzata, anche, dal periodico emergere di sentimenti e discorsi antipolitici.
L’antipolitica non rappresenta, d’altronde, un elemento estrinseco rispetto alla politica, ma, in una certa misura, un rovescio di essa, radicato nel modo con cui essa è pensata nella modernità. Non a caso, l’antipolitica indirizza la propria insofferenza e il proprio disprezzo a deridere e denigrare, più di ogni altro cosa, quella forma peculiare della politica moderna che è la rappresentanza: uno strumento essenziale al funzionamento della democrazia moderna, ma pur sempre un “artificio”. In questo senso, sembra ragionevole l’ipotesi interpretativa secondo cui l’antipolitica si rafforza e assume forme deflagranti nei passaggi storici nei quali il sistema rappresentativo prende forma o attraversa una fase di “ristrutturazione”.