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Notizie dalla Chiesa

La Divina Misericordia nella verità

La Divina Misericordia nella veritàLa Chiesa, i Papi, i Santi, Suor Faustina e la Divina Misericordia. Il senso, le origini e la storia di questa Festa

Per capire che cosa intende la Chiesa, che è Madre e Maestra, per Misericordia e il suo implorarla, ci rifaremo naturalmente ad alcuni testi pontifici [...] Nell'Omelia del 15 aprile 2007, per il suo 80° compleanno e Domenica in Albis, dopo la Pasqua, ossia della Divina Misericordia, così dice Benedetto XVI: "la presenza di Dio che si oppone a tutte queste forze (del male) con il suo potere totalmente diverso e divino: con il potere della misericordia. È la misericordia che pone un limite al male. In essa si esprime la natura tutta peculiare di Dio – la sua santità, il potere della verità e dell’amore". Dunque la Misericordia di Dio è un potere...essa ha il potere di porre un limite al male... Gesù stesso ci ha avvisati, per esempio, a riguardo degli ultimi tempi, dello scatenarsi della natura e delle forze del male.... e in Matteo 22 ci rammenta: "Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati", "a ...

... motivo degli eletti" non già per i propri meriti, ma per LE SUPPLICHE CHE RIVOLGONO A DIO CHIEDENDO, IMPLORANDO LA SUA DIVINA MISERICORDIA, e che sono trovati puri agli Occhi di Dio, quei giorni ci sono stati abbreviati.

Ogni generazione ha i suoi "tempi", non fossilizzatevi nel testo esclusivamente sulla parusia.... andiamo ben oltre... perchè il Vangelo è Parola viva IN OGNI TEMPO e non solo alla "fine"... Molti pensano di risolvere il tutto con una fede ideista... superstiziosa... devozionalista... no, non è così... Gesù sempre in Matteo 22 aggiunge: "14 Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti»" ma allora a cosa serve questa Divina Misericordia se già Gesù, che non mente e non si contraddice, ci avverte già che "pochi sono gli eletti" confronto alle moltitudini di chiamati?

In verità, come sappiamo, Gesù NON giudica, nè è venuto per condannare, ma è venuto per salvare ed è venuto a chiederci sempre un: VUOI TU?

E non è neppure Dio a condannarci, bensì l'uomo escludendosi dalla salvezza con il suo rifiuto, si infligge da sè stesso la condanna a vivere eternamente senza Dio...

Gesù NON gioisce di questo, Egli soffre, del resto ha pagato duramente il nostro riscatto, sulla Croce non ci è finito per scherzo!!

Ecco che con l'Incarnazione di Dio, la Misericordia stessa assume una sua forma che da il via alla CONVERSIONE... infatti, attenzione, come riusciva Gesù a convertire?

Come riuscivano i Santi a convertire qualche anima?

CON IL POTERE DELLA MISERICORDIA... basti pensare a san Matteo, all'adultera, al Cieco, ai lebbrosi, al buon ladrone sulla Croce... al centurione... ecc...

Dal Vangelo secondo Matteo 9 leggiamo:

19 In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Sappiamo che il Sacrificio PERFETTO è poi quello che Gesù instaurerà nel Giovedì Santo e sulla Croce....infatti il sacerdote non offre un sacrificio umano...ma come Alter Christi compie UN ATTO DI MISERICORDIA ESCLUSIVO che è appunto il Sacrificio di Cristo per la salvezza dei peccatori... Gesù rispondendo ai soliti farisei che volevano incastrarlo, gli fa capire che i sacrifici degli uomini, quando non sono mossi da un cuore puro e libero dai condizionamenti, NON servono a nulla...

Nel caso di Matteo dunque, la misericordia di Gesù usata in quell'invito e non un giudizio alla sua persona, FA SCATTARE LA CONVERSIONE...

Non si tratta di perdonismo... il perdono non è certo un comandamento, ossia "si deve perdonare a tutti i costi anche senza conversione e senza pentimento"!, lo dice il termine stesso: PER-DONO; PER-DONARE; esso è un DONO che ci viene dall'Alto PER uno scopo, un fine più alto ancora, la CONVERSIONE...

Misericordia e per-dono sono così due aspetti di un unica medaglia entrambi "pagano" il passaggio alla CONVERSIONE...

