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Le parole del Card. Angelo Bagnasco nel messaggio inviato agli atleti azzurri alla vigilia dei prossimi Giochi Olimpici
Carissimi atleti e atlete d’Italia,
vi giunga il saluto dei Vescovi italiani, mentre siete riuniti nella Chiesa di S. Peter a Londra per celebrare l’Eucaristia nel Giorno del Signore e iniziare così l’avventura olimpica “tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2).
Con deferenza saluto il Nunzio Apostolico, l’Ambasciatore d’Italia, le Autorità, i dirigenti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano nelle persone del Presidente Gianni Petrucci e del Capo missione Raffaele Pagnozzi, i collaboratori, i padri Pallottini che guidano la parrocchia, e tutti i fedeli presenti.
Sono grato al CONI che ancora una volta ha voluto accreditare nel suo contingente la figura del Cappellano, chiamato ad annunciare Gesù Cristo, amico dell’uomo, nostra speranza e nostra festa, testimoniando la compagnia e l’amicizia della Chiesa verso il mondo dello sport.
La Carta olimpica ci ricorda che scopo del Movimento olimpico è contribuire alla costruzione di un mondo migliore. Da sempre lo sport ha favorito un movimento di idee e di intenti all’insegna di un universalismo caratterizzato da istanze di fraternità e amicizia tra i popoli, di concordia e pace tra le nazioni: un universalismo che ha sempre parlato il linguaggio del rispetto, della lealtà e del sacrificio. L’avvenimento olimpico, dove si confrontano popoli e nazioni che rappresentano culture e tradizioni differenti, può diventare tramite di una forza ideale capace di aprire vie nuove, e a volte insperate, nel superamento di tensioni, conflitti, violazione dei diritti umani.
In questo periodo, voi atleti e atlete siete sotto lo sguardo del mondo e in particolare dei giovani. Con il Santo Padre Benedetto XVI vi ricordo che “con le vostre gare offrite al mondo un avvincente spettacolo di disciplina e di umanità, di bellezza artistica e di tenace volontà. Mostrate a quali traguardi può condurre la vitalità della giovinezza, quando non si rifiuta la fatica di duri allenamenti e si accettano volentieri non pochi sacrifici e privazioni. Tutto questo costituisce anche per i vostri coetanei un’importante lezione di vita” (Discorso ai partecipanti ai campionati mondiali di nuoto a Roma, 1° agosto 2009). Una lezione di vita più che mai necessaria oggi, in un tempo di crisi che chiama tutti a rigore e sacrificio.
Auspico che la vostra competizione sia leale e appassionata, per giungere così ai successi sperati e attesi, manifestando che lo sport è anche un veicolo educativo, e che la vera sfida non è solo quella di ottenere riconoscimenti umani, ma pure quei premi che – come insegna la Sacra Scrittura – sono “più preziosi dell’oro, di molto oro fino” (Sal 19,11).
Il Beato Giovanni Paolo II, grande amante dello sport, nell’omelia allo stadio olimpico di Roma in occasione del Giubileo degli sportivi nell’Anno Santo del 2000, pronunciò parole memorabili che desidero riproporvi: “ogni cristiano è chiamato a diventare un valido atleta di Cristo, cioè un testimone fedele e coraggioso del suo Vangelo. Ma per riuscire in ciò è necessario che egli perseveri nelle preghiera, si alleni nella virtù, segua in tutto il divin Maestro. In effetti è Lui il vero atleta di Dio; Cristo è l’uomo più forte che per noi ha affrontato e sconfitto l’avversario, satana, con la potenza dello Spirito, inaugurando il Regno di Dio”.
Vi auguro di vedere realizzati i vostri sogni, frutto di passione e impegno. Vi accompagni, con l’intercessione della Beata Vergine Maria testimone della gioia, la mia benedizione.
Roma, 11 luglio 2012
Festa di San Benedetto, Abate, Patrono d’Europa
Angelo Card. Bagnasco
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
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