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Centro San Rocco - Interventi
Con questo articolo inizia la pubblicazione di una serie di interventi utili a cogliere il Regno di Dio che cresce nella nostra comunità - di Luca Romanelli
Mi ha molto colpito l’ascolto di una conversazione di Paolo Ricca, noto pastore e teologo valdese, sul Regno. Gesù, dice, in fondo non ha parlato altro che del Regno e le sue Chiese dovrebbero fare lo stesso, invece di parlare di sé stesse come capita sovente.
Il Regno è una realtà misteriosa che non sappiano afferrare pienamente, in primo luogo perché è “di Dio” e non nostro. Pur essendo già presente tra noi, esso cresce e si compie nel nascondimento. Come ha fatto Gesù, non si può che “prefigurarlo” in forma di parabola e segni efficaci, senza imprigionarlo in una teologia o in una struttura ma annunciando e testimoniando con stupore la sua presenza.
I segni, di parola e di carne, sono della stessa natura dell’opera di Cristo narrata nei Vangeli: guarire dalle infermità fisiche e mentali (scacciare i demoni), dare e dividere il pane (la prima richiesta a Dio nel Padre nostro, l’ultimo miracolo prima della passione), provare compassione, accogliere, perdonare, includere.
Questi sono i “segni vitali” della Chiesa. Tutto il resto, la liturgia, i documenti, gli organigrammi, gli edifici sono un contorno, un aiuto, stando attenti a che non divengano invece una zavorra.
Così entrando in Chiesa dovremmo chiederci quali di queste “parabole” stiamo raccontando, come individui e comunità. Queste è bene celebrare insieme, della loro mancanza dovremmo chiedere perdono. Occorre anche saperle riconoscere al di fuori dai perimetri ecclesiali, perché lo Spirito soffia dove vuole.
La breve serie di articoli che seguiranno nei prossimi mesi vogliono essere un piccolo tentativo di cogliere il Regno che cresce nella nostra comunità, civile ed ecclesiale. Sulle testimonianze che accoglieremo non vogliamo mettere il cappello né desideriamo farne cartoline idealizzate, perché avanzano spesso nella fatica e nella contraddizione. Ma siamo grati al Signore per la Sua presenza.
Luca Romanelli