La chiamata di Gesù a questa conversione, non è una escamotage per sentirsi realizzato o appagato... nè perdona per sentirsi meglio... essendo anche Dio ed avendo in comune con il Padre e lo Spirito la medesima Natura che è pura Misericordia, non può tenerla per sè... tutto ciò che fa è Bene puro ed assoluto, il Bene traspare in Lui a tal punto da CONVERTIRE...

Gesù ripete la frase... in un altro contesto:

Matteo 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano.

Ciò vedendo, i farisei gli dissero: “Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato”.

Ed egli rispose: “Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c’è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato”.

“Davide e i suoi compagni mangiarono i pani del tempio, che solo i sacerdoti possono mangiare”: i discepoli di Gesù sono i nuovi sacerdoti, e al momento si trovavano in forte necessità.

Attenzione però, la Misericordia che Gesù chiede NON è la disobbedienza della Legge, nè l'anarchia verso le regole del "buon cristiano" men che meno l'ignoranza ai Dieci Comandamenti.... non è il peccare e poi il pretendere il perdonismo...

Nelle parole di Gesù si apre la comprensione dell'A.T. fatto di leggi e prescrizioni che lui, ci rammenta, non è venuto a cancellare, ma a portare a compimento...

Per esempio il sangue dell'agnello nella Pasqua ebraica era UN SIMBOLO, ma naturalmente NON toglieva alcun peccato, era sempre la Misericordia di Dio che per mezzo dei Profeti, interveniva...

L'agnello, si legge due volte, doveva essere mangiato: "nè crudo, nè bollito con acqua, ma solo arrostito al fuoco", in questa simbologia possiamo riscontrare IL SACRIFICIO E LA MISERICORDIA INSTAURATI DAL CRISTO... sulla Croce, agnello immolato, Gesù DONA SE STESSO QUALE SACRIFICIO PERFETTO, CON LA POTENZA DELLO SPIRITO SANTO CHE E' FUOCO, si attiva la Misericordia anche del Padre ed è tutta la Santissima Trinità artefice di questa Misericordia nell'accogliere il vero Agnello immolato...

Abbiamo citato i farisei del tempo di Gesù e brani del Vangelo, perchè anche oggi ci sono "osservanti di leggi umane" (per esempio leggasi l'aborto!) pronti a condannare LA MISERICORDIA STESSA se venisse loro utile...

Un capolavoro atto a capire questa Misericordia ci è offerto dall'Enciclica, scritta da Giovanni Paolo II: Dives in Misericordia scrive il Papa:

"La mentalità contemporanea, forse più di quella dell'uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende altresì ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l'idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l'uomo, il quale, grazie all'enorme sviluppo della scienza e della tecnica, non mai prima conosciuto nella storia, è diventato padrone ed ha soggiogato e dominato la terra. Tale dominio sulla terra, inteso talvolta unilateralmente e superficialmente, sembra che non lasci spazio alla misericordia.

A questo proposito possiamo, tuttavia, rifarci con profitto all'immagine «della condizione dell'uomo nel mondo contemporaneo» qual è delineata all'inizio della Costituzione Gaudium et spes. Vi leggiamo, tra l'altro, le seguenti frasi: «Stando cosi le cose, il mondo si presenta oggi potente e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell'odio. Inoltre, l'uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli»".

(..) la rivelazione e la fede ci insegnano non tanto a meditare in astratto il mistero di Dio come «Padre delle misericordie», ma a ricorrere a questa stessa misericordia nel nome di Cristo e in unione con lui. Cristo non ha forse detto che il nostro Padre, il quale «vede nel segreto», attende, si direbbe, continuamente che noi, richiamandoci a lui in ogni necessità, scrutiamo sempre il suo mistero: il mistero del Padre e del suo amore? Desidero quindi che queste considerazioni rendano più vicino a tutti tale mistero e diventino, nello stesso tempo, un vibrante appello della Chiesa per la misericordia di cui l'uomo e il mondo contemporaneo hanno tanto bisogno. E ne hanno bisogno anche se sovente non lo sanno.

