Appuntamenti diocesani
Appuntamenti diocesani
Da | venerdì 13 marzo 2009 ore 16:00 |
A | venerdì 20 marzo 2009 ore 16:00 |
Luogo | Auditorium G.Franceschetti |
Indirizzo | Fermo |
all'Istituto Teologico di Fermo
Il prof. Fiorenzo Facchini a Fermo
A 150 anni dalla celebre opera di Darwin «L’origine delle specie», l’Istituto Teologico Marchigiano – sede di Fermo – e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «SS. Alessandro e Filippo» hanno proposto due giornate di studio sul rapporto tra evoluzione e creazione. Il primo contributo è stato offerto venerdì 13 marzo dalla relazione del prof. Fiorenzo Facchini, docente emerito di Antropologia all’Università di Bologna e tra i più noti studiosi italiani sull’argomento. Per decenni, la visione evoluzionistica del cosmo e della vita si è posta come prospettiva antitetica rispetto a quella credente, che riconosce nella creazione un fondamentale articolo di fede. Tra evoluzione e creazione può esserci armonia? Il prof. Facchini ha osservato che il concetto di evoluzione è considerato, da un punto di vista scientifico, un fatto che nessuno mette più in dubbio. L’interpretazione di questo fatto, tuttavia, è un argomento su cui la scienza non è in grado di offrire una visione esaustiva e questo ha aperto una riflessione in cui si sono confrontate posizioni diverse tra loro. Possiamo avvicinare l’evoluzione, ha detto Facchini, anche solo analizzando il divenire cosmico e umano. L’universo e la terra non sono sempre stati come li vediamo oggi. La vita è comparsa nelle forme elementari (i batteri) intorno a 3 miliardi di anni fa. Intorno a un miliardo di anni fa si sono formati i primi unicellulari forniti di nucleo (eucarioti). Intorno a 530 milioni di anni fa è incominciata l’avventura degli organismi più complessi. Il cammino dell’ominizzazione risale a circa 6 milioni di anni fa. La soglia umana è controversa: per qualcuno essa risalirebbe già a 2 milioni di anni fa con l’Homo habilis, quando l’uomo ha iniziato un’attività progettuale, a produrre strumenti per il lavoro, a levigare la pietra. 1,6 milioni di anni fa si sviluppa l’Homo erectus, 150 mila anni fa l’Homo sapiens arcaico e “appena” 35 mila anni fa l’Homo sapiens attuale. Facchini ha mostrato come l’evoluzione umana si può ricostruire a partire da due essenziali fattori: quello anatomico (lo sviluppo della capacità cranica, la mascella, gli arti superiori, il bipedismo, etc.) e quello culturale (l’autocoscienza, l’autodeterminazione, la capacità astrattiva, la facoltà di modificare l’ambiente circostante). L’antropologia culturale si occupa appunto di ricostruire la continuità del fenomeno umano a partire dai simbolismi lasciati dalle stratificazioni che si sono succedute. L’uomo, come ogni altra specie, ha una sua storia evolutiva. L’evoluzione umana rappresenta la spiegazione più plausibile della documentazione fossile esistente ed è coerente con quanto si ammette per le diverse specie. Tuttavia, non conosciamo tutte le modalità e i meccanismi che regolano l’evoluzione. La storia evolutiva dell’uomo pone domande sulla natura della sua specificità culturale, che rappresenta un trascendimento rispetto alle altre specie. In conclusione, il prof. Facchini ha osservato che le linee attuali di interpretazione dell’evoluzionismo divergono soprattutto nell’attribuire maggiore importanza o ai fattori ambientali che selezionano le strutture idonee al variare dell’ambiente oppure ai cambiamenti genetici. L’universo, i viventi rivelano una fine sintonia delle diverse forze, una razionalità scientifica insita nella natura (proprietà, leggi che la descrivono) a livello infra-atomico, molecolare, cellulare e fra i corpi celesti. Questa razionalità, verificabile con l’osservazione, rimanda a una mente ordinatrice. Le modalità con cui si è formato e funziona il sistema della natura sono però oggetto di esplorazione delle scienze della natura. La razionalità della natura si rivela dinamica e comporta cambiamenti: la materia evolve, dimostra una tendenza alla complessificazione (a livello molecolare, cellulare e orgamismico) in certe condizioni ambientali e secondo particolari direzioni per cause naturali che solo in parte conosciamo e non escludono anomalie, eventi casuali, catastrofi, estinzioni di specie. Si può postulare una intenzionalità superiore che ha voluto e vuole l’universo secondo particolari modalità e leggi che gli conferiscono la capacità di evolvere con qualche significato. Giovanni Paolo II ha affermato: «Una fede rettamente compresa nella creazione e un insegnamento rettamente inteso della evoluzione non creano ostacoli. L’evoluzione infatti presuppone la creazione e la creazione si pone nella luce dell’evoluzione come un avvenimento che si estende nel tempo – come una creatio continua – in cui Dio diventa visibile agli occhi del credente come creatore del cielo e della terra» (Giovanni Paolo II, discorso del 27-4-1984).
Enrico Brancozzi
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