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Il diacono: "profezia e trasparenza del volto misericordioso di Gesù"

san Lorenzo, patrono dei diaconidi Roberta Sciamplicotti

ROMA, lunedì, 28 giugno 2010 (ZENIT.org).- Il diacono è chiamato ad essere profezia del volto misericordioso di Cristo, ha affermato questa domenica il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Il porporato ha presieduto un'ordinazione diaconale nella chiesa carmelitana romana di Santa Maria in Traspontina, a pochi passi da Piazza San Pietro, ricordando che il diaconato “non è una mera funzione di semplice aiuto umano, sociale o psicologico”.

“Siete scelti, chiamati e inviati” “con il maggiore dei servizi che potete offrire agli uomini: annunziare che sono amati da Dio, insegnare che Dio ama senza fine gli uomini, far scoprire loro la vocazione di figli amati di Dio in Gesù Cristo”, ha detto agli ordinandi.

Con l'ordinazione diaconale, ha spiegato il Cardinale, si viene “costituiti al servizio di Dio e della missione profetica e diaconale della Chiesa”.

“Sarete identificati con Gesù Cristo, che è venuto a servire, che è stato mandato e consegnato perché abbiamo la vita eterna, che si è fatto povero per noi”.

Cristo, ha aggiunto, “è la trasparenza di Dio, dell'amore di Dio”. Dal canto loro, i diaconi sono “chiamati ad essere profezia e trasparenza del volto misericordioso di Gesù”, riflettendo “gli stessi suoi sentimenti”, “testimoniando così sempre la carità di Cristo”.

Annunciatori della Parola

Nel ministero diaconale, ha sottolineato il Cardinal Cañizares, particolare importanza è rivestita dalla Paola di Dio, perché i diaconi sono “ordinati come ministri della Parola, servitori del Vangelo per amore di Gesù, proclamatori con opere e parole della Buona Novella che salva”.

“Parlate con valore e coraggio, predicate con profonda fede, incoraggiando sempre la speranza, come testimone del Signore risorto”, “senza falsificare la Parola, ma annunciando in modo fedele e aperto la verità che abbiamo ricevuto”, ha chiesto.

“Non dovrete mai predicare voi stessi – ha avvertito –, soltanto Cristo, il Signore. Così sarete in verità servi e servitori degli altri per amore di Gesù”.

“Non dimenticate mai che siete stati scelti per essere servi, e a un servo si chiede che sia fedele”. La “fedeltà dei grandi momenti”, ha indicato, “si forgia, si prova e si conferma nella fedeltà delle piccole cose”.

Cercare costantemente il sostegno di Dio

Ogni uomo, ha osservato il Cardinale, “ha bisogno della fede, dell'amore e della carità di Dio in Gesù Cristo, opera dello Spirito”.

“L'autosufficienza dell'uomo non salva – ha sottolineato –: solo Dio salva, solo in Dio abbiamo la gioia e la felicità, la vera ricchezza che sazia il cuore dell'uomo”.

Per questo, c'è un profondo bisogno della preghiera, “in particolare della Liturgia delle Ore”.

Allo stesso modo, è necessario “nutrirsi sempre dell'Eucaristia e dell'adorazione del Signore nel tabernacolo”, perché “di là sorge la carità pastorale, la carità di quelli che sono posti dal Signore in mezzo al popolo cristiano per servire e mostrare l'amore con cui Dio ama gli uomini”.

Il valore della povertà

I diaconi, ha commentato, devono mostrare il volto di Cristo “essendo poveri, con l'unica ricchezza che è Gesù”, “consapevoli che la maggiore povertà è non avere Dio”.

“Renderete realtà, chiaramente manifestato nel vostro ministero, quello che il Vangelo chiede a tutti: consegnare beni ai poveri per essere ricevuti nella casa paterna ed eterna dei cieli”; “mostrerete il volto di una Chiesa povera e servitrice, con speranza e fiducia riposte soltanto in Dio, testimoniando che alla fine della vita rimane solo l'amore, rimane solo Dio, che è amore”.

“L'unica e principale ricchezza della Chiesa è Gesù Cristo: consegnate Cristo!”, ha esortato.

Il porporato ha quindi avvertito gli ordinandi che in questo servizio sarà loro richiesta più volte “la difesa degli indifesi, la denuncia dell'oppressione, la condanna dell'ingiustizia”.

“Non chiudete le orecchie alla chiamata di quanti chiedono aiuto – ha ammonito –: Gesù si è identificato con loro”.

Il Cardinal Cañizares ha quindi concluso la sua omelia ricordando l'importanza della famiglia cristiana, visto che i due diaconi – fr. Teodoro e fr. Simeone Brovelli O. Carm. – sono fratelli, nati in una famiglia di dieci figli.

“E' la famiglia veramente cristiana come la vostra il luogo in cui sorgono le vocazioni!”, ha esclamato.

 

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • Gina Tonucci

    29-06-2010 21:59 - #1
    IL DIACONO: “la difesa degli indifesi, la denuncia dell'oppressione, la condanna dell'ingiustizia”. D’accordo su tutto. Però, a Fermo, dobbiamo imparare a confrontarci e a collaborare di più anche con chi non è diacono altrimenti come realizziamo quanto detto sopra: la difesa degli indifesi e degli oppressi e il controllo delle ingiustizie?
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