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Il 30 marzo 2008 all'Angelus, così spiegava la Divina Misericordia Benedetto XVI:

"La misericordia è in realtà il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio, il volto con il quale Egli si è rivelato nell'antica Alleanza e pienamente in Gesù Cristo, incarnazione dell'Amore creatore e redentore. Questo amore di misericordia illumina anche il volto della Chiesa, e si manifesta sia mediante i Sacramenti, in particolare quello della Riconciliazione, sia con le opere di carità, comunitarie e individuali. Tutto ciò che la Chiesa dice e compie, manifesta la misericordia che Dio nutre per l'uomo, dunque per noi. Quando la Chiesa deve richiamare una verità misconosciuta, o un bene tradito, lo fa sempre spinta dall'amore misericordioso, perché gli uomini abbiano vita e l'abbiano in abbondanza (cfr Gv 10, 10)".

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Parafrasando poi il suo predecessore, dice ancora:"Al di fuori della misericordia di Dio non c'è nessun'altra fonte di speranza per gli esseri umani".

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Non c'è altra speranza e non è a caso che invochiamo Maria quale MADRE DI MISERICORDIA, DELLA MISERICORDIA..Mater misericordiae, ora pro nobis. Gesù, confido in Te.

"Disse Gesù a Suor Faustina: "L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia" (Diario, p. 132). Attraverso l'opera della religiosa polacca, questo messaggio si è legato per sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio. Non è un messaggio nuovo, ma si può ritenere un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere più intensamente il Vangelo della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini ed alle donne del nostro tempo". (Omelia Giovanni Paolo II Canonizzazione di Sr.Faustina 30.4.2000)

Gesù, confido in Te

Confidiamo davvero in Gesù, oppure ci illudiamo in facili sentimentalismi nel momento di qualche prova per poi lamentarci di non aver ricevuto quanto chiedevamo?

Ce lo rammenta san Giacomo nella sua Lettera:

Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria e al cap. 4 dice:

[1]Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra?

[2]Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete;

[3]chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri.

[4]Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.

[5]O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi?

[6]Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice: 'Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia'.

[7]Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.

Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti.

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Gemete sulla vostra miseria, fate lutto e piangete; il vostro riso si muti in lutto e la vostra allegria in tristezza.

Eventi dalla diocesi

05 dicembre

Ritiro spirituale del clero diocesano animato da Paolo Curtaz

15 dicembre 15:00

A Villa Nazareth

09 gennaio

Ritiro spirituale del clero diocesano animato da don Andrea Bezzini

06 febbraio

Momento di aggiornamento pastorale per il clero diocesano guidato da don Giuseppe Bonfrate

10 aprile

Momento di aggiornamento pastorale del clero diocesano. Interviene il dott. Francesco De Angelis

Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

Davvero, dopo aver letto questi passi di Giacomo possiamo dire che confidiamo in Gesù nel modo che a Lui piace? Se davvero confidassimo in Gesù come Lui stesso ci richiede, implorando la MISERICORDIA della conversione... la Misericordia di un per-dono autentico supplicato dentro un Confessionale... la Misericordia affinchè i moribondi trovino il conforto dei Sacramenti... bè allora si, questo sarebbe confidare davvero in Gesù, ricevendo fiumi di Misericordia per ognuna di queste richieste...

GESU' CONFIDO IN TE!

... è la condizione propria di chi ha fede o speranza in Gesù... e non già ad una idea di Gesù, ma Lui in Persona... ecco perchè è così importante per noi L'EUCARESTIA, il luogo, il posto, l'essenza unica in cui troviamo questa Persona VIVA E VERA alla quale confidare TUTTO, nella quale confidare, nella quale sperare...

Ma non dobbiamo confidare solo nell'AMICO Gesù... se trattiamo Gesù esclusivamente come amico, finiremo per umanizzarlo a tal punto da confonderlo con il "migliore" degli amici con il risultato che alle prime prove o ai lunghi silenzi, si finisce per cacciarlo via delusi... mentre Lui è principalmente il nostro... SIGNORE E DIO... dal quale comprenderemo il valore della sofferenza, della prova, anche dei lunghi silenzi...

Questo significa CONFIDARE....

Confido in Te Gesù perchè TU non deludi mai, anche quando sembri NON ascoltare le mie preghiere....in verità TU sai già cosa è meglio per me, per questo confido in Te...

