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Il primo dei sette vizi capitali: la superbia

La pedagogista Carla XodoDon Mario Ferracuti presenta il prossimo appuntamento del Centro Studi Erasmo con la pedagogista Carla Xodo

Cari amici dell'Erasmo,
dopo la recente e bellissima serata con la Gardini, con pudico timore mi accingo a riproporvi, a distanza di una settimana, il meeting dell'Erasmo, Venerdì 30 Novembre a Porto San Giorgio, David Hotel, alle ore 17,30. Il tema vale la candela, si tratta infatti del primo dei sette vizi capitali: la Superbia che sarà trattata dalla pedagogista Carla Xodo, a noi già nota e apprezzatissima per i suoi interventi alle Cittadelle pedagogiche di Grottazzolina. Non vogliamo fare filosofia o teologia sul peccato della superbia che per la verità oggi, nella postmodernità, ci sembra abbia smarrito i caratteri del sublime, della diabolica altezza con cui l'abbiamo vista nascere e precipitare dal Cielo Empireo per distentendersi poi e inquinare i deserti delle coscienze umane. Al catechismo della prima comunione abbiamo imparato a conoscere Lucifero, il più bello degli angeli, che si ribella a Dio e viene condannato a diventare Satana, il Diavolo; lo scompigliatore; negli studi liceali abbiamo conosciuto le imprese orgogliose  di Prometeo che ruba il fuoco agli dei per farne dono all'umanità esponendo Prometeo all'ira di Zeus che lo fa incatenare ad una roccia mentre un'aquila gli dilania il fegato. Ma, saltando tutta la ricchissima tradizione letteraria e storica, arriviamo ai nostri tempi per trovare Hannah Arendt che nel suo celebre libro La banalità del male individua questo male nella incapacità di pensare e ricordare: l'uomo si riempie di sè perchè non sa  ricordare né pensare oltre se stesso.
A noi sembre che il peccato di orgoglio più grande, oggi, sia proprio questo: non più la rivolta contro le divinità ma il ripegamento nella vanità o nel narcisismo che ci innalzano al di sopra del  prossimo per celebrare la nostra grandezza. Se oggi vivesse Hannah Arendt, forse, non ricercherebbe più Adolf Eichmann  ma punterebbe lo sguardo sull'uomo aggredito, distorto, gonfiato e consumato dai media, che cerca rifugio e conforto nella contemplazione di sé e nella esclusione dell'altro.
Amici l'ho fatta lunga, forse anche questa è superbia, ma voi tagliate pure senza remore. L'essenziale che veniate numerosi per dialogare e confrontarci tra noi su temi la cui ispirazione ci viene sempre dal grande Erasmo che ci presenta, con l'Elogio della follia, una delle più belle panoramiche delle debolezze umane: "la superbia è una bestia feroce...che non si ricorda che l'uomo viene dal niente e niente può da sé". Vi aspetto con il solito affetto e con molta nostalgia.
 
 
don Mario Ferracuti
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