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Centro San Rocco - Interventi
Un commento al concerto del Coro ortodosso di Rimini svoltosi il 26 Dicembre. - di Viviana De Marco
“Difficile poter definire questo evento… mi aspettavo un concerto, invece è molto più di un concerto… è qualcosa di sublime”. Così si è espresso uno spettatore, salutando a fine concerto il coro multinazionale ortodosso della cattedrale di Rimini “Ingresso di Maria nel tempio”. In effetti il concerto organizzato dal Centro Culturale San Rocco in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale del turismo sport e tempo libero e con l’Ufficio per l’Ecumenismo dell’Arcidiocesi di Fermo, è stato un evento unico e particolarmente originale a livello artistico, a livello culturale, a livello spirituale e a livello ecumenico. Questo lo hanno potuto notare le persone che hanno scelto di venire in Duomo per questo concerto, in un giorno in cui c’erano contemporaneamente molte “offerte” di intrattenimento, dal Natale in piazza ai presepi viventi, ai concerti di corali e musicisti locali.
Un evento unico a livello artistico, perché gli otto cantori russi, ucraini ed italiani con la direttrice M° Olga Chechetkina hanno saputo esprimere con maestria una vocalità e una musicalità profonda e raffinata. Importante ad inizio concerto il contributo di Francesco Di Ludovico, studioso di musica liturgica bizantina, che con perizia ha messo in rilievo le peculiarità della musica bizantina e paleoslava spiegando le differenze con il canto gregoriano e con la polifonia della nostra tradizione occidentale. Come noto, nel canto liturgico della tradizione ortodossa non è consentito l’accompagnamento strumentale, dato che, secondo l’insegnamento dei Padri, l’unico strumento musicale creato da Dio è la voce umana. E i cantori hanno dimostrato di saper usare la voce con tali sonorità e sfumature da creare quasi sinfonicamente una musicalità di rara bellezza. Il repertorio, in gran parte cantato in lingua italiana, ha spaziato dai canti in onore della Madre di Dio ai canti della Divina Liturgia, dal Padre nostro ai canti natalizi della tradizione russa ed ucraina
Un evento di particolare rilevanza culturale, perché è stato importante l’incontro con la tradizione ortodossa espressa sia dal canto che dai testi recitati tratti dalla Philokalia, cioè dalla tradizione dei Padri greci. E forse ci si è resi conto di quanto poco si conosca la teologia, la spiritualità, il canto liturgica e la musicalità della grande tradizione dell’ antico Oriente cristiano. Diversi spettatori hanno colto la portata culturale di questo evento e hanno manifestato desiderio di ulteriori incontri per approfondire gli aspetti specificamente musicali se gli aspetti storico teologici dell’Ortodossia.
Un evento significativo a livello spirituale, perché nella sinergia tra canto liturgico e testi dei Padri si percepiva un clima particolarmente sacro, che ha raggiunto il culmine quando p. Dimitri Zhavko ha potuto cantare con il coro il Canone eucaristico e il Canto dei Presantificati, che ha permesso a tutti i presenti di immergersi nel clima solenne della Divina Liturgia ortodossa.
Un evento di bellezza ecumenica, perché l’incontro con la tradizione ortodossa è avvenuto nell’esperienza della bellezza del canto, ed è stata l’occasione per esprimere la gioia e il significato profondo del Natale nella condivisione tra cristiani di occidente e di oriente. E non è secondario che questa condivisione sia avvenuta attraverso il canto in una continua scoperta reciproca: sembrava realizzarsi il testo di Col 3,16 “Con ogni sapienza istruitevi a vicenda con salmi, inni e canti spirituali, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori”.
Viviana de Marco