In un articolo di Avvenire del 14.4.2007 si legge:

Le Beatitudini vengono non di rado presentate come l'antitesi neotestamentaria al Decalogo, come, per così dire, l'etica più elevata dei cristiani nei confronti dei comandamenti dell'Antico Testamento. Questa interpretazione fraintende completamente il senso delle parole di Gesù.

Gesù ha sempre dato per scontata la validità del Decalogo (cfr., per es., Mc 10,19; Lc 16,17); il Discorso della montagna riprende i comandamenti della Seconda tavola e li approfondisce, non li abolisce (cfr. Mt 5,21-48); ciò si opporrebbe diametralmente al principio fondamentale premesso a questo discorso sul Decalogo: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla Legge neppure un "iota" o un segno, senza che tutto sia compiuto" (Mt 5,17s). Intanto è sufficiente notare che Gesù non pensa di abolire il Decalogo, al contrario: lo rafforza. (...)

Per Nietzshe le Beatitudini sono l'annullamento della vera libertà, sono un paradosso che egli rifiuta, contro le promesse di Cristo egli dice: noi non vogliamo assolutamente il regno dei cieli. "Siamo diventati uomini - vogliamo il regno della terra".

***

Ma è proprio la ragione e della ragionevolezza, avvertire la resistenza interiore contro quest'opzione, confidare in Gesù è infatti quell'uscire da noi stessi ( un esodo da se stessi, è quel "morire") per FIDARSI appunto di Colui che tutto può..."Benedetto l'uomo che confida nel Signore...".

Disse Benedetto XVI ai giovani il 10.4.2006:

"Uno dei più grandi doni, anzi della dote di un uomo è il saper comprendere l'altro, perchè è un grande dono vedersi a nostra volta compresi dagli altri".

La confidenza che ci offre Gesù è decisamente più alta e già questo ci fa comprendere quale impegno ci assumiamo quando diciamo: Credo! Si! Gesù, io confido in TE, ossia, "io ti comprendo e so soprattutto che tu comprendi me, mi conosci da sempre... mi sei Amico ma anche MAESTRO... sei il mio Pastore, ma anche il MIO DIO!".

Come non può allora la nostra vita, cambiare veramente, convertirsi, quando ha compreso la portata di questo rapporto?

Santa Sr. Faustina della Divina Misericordia, suggerisce anche di com-prendere IL SEGNO DELLA CROCE CHE FACCIAMO, è un atto sacramentale che denota nel cristiano quel CONFIDO IN TE... altrimenti rischiamo di strumentalizzarlo come un segno di superstizione fra i tanti, magari tenendo una mano in tasca mentre stringe un cornetto... o magari ci si è recati da un "mago", da un medium o ci si è rivolti all'oroscopo!

Non è questo il giusto richiamo alla Misericordia di Dio...

Per quanto la Misericordia di Dio ci è in larga parte svelata dalle azioni compiute dal Cristo, essa rimane anche avvolta nel Mistero dell'Amore di Dio che per amore dell'Uomo, manda il suo Figlio a morire sulla Croce... dice Benedetto XVI nell'incontro di Preghiera per la Pace del 23.7.2006:

"Non possiamo noi uomini risolvere il mistero della storia e dell'uomo, il mistero della libertà umana di poter dire "NO" alla misericordia di Dio, dire "NO", incomprensibilmente, al Suo progetto di Pace vera. Non possiamo risolvere tutto il mistero della relazione Dio-Uomo del suo agire e del nostro rispondere, ma una cosa possiamo fare: dobbiamo accettare il mistero e con esso accogliere il dono della Misericordia che parte dal vederci riconciliati con Dio."

Quanto più grande è il mistero, quanto più profonda e radicata deve risuonare in noi quel: GESU', CONFIDO IN TE!

Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore (Mt 9,36).

La COM_PASSIONE di Gesù è un altra caratteristica della Sua Divina Misericordia, non si tratta infatti di pietismo ma bensì, e imparando l'uso dei termini, significa proprio PRENDERE CON-PASSIONE una certa situazione, una persona, in questo frangente Gesù prende CON-PASSIONE le folle che vede avanzare senza alcuna guida, senza un pastore.

