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Centro San Rocco - Interventi
Un approfondimento su alcune parole che possono mettere in evidenza alcuni rischi che il Fermano ha di fronte. - di Massimiliano Colombi e Marco Marcatili
Un vocabolario “locale” condiviso può essere utile per ridurre il rischio di emettere suoni senza produrre comprensione, e quindi di passare ore a parlare senza riuscire a comunicare.
Un simpatico testo “Parole di giornata” (E.Lombardi Vallauri, G.Moretti, edizione Il Mulino) ci offre la possibilità di approfondire alcune parole che possono mettere in evidenza alcuni rischi che il Fermano ha di fronte.
La prima parola è “ambaradan” che è sinonimo di confusione e di insieme disordinato. La sua origine è legata a “Amba Aradam, monte su cui si svolse e da cui prese il nome, nel 1936, una confusa battaglia della guerra d’Etiopia fra l’esercito del Regno d’Italia, guidato vittoriosamente da Badoglio, e l’esercito etiope”. Senza dimenticare il lato oscuro della guerra e della violenza, delle sofferenze e delle morti in entrambi i fronti, potremmo individuare almeno tre “ambaradan fermani”.
Il primo è senza dubbio la sanità: si festeggia la prospettiva per il nuovo ospedale senza troppe certezze se la festa riguarda il contenitore (la parte edilizia) o anche il contenuto (tecnologie, strumentazioni, ovvero ciò che assicura la qualità dell’intervento). Da una parte la centralizzazione su scala regionale sembra essere il “pensiero unico” che guida la ricerca di un livello più elevato di efficacia e di efficienza, dall’altro i sindaci e i lavoratori vedono passare “missili terra-aria” che abbattono gli spazi di partecipazione e di decisione. La confusione aumenta grazie anche ad un gioco politico che invece di fornire “evidenze pubbliche” alimenta inutili scambi di valutazioni “a prescindere”.
Un secondo “ambaradan fermano” è senza dubbio quello dello sviluppo locale. Contiamo molto sul 2016 anno bisestile perché ci mette a disposizione un giorno in più per decidere le nostre traiettorie di sviluppo e per evitare un altro anno di attesa messianica del salvatore del Fermano.
Un terzo ambaradan è quello che chiama in causa la visione strategica delle città: occorre valorizzare il dialogo tra i Sindaci di Fermo e Porto San Giorgio per aiutare anche altri sindaci “più timidi” a connettersi per fare un deciso passo in avanti. La scelta di una gestione associata dei Servizi è una buona notizia che viene dai Comuni di Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a mare e Monte Urano. È impensabile una logica di Area Vasta inclusiva in grado di presentarsi ai tavoli regionali con una ben diversa capacità negoziale?
Un lusso che proprio il Fermano non può permettersi è quello di spendere il proprio tempo per “intortare”. Il significato di questa parola è quello di “raggirare” e di “impantanare” e deriva “da intorto, cioè ‘avvolto su sé stesso’, dal latino intòrquere ‘torcere su se stesso’”.
Per questo occorre essere accorti su due fronti: “si può essere intortati da un venditore scaltro che ci convince a comprare con un giro di parole, oppure ci si può intortare durante l’esposizione di una tesi complessa”. In questa prospettiva al nuovo anno dobbiamo chiedere di non essere intortati, ma anche di non intortarci da soli.
Massimiliano COLOMBI e Marco MARCATILI
(tratto dalla Rubrica “Futuro Civile. Locali ma Connessi”, Il Resto del Carlino, per gentile concessione)