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Il messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2010
CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 28 giugno 2010 (ZENIT.org).- Il turismo può essere un metodo efficace per avvicinarsi a Dio, e per questo motivo l'ambiente e la biodiversità devono essere difesi con ogni cura.
Lo si legge nel Messaggio diffuso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2010, che avrà luogo il 27 settembre prossimo sul tema “Turismo e biodiversità”.
Nel testo, firmato dal presidente del dicastero, l'Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, e dal segretario, l'Arcivescovo Agostino Marchetto, si ricorda che il contatto con la natura è importante, e per questo il turismo “si deve sforzare di rispettare e valorizzare la bellezza del creato”.
“Deve essere rispettoso dell’ambiente, e cercare di raggiungere una perfetta armonia con il creato, di modo che, garantendo la sostenibilità delle risorse da cui dipende, non dia origine a trasformazioni ecologiche irreversibili”.
Ad ogni modo, “c’è un elemento che rende ancor più esigente, se possibile, questo sforzo”.
Nella propria ricerca di Dio, infatti, “l’essere umano scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza il creato”.
“La natura e la biodiversità ci parlano di Dio Creatore, il quale si fa presente nella sua creazione”. “Il turismo, perciò, avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa”.
Biodiversità
Nell'anno dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno Internazionale della biodiversità”, il Messaggio ricorda che quest'ultima “si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona”, traducendosi “nei vari ecosistemi”.
Su questi, spiega il testo, “incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente”: “il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità”.
A questi problemi contribuiscono “in grande misura” molti settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio il turismo, “tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida”.
La situazione “è aggravata dal fatto che la domanda turistica si rivolge sempre più a destinazioni della natura, attratta dalle sue innumerevoli bellezze, il che presuppone un impatto importante sulle popolazioni visitate, sulla loro economia, sull’ambiente e sul patrimonio culturale”.
Questo fatto “può rappresentare un elemento pregiudizievole oppure contribuire in maniera significativa e positiva alla conservazione del patrimonio”.
In questo contesto, il turismo si trova a vivere “un paradosso”: “se, da una parte, nasce e si sviluppa grazie all’attrazione di alcuni siti naturali e culturali, dall’altra questi stessi possono essere deteriorati e perfino distrutti dal turismo stesso, per cui finiscono per essere esclusi dalle destinazioni turistiche in quanto hanno perduto l’attrazione che li distingueva all’origine”.
Ruolo attivo
Considerando questi fattori, il Messaggio dichiara che il turismo “non può sottrarsi alla sua responsabilità nella difesa della biodiversità, ma, al contrario, deve assumervi un ruolo attivo”.
Lo sviluppo di questo settore economico deve essere quindi “inevitabilmente accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica”.
Alla preoccupazione della comunità internazionale per la questione si unisce quella della Chiesa, che vuole levare la propria voce nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa “ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica”.
Facendolo, aggiunge, “deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti”: “deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso”.
Strategie d'azione
Se si vuole difendere il creato, servono azioni decise e programmate perché questo sia efficacemente tutelato.
“Diventa urgente e necessaria, di conseguenza, la ricerca di un equilibrio tra turismo e biodiversità, in cui entrambi si sostengano reciprocamente, di modo che sviluppo economico e protezione dell’ambiente non appaiano come elementi contrapposti e incompatibili, bensì si tenda a conciliare le esigenze di entrambi”.
In primo luogo, segnala il Messaggio, è necessario promuovere lo sviluppo di “strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati”, come Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del settore turistico e organizzazioni non governative.
Solo collaborando, infatti, si potrà raggiungere un modello di “turismo sostenibile”, “unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà”.
Le autorità pubbliche devono inoltre “offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole”, da accompagnare con “un investimento importante in termini di pianificazione ed educazione”.
“Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso – dichiara il testo –. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato”.
Un ruolo importante spetta anche ai turisti, che devono essere “consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva”, venendo “informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile”.
“Uno sforzo importante, che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo”, conclude il Messaggio, è poi “l’educazione alla contemplazione”, che aiuterà i turisti “a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità”.
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