Un esempio pratico è il passo del Vangelo di Gesù e la Donna Cananea...

la storia è diversa dalla Donna Samaritana poichè la Donna Cananea è considerata una pagana.i suoi abitanti adoravano i Baal e le Ashere. Questi erano culti caratterizzati fra l’altro dai riti di fertilità, in genere di carattere sessuale orgiastico e promiscuo. Questi riti che attiravano anche gli Ebrei, venivano denunciati dai Profeti dell'A.T. e spesso erano anche la causa delle battaglie.

La donna non è soltanto una madre pagana che cerca di strappare un miracolo al taumaturgo giudeo di cui ha sentito meraviglie e che ha sconfinato, ma è la rappresentante della comunità dei pagani venuti alla fede. Per questo la risposta ultima di Gesù è il dono della salvezza, la guarigione della figlia, come primizia della salvezza per mezzo della fede.

La Cananea urla la sua supplica, ma Gesù all'inizio, non le rivolge nemmeno una parola. E a prima vista può apparire sconcertante e sconvolgente il comportamento di Gesù, in verità è come se volesse mettere alla prova la fede di questa Donna ed anche per insegnare ai suoi discepoli come intervenire. Infatti, dopo un primo silenzio, Gesù cerca di spiegarle il motivo del suo rifiuto con un linguaggio semplice e ricco d’immagini: “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”. Secondo l’A.T. “i figli” sono i giudei”, “i cagnolini” sono i pagani. La Cananea insiste e replica prendendo spunto proprio dall’immagine usata da Gesù. Gli dice: “Anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.

Con questa risposta la Cananea si conquista l'attenzione di Gesù non perchè abbia risposto "bene" ma piuttosto per aver così pronunciato una sorta di professione di fede attraverso le cui parole chiede, praticamente, di partecipare permanentemente ai beni della salvezza messianica, anche se in un modo limitato, un poco emarginante, raccattando solo le briciole che cadono dalla tavola dei cristiani che, a pieno titolo, possono vivere in comunione con Cristo.

Ecco che la Divina Misericordia si muove a com-passione della Cananea, ne riconosce LA FEDE e dunque l'intervento di Dio... Davanti a questo atteggiamento di totale fiducia e povertà e aridità spirituale che spinge Gesù ad inserire totalmente la Donna Cananea nel piano della salvezza cristiana: “Donna davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”.

Gesù stabilisce che al banchetto messianico della comunità cristiana che è rinnovato nella Mensa Eucaristica, può partecipare anche un pagano che abbia fede (naturalmente avere questa fede significa avere fatto UNA CONVERSIONE), la Misericordia di Dio si muove laddove c'è una conversione vera ed autentica!

Così come abbiamo accennato anche della Donna Samaritana (Gv.4,1-42).

Questo episodio mette in luce la fatica intellettiva e del cuore dell'uomo di fronte al mistero di Dio, e la pazienza di Dio che non solo soddisfa le attese dell'uomo, ma le suscita.

Gesù le dice:"Dammi un po' d'acqua da bere". La donna si meraviglia che un giudeo le chieda dell'acqua. Non dimentichiamo che i Giudei non andavano d'accordo con i samaritani. Per un Giudeo non vi era insulto più grave che essere paragonato ad un samaritano. Dunque la donna si meraviglia di questo Giudeo che non si comporta come gli altri. Ma il paradosso sta altrove. Sta nel fatto che Gesù chiede dell'acqua, mente dovrebbe essere il contrario. E', se ben ci pensiamo, il paradosso di un Dio che si fa bisognoso e mendicante. Cioè il mistero di un Dio che si è fatto uomo, per avere il pretesto di incontrare l'uomo e di donare loro l'acqua che disseta. E' la meraviglia di un Dio che chiede per dare. La Misericordia di Dio capovolge ogni logica umana.

La risposta di Gesù tratta infatti del luogo del vero culto, del vero Tempio che è Gesù stesso il nostro tempio che sostituisce da quell'istante il santuario Garizim e quello di Gerusalemme, perché solo lui è la porta attraverso la quale si arriva al Padre celeste.

GESU', CONFIDO IN TE!

"se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli " (Mt 18,3)

... oggi tornare bambini, nel senso in cui ci invita Gesù, è praticamente impossibile, ma solo apparentemente, come il mondo che ci sta davanti e che vive di apparenze... da tutte le parti infatti, ci suggeriscono che la vita e il mondo appartengono ai GRANDI, ai furbi, agli esperti, a quelli che sanno, a chi si ritiene indipendente, a chi ritiene di possedere tutto e di non aver bisogno di nessuno... ma Gesù ci rammenta soprattutto a Natale: Tornare bambini!

