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Centro San Rocco - Interventi
Il “Viaggio sul fiume Mondo” del reporter Angelo Ferracuti e Giovanni Marrozzini
Nel pomeriggio del 26 ottobre nella sede dell’Associazione culturale San Rocco si sono conclusi gli incontri dedicati ai “Paesaggi umani del mondo globale”, con la testimonianza di uno straordinario viaggio in Amazzonia, fatto da Angelo Ferracuti e da Giovanni Marrozzini, resa dallo stesso Ferracuti e da Paolo Marzoni, il regista che ha montato i video che settimanalmente venivano mandati per essere inviati al sito di “La Repubblica”. Un viaggio lungo il fiume Rio Negro, affluente del Rio delle Amazzoni, da Manaus verso le sorgenti, nella “terra delle frontiere” tra Colombia, Venezuela, Brasile, su un battello battezzato Amalassunta, a memoria della nostra terra e del suo pittore Licini. 2000 Km percorsi in circa un mese e mezzo, in territori eccezionali per la biodiversità e per la quantità di comunità indigene che traggono sostentamento dal fiume.
Il reporter Ferracuti e il fotografo Marrozzini hanno viaggiato tra settembre e ottobre del 1921, ancora sotto Covid, spesso in condizioni pericolose, talora rocambolesche, e hanno raccontato l’Amazzonia con la penna, con la fotografia, con il montaggio filmico. Un viaggio d’eccezione, coltivato da anni come una “magnifica ossessione”, e che si è riversato nel libro Viaggio sul fiume Mondo (Mondadori 2022) e nei video che durante l’incontro, in parte, Paolo Marzoni ha proiettato. A conclusione dell’incontro, la proiezione delle bellissime fotografie scattate da Marrozzini. Tutta questa esperienza assume certamente un grande valore naturalistico (benché non manchi la documentazione sulla natura amazzonica), ma soprattutto un valore antropologico ed etico: tutti i filmati sono dedicati ai popoli del Rio Negro, “custodi” della natura e della loro civiltà, ma minacciati da cercatori d’oro (i garimperos) e da taglialegna, da costruttori di strade e da grandi società che della foresta vogliono fare pascoli e piantagioni di soia. Quella foresta da cui dipende e la vita degli indigeni e l’equilibrio del mondo. L’Amalassunta, comprata con un finanziamento da crowdfunding, a fine viaggio è stata donata all’Associazione “Il piccolo Nazareno” di Manaus perché ne faccia una scuola e una biblioteca itinerante.
Esperienza inedita, libro e video, nascono da persone profondamente diverse che con la loro arte si sono completate per dare dell’Amazzonia il volto più vero, affascinante, mitico, ma anche fragile, spesso sconcertante e doloroso, frontiera tra la bellezza intatta e la degradazione da illeciti e droga. Angelo Ferracuti, è reporter, che i luoghi, i mondi, li sa rovesciare, da cartolina turistica - così di solito viene raccontata l’Amazzonia - lui ce li mostra nella loro verità di bellezza e di malattia. Così, ad esempio, a inizio libro, della grande e cosmopolita città di Manaus ritrae una squallida periferia popolata di “ragazzi di vita”, tutti vittima di violenze di familiari o narcotrafficanti, che, con naturale sincerità, del loro quartiere dicono che è “futido” cioè “fottuto”. Oppure i tanti popoli indigeni, ritratti nella loro pacifica vita comunitaria, nel loro rapporto francescano con gli animali, ma angosciati dalle incursioni dei garimperos, a loro volta vittime della povertà imperante in Brasile, e di una politica miope. Giovanni Marrozzini con la fotografia sa scendere dentro la vita archetipica dei popoli indigeni, ritrae il loro rapporto con la natura, che per loro non è alterità, ma è parte del sé, i miti che rischiano la sparizione. Paolo Marzoni, regista, candidato nel 2010 al David di Donatello per il miglior montaggio per il film “L’uomo che verrà”, ha lavorato per interposto spazio, cucendo le scene di navigazione, le immagini dei villaggi, i volti, le storie umane.
Dietro di loro stanno i grandi maestri della fotografia e della scrittura americana, da Luigi Crocenzi, ideatore delle fotostorie a Mario Dondero, grande amico di Angelo, da Jack London a William Faulkner, gli avventurieri della natura e della scrittura americana.
Alla fine del viaggio, prima di partire con vari mezzi non proprio sicuri e con personaggi anomali per le terre dei Nukàk, “i senza terra” minacciati da disboscatori e cercatori d’oro l’Amalassunta torna indietro per essere donata all’Associazione “Il piccolo Nazareno” che raccoglie i ragazzi di strada con cui si era aperto il libro.
Guglielmina Rogante