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Il giorno 30 Novembre, come da programma, si è tenuta a Tarapoto, capoluogo della Regione di San Martin, nell’Alto Amazonas – Perù l’udienza per il processo di appello contro sei capi indigeni, il missionario passionista marchigiano Padre Mario Bartolini e il giornalista peruviano, responsabile della Radio-Tv diocesana di Yurimaguas, Geovanni Acate, per la partecipazione agli scioperi amazzonici dell’aprile-giugno 2009 delle comunità indigene peruviane che protestavano contro provvedimenti governativi che svendevano le loro foreste e le loro terre ancestrali alle multinazionali del biocarburante, senza alcuna previa consultazione con le comunità che vi abitavano. Dopo la sentenza di assoluzione, il 21 dicembre 2010, per Padre Mario Bartolini e il giornalista Acate e di condanna per i sei capi indigeni, al processo di primo grado, la pubblica accusa aveva immediatamente fatto ricorso in appello contro questa sentenza, ritenuta ingiustamente assolutoria o troppo lieve, vista l’entità dei fatti: uno sciopero di tre mesi con fatti di violenza che avevano messo in ginocchio la vita economica della regione. Soprattutto, nel caso del missionario si voleva fosse riconosciuta la sua partecipazione attiva come uno dei principali capi della rivolta, e come tale condannato di conseguenza.
Nell’udienza di ieri, 30 novembre 2011, hanno potuto esprimersi gli avvocati della difesa, per esporre le ragioni per le quali tutti gli imputati dovrebbero essere scagionati dai reati di cui sono accusati: ostacolazione del traffico, disordine pubblico e altre accuse simili. Le argomentazioni della difesa sono state che la protesta della popolazione è stata legittima, visto che in seguito varie istanze nazionali hanno dimostrato che i decreti legislativi, motivo scatenante della protesta stessa, erano incostituzionali, tanto che alcuni di essi sono poi stati cancellati; e che i dirigenti sociali non hanno partecipato a titolo personale, ma rappresentavano le loro organizzazioni, e adempivano agli accordi delle loro basi. Padre Mario in particolare non ha mai incitato la popolazione alla ribellione violenta, ma era stato chiamato dai dirigenti indigeni e contadini per aiutarli a mantenere un clima di pace nella protesta, e questo viene dimostrato in tutte le riunioni con le autorità a cui a partecipato il sacerdote stesso che ha sempre fatto leva sul rifiuto dei decreti legislativi antiamazzonici. Afferma suor Lucero Guillen, la nostra fonte: “E' stato un bel discorso. Adesso dobbiamo aspettare che il Tribunale pronunci la sentenza, cosa che dovrebbe avvenire nel mese di dicembre. Nel caso in cui sia contraria, gli avvocati dicono che ci appelleremo alla Corte Suprema di Lima”. L’atteggiamento è comunque di positiva attesa, anche se un gesto di aperta ostilità della corte è stato dimostrato durante l’udienza con la proibizione per i giornalisti di Radio Oriente di riprendere la seduta, come era invece avvenuto per quella della sentenza di primo grado.
Un clima di speranza euforica di registra invece a Barranquita, in questo momento, per quanto riguarda la lotta dei campesinos e delle comunità indigene nella difesa legale dei propri titoli di proprietà sulle proprie terre, che è il progetto che l’Associazione missionaria ALOE Onlus sta finanziando in questo anno 2011, affiancando i missionari di Barranquita. Il giorno 29 novembre, nel Tribunale provinciale di Lamas è stata pronunciata una prima sentenza favorevole ai contadini di Barranquita, sentenza che introduce, per la prima volta nella regione, il reato ambientale. “Siamo molto contenti – scrive la pasionaria Lucero Guillen - prima di tutto perche gli sforzi della gente stanno ottenendo dei risultati positivi dopo tanto tempo, e avevamo bisogno di qualcosa che desse loro più coraggio. E' molto importante quello che è successo perchè questo porterà grandi cambiamenti a livello del governo regionale e locale, sui casi di protezione delle risorse naturali e dell'ambiente. Ringraziamo l’associazione ALOE Onlus per affiancarci in questo compito. Abbracci. Lucero”.
Franco Pignotti,
Direttore ALOE Onlus
Fermo, 02 Dicembre 2011
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