Sembra un insulto per chi si ritiene “intelligente”, “moderno”, “emancipato”... Lo sguardo di un bambino oggi va bene per la pubblicità del pandoro, o per la letterina a babbo natale, non per capire il senso della vita e della realtà! Non per comprendere che l'aborto dovrebbe essere immediatamente abrogato...

“Se non tornerete come bambini non capirete mai!”, sembra questo il ritornello che risuona da più di 2000 anni dalla grotta di Betlemme.

Io rispondo: sì Signore, voglio tornare bambino, perché solo il bambino ha uno sguardo realista sulla vita: tutto aspetta, tutto spera dal sorriso della mamma, perché non censura il suo desiderio e quella presenza umana è per lui una certezza assoluta. Sì Gesù mio, voglio tornare bambino nel cuore, nella mente, nei desideri e confidare in Te come quando confidavo nella mamma senza capire i tanti perchè della vita...

Anch’io voglio raggiungere la certezza che vince ogni paura e percepire la mia vita come un cammino verso la felicità, verso quella pace che provarono i Pastori che confidarono in Te, Bambino.

Confidare in Gesù è davvero un tornare bambini nel cuore... basta leggere l'entusiasmo dei Santi, di santa Teresina del Bambin Gesù, per esempio, che diceva: "Gesù voglio essere come una palla NELLE TUE MANI, perchè tu possa giocare con me quando ti pare e piace e lanciarmi dove più ti piace...".

Madre Teresa di Calcutta confidava in Dio a tal punto di vedersi come una "matita nelle mani di Dio".

Il successo dei Santi NON era affatto scontato... esso fu conquistato giorno dopo giorno, anno dopo anno... sbaglia chi pensa di non poter riuscire nella santità perchè in Cielo ci vanno solo i Santi, e tutti siamo destinati alla santità, a diventare come Colui che è il vero Santo per eccellenza, Gesù, nel quale appunto confidiamo...

Infine attenzione... quel "se non ritornerete come bambini...

... il Peccato Originale ci ha resi egoisti fin da bambini... fin da quando nasciamo... un bambino non nasce santo, e tutti abbiamo bisogno del BATTESIMO... ergo, anche il bambino necessita della Grazia...

Infatti il bambino spesse volte agisce con egoismo (sano per la sua età perchè subentra anche lo spirito di sopravvivenza) nei confronti dei suoi coetanei e spesso anche per proteggere le sue "proprietà", i suoi giocattoli...

Il ritornare ad essere bambini risiede, dunque, nella capacità del bambino DI CAMBIARE LE SUE ABITUDINI DURANTE LA CRESCITA PERCHE' MATURA LE PROPRIE RESPONSABILITA ED E' SEMPRE CAPACE DI MERAVIGLIARSI DI CIO' CHE LO CIRCONDA con la disponibilità ad imparare...

Ce ne parla sant'Agostino e nelle sue Confessioni al cap. 7 scrive:

"Ascolta, Dio: maledetti i peccati degli uomini! Lo dice un uomo, di cui hai pietà, perché tu lo hai creato senza creare in lui il peccato. Chi mi rammenta i peccati della mia infanzia, se nessuno innanzi a te è mondo di peccato, neppure il bimbo, che ha un giorno solo di vita sulla terra? Chi me li rammenta, se non un piccino ora grande soltanto così, in cui vedo ciò che non ricordo di me stesso? Qual era dunque il mio peccato di allora? Forse l'avidità con cui cercavo piangendo le poppe? Se oggi facessi altrettanto, cercando avidamente non più le poppe, s'intende, ma il nutrimento conveniente alla mia età, mi farei deridere e riprendere a buon diritto. Ossia, a quell'età commettevo atti riprovevoli, ma, poiché non avrei potuto comprendere i rimproveri, si evitava, come fanno tutti ragionevolmente, di rimproverarmi. Tanto è vero, che noi estirpiamo ed eliminiamo quei difetti durante la crescita, e non ho mai visto nessuno gettar via deliberatamente il buono mentre vuole estirpare il cattivo.

