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Nato dalla collaborazione tra il Servizio nazionale per la pastorale giovanile e l’Ufficio Nazionale Pastorale tempo libero, turismo e sport, ha visto la partecipazione di numerosi esponenti di associazioni sportive di ispirazione cristiana e di aggregazioni laicali che lavorano nella pastorale giovanile.

Il saluto iniziale e l’accoglienza di don Nicolò Anselmi, direttore nazionale della pastorale giovanile, ha aperto i lavori presentando la giornata come un primo passo di un percorso denominato “Cantiere di orientamento pastorale”, il cui obiettivo sarà quello di favorire nelle realtà locali una più stretta ed organica collaborazione tra la pastorale giovanile e quella dello sport in un’ottica missionaria e nello stile della pastorale integrata.

Lo stile del “cantiere” è stato immediatamente impresso dalla preghiera e dalla lectio divina a cura di don Giordano Trapasso, incaricato della pastorale giovanile della diocesi fermana, con il brano evangelico della pesca miracolosa in Lc. 5, 1-11.

Fonte dell’educazione è la Parola di Dio ed educare in nome di Dio diviene azione possibile se partiamo dallo stile di Gesù che incontra la persona in più contesti, dove lavora, dove abita, dove vive tutte le esperienze della quotidianità. Gesù caratterizza il suo stile amando la vita delle persone in tutte le sue dimensioni.

Educare è gettare le reti affidandoci alla Sua Parola e non alle nostre capacità e alla nostra intelligenza. Per questo l’educatore è uno che prende il largo e che al tempo stesso entra nelle profondità dell’essere umano, di se stesso, dell’altro e dell’amore di Dio.

L’ultimo passaggio della lectio è stato dedicato alla comunità che, con questo stile di Gesù, passa da comunità di accompagnamento della fede a comunità che genera alla fede.

Il secondo intervento è stato svolto da don Mario Lusek, direttore nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport che ha presentato la necessità di una pastorale missionaria ispirandosi alla lettera a Diogneto. Attraverso uno studio sui numeri e sulla presenza dello Sport nella vita degli italiani, è emerso come esso abbia una particolare potenzialità di sensibilizzazione e di coinvolgimento. I valori educativi dello sport possono avere una forte valenza nel contesto della pastorale italiana e possono essere un ponte di collegamento che permette all’educazione cristiana di abitare, al di là dei luoghi “sacri”, quei luoghi “profani” dove Gesù si fa prossimo a tutti.

            Al termine della mattinata sono stati numerosi gli interventi dei partecipanti su moltissime questioni, sottolineando la necessità di analizzare e di studiare la dimensione dello sport per delineare delle strategie condivise.

Di particolare gradevolezza è stato il momento del pranzo dove si sono creati dei piccoli “laboratori” spontanei tra i partecipanti che hanno condiviso impressioni, idee, esperienze e progetti.

Commenti positivi sono emersi da Adelelmo Zappelli (presidente CSI Fermo) che ha sottolineato la necessità di lavorare insieme.

Daniele Tassi (presidente CSI Marche) ha ribadito quanto già presentato nel “question time” del mattino facendo emergere questioni di metodo e di contenuto da cui è urgente partire per definire le linee di lavoro del “cantiere”.

            Questioni che sono state riprese durante la tavola rotonda del pomeriggio a cui hanno partecipato don Alessio Albertini (incaricato della pastorale dello sport in Lombardia), don Giampiero Rossoni (pastorale giovanile Lombardia) e don Claudio Belfiore (Forum Oratori Italiani). Il racconto delle esperienze e la condivisione delle istanze hanno sottolineato come la collaborazione tra tutti gli attori dello scenario sportivo offra grandi opportunità di sviluppare proposte maggiormente attinenti al vissuto dei giovani.

            In attesa del documento dei Vescovi italiani sugli Orientamenti Pastorali per il prossimo decennio, l’avvio di questo “cantiere” raccoglie gli stimoli che sollecitano un’azione integrata sulla questione della sfida educativa ed è stata l’occasione per vivere e operare un altro passo verso quella integrazione necessaria ad una pastorale sempre più presente nei vari ambiti della vita delle persone.

                                                                                                      

 

 

Francesco Fioretti