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Con queste parole Benedetto XVI conferma la fede delle oltre duecentomila persone che si sono strette intorno a lui in Piazza San Pietro
"Tutti con te!". È il coro unanime con cui oltre 200 mila persone si sono strette attorno a Benedetto XVI dopo mesi di polemiche per lo scandalo della pedofilia. Un calore, quello salito da Piazza San Pietro nella giornata di solidarietà, che papa Ratzinger ha accolto con emozione e gratitudine. «Qui vediamo presente tutta l'Italia!», ha detto alla folla. «Grazie per la vostra presenza e fiducia».
«L'Italia vuol bene al Papa», ha commentato con soddisfazione il card. Angelo Bagnasco che ha guidato un momento di preghiera. «Anche questo - ha spiegato - è un segno molto semplice e umile, ma convinto ed eloquente, dell'amore che la Chiesa in Italia, ma credo l'intero Paese, ha per il Santo Padre». La manifestazione, ha aggiunto Bagnasco, più che un no contro gli attacchi diretti al Papa, rappresenta «un modo di dire sì al Pontefice e al suo amore che ha per la Chiesa e per l'Italia, per la Chiesa nel mondo e l'umanità intera».
Un sì che si è trasformato in un grande boato quando il Papa si è finalmente affacciato dalla finestra del suo studio. «Grazie»: ha esordito Benedetto XVI nel suo consueto intervento prima della recita del Regina Cæli, per salutare i duecentomila fedeli convenuti in piazza San Pietro, da ogni parte d’Italia, in risposta all’invito del Cnal (Consulta nazionale delle aggregazioni laicali), per esprimere sostegno e affetto al Papa. Piazza San Pietro, piazza Pio XII e via della Conciliazione, stracolme di persone, sono state anche colorate da bandiere, cappellini, striscioni e palloncini delle diverse associazioni, gruppi e movimenti che hanno aderito all’iniziativa.
Dopo aver ricordato che ieri si celebrava, in Italia e in altri Paesi, l’Ascensione di Gesù al Cielo, oltre a ricorrere la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, il Pontefice ha evidenziato, a proposito dell’ultimo distacco del Signore Gesù dai suoi discepoli, che «non si tratta di un abbandono, perché Egli rimane per sempre con loro - con noi - in una forma nuova». «Il Signore – ha proseguito il Santo Padre - attira lo sguardo degli Apostoli - il nostro sguardo - verso il Cielo per indicare come percorrere la strada del bene durante la vita terrena». Egli, tuttavia, «rimane nella trama della storia umana, è vicino a ciascuno di noi e guida il nostro cammino cristiano: è compagno dei perseguitati a causa della fede, è nel cuore di quanti sono emarginati, è presente in coloro a cui è negato il diritto alla vita».
«Il vero nemico da temere e da combattere – ha avvertito Benedetto XVI - è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa». Di qui l’invito a «guardarci» dalle seduzioni del mondo. «Dobbiamo temere il peccato – ha sostenuto il Papa - e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell’amore, nel servizio. E’ quello che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo».
«E’ quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti – ha continuato -: servire Dio e l’uomo nel nome di Cristo. Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza». È bello, ha sottolineato il Pontefice, «vedere oggi questa moltitudine in Piazza San Pietro come è stato emozionante per me vedere a Fatima l’immensa moltitudine, che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione dei cuori. Rinnovo oggi questo appello, confortato dalla vostra presenza così numerosa! Grazie! Ancora una volta grazie a voi tutti!». Un ultimo ringraziamento dopo i saluti in varie lingue ai pellegrini: «Grazie e andiamo avanti con il Signore nella sua grazia».
da Avvenire
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