O forse erano anche quelle azioni buone, in rapporto all'età: le implorazioni, cioè, con cui chiedevo piangendo persino doni nocivi, le aspre bizze contro persone di libera condizione e di età più grave della mia, che non si assoggettavano alla mia volontà; gli sforzi per colpire con tutte le mie forze chi mi aveva dato la vita e molte altre persone più prudenti di me, che non ubbidivano ai miei cenni, percuotendole perché non eseguivano certi ordini che si sarebbero eseguiti con mio danno?

Dunque l'innocenza dei bambini risiede nella fragilità delle membra, non dell'anima. Io ho visto e considerato a lungo un piccino in preda alla gelosia: non parlava ancora e già guardava livido, torvo, il suo compagno di latte. È cosa nota, e le madri e le nutrici pretendono di saper eliminare queste pecche con non so quali rimedi; ma non si può ritenere innocente chi innanzi al fluire ubertoso e abbondante del latte dal fonte materno non tollera di condividerlo con altri, che pure ha tanto bisogno di soccorso e che solo con quell'alimento si mantiene in vita. Ciò nonostante si tollerano con indulgenza questi atti, non perché siano inconsistenti o da poco, ma perché destinati a sparire col crescere degli anni. Lo prova il fatto che gli stessi atti, sorpresi in una persona più attempata, non si possono più tollerare con indifferenza".

***

Il finale di queste riflessioni, non certo dell'argomento in se che è fonte di inesauribile contemplazione per la quale OGNUNO può fare la sua parte e dare il suo contributo....non può che portarci NEL GETSEMANI...

Una Divina Misericordia contemplata, supplicata, auspicata ed evangelizzata, non può essere esente da questa stazione nella quale Gesù non solo vive personalmente il suo Getsemani, ma ci insegna davvero in quel CONFIDARE nel Padre riferendosi ad una frase del Padre Nostro che racchiude tutto: SIA FATTA LA TUA, NON LA MIA VOLONTA'...

Una Misericordia che privasse Dio di agire SULLA NOSTRA PERSONA, o che Lo privasse di disporre del nostro essere suoi, sarebbe una falsa invocazione...

Gesù sa perfettamente che questo passaggio è duro, Lui stesso ARRIVA A SUDARE SANGUE affinchè questa Misericordia possa trovare compimento ed iniziare davvero la sua opera, quale sarà e quale è il nostro atteggiamento di fronte alla prova?

Quale è il nostro atteggiamento nei confronti dei COMANDAMENTI?

Facciamo la volontà di Dio o giustifichiamo le nostre debolezze avanzando la nostra volontà pur confidando che "tanto Dio è misericordioso?".

GESU', CONFIDO IN TE!

Confido in ciò che hai detto nel Gestemani, in ciò che li mi hai insegnato: chiedere come grazia e come Misericordia che si compi in me la TUA volontà e non quella mia che è spesso schiava delle passioni e delle mode del tempo... anche se fosse carica di "buona volontà" non sarebbe mai la TUA di volontà, perciò confido che TU saprai correggermi con la Tua Misericordia!

Nella Supplica alla Madonna del Rosario, scriveva così il beato Bartolo Longo che la compose: E' vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.

Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.

Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore.

Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!

***

Tradotto lo si capisce bene, chiedendo Misericordia per tutti, stiamo chiedendo IL BENE PER TUTTI, stiamo chiedendo Gesù per tutti... la Misericordia fatta Persona, Incarnata...

La Misericordia è una costante della devozione Cattolica che non ha mai conosciuto una crisi del tempo... solo in questo nostro tempo tale Misericordia è piuttosto letta con sospetto... non ci si fida o peggio, la si costruisce come si costruiscono immagini di Cristo a seconda delle mode del momento...

Questa è la vera devozione mariana: che si chieda a Maria di sostenerci nella buona battaglia affinchè la Misericordia, della quale Ella è Madre, possa operare in noi dentro il Progetto di Dio , mai al di fuori....

Maria ai piedi della Croce ci insegna come si fa e come si accetta questa Volontà dalla quale si attiva la Divina Misericordia che la consolerà dopo con la gioia della Risurrezione, con la Sapienza dei divini Misteri che aveva contemplato fin sotto la Croce...

Un Cristo falsificato, porta ad una misericordia falsificata...

Ecco lo splendore della storia stessa di santa Sr. Faustina con la Divina Misericordia... in questa storia è impossibile falsificarne le pagine...diffidate dunque delle imitazioni...

" Il cristianesimo e la stessa Chiesa, non è opera di persuasione, MA DI GRANDEZZA (sant'Ignazio)... l'aspetto veramente grande del cristianesimo è questo poter entrare in contatto con Dio vivo e vero e attraverso la Sua misericordia per la quale Egli viene sempre per primo verso di noi, (..)...lo fa nei Sacramenti, lo fa con il Battesimo quando ci prende con sè rigenerandoci; nella Confessione quando ci perdona; e lo fa ogni giorno nell'Eucarestia... " (Benedetto XVI ai vescovi elvetici 9.11.2006)

CaterinaLD
 

Altre notizie sulla Festa della Divina Misericordia

 

E' la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. Gesù parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: "Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia" (Q. I, p. 27). Negli anni successivi - secondo gli studi di don I. Rozycki - Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: "Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore" (Q. I, p. 46). Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo.

Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l'istituzione della festa: "Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre" (Q. II, p. 345).

La preparazione alla festa deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che "elargirà grazie di ogni genere" (Q. II, p. 294).

Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri:

- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;

- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina (Q. II, p. 227) e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.

"Sì, - ha detto Gesù - la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l'azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all'immagine che è stata dipinta" (Q. II, p. 278).

La grandezza di questa festa è dimostrata dalle promesse:

- "In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene" (Q. I, p. 132) - ha detto Gesù. Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: "la remissione totale delle colpe e castighi". Questa grazia - spiega don I. Rozycki - "è qualcosa di decisamente più grande che la indulgenza plenaria. Quest'ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (...). E' essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché‚ la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l'ha innalzata al rango di "secondo battesimo". E' chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia" (R., p. 25). La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione - come dice don I. Rozycki - può essere fatta prima (anche qualche giorno). L'importante è non avere alcun peccato.

Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che "riverserà tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia", poiché‚ "in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto" (Q. II, p. 267). Don I. Rozycki scrive che una incomparabile grandezza delle grazie legate a questa festa si manifesta in tre modi:

- tutte le persone, anche quelle che prima non nutrivano devozione alla Divina Misericordia e persino i peccatori che solo quel giorno si convertissero, possono partecipare alle grazie che Gesù ha preparato per la festa;

- Gesù vuole in quel giorno regalare agli uomini non solo le grazie salvificanti, ma anche benefici terreni - sia alle singole persone sia ad intere comunità;

- tutte le grazie e benefici sono in quel giorno accessibili per tutti, a patto che siano chieste con grande fiducia (R., p. 25-26).

Questa grande ricchezza di grazie e benefici non è stata da Cristo legata ad alcuna altra forma di devozione alla Divina Misericordia.

Numerosi sono stati gli sforzi di don M. Sopocko affinché‚ questa festa fosse istituita nella Chiesa. Egli non ne ha vissuto però l'introduzione. Dieci anni dopo la sua morte, il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia.

Il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia - Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così numerosa che la Congregazione ha ottenuto l'indulgenza plenaria, concessa nel 1951 per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diario sappiamo che suor Faustina fu la prima a celebrare individualmente questa festa, con il permesso del confessore.

 

Il culto della Divina Misericordia

 

Don I. Rozycki parlando delle forme di devozione alla Divina Misericordia trasmesse attraverso suor Faustina, elenca:

·         Venerazione dell'immagine di Gesù Misericordioso;

·         la Festa della Misericordia;

·         la Coroncina alla Divina Misericordia;

·         l'Ora della Misericordia;

·         la Diffusione del Culto della Divina Misericordia;

·         L'Apostolato della Divina Misericordia.

Sono evidenziate queste e non altre preghiere e pratiche religiose, in quanto ad esse sono legate promesse speciali, che si riferiscono a tutti, non solo alla stessa suor Faustina, come in caso dell'atto: "O Sangue e Acqua..." o della novena.

"Ogni atto di venerazione della Divina Misericordia deve essere un'espressione di fiducia e deve essere legato alla pratica della misericordia verso il prossimo, se al devoto della Misericordia deve assicurare tutti quei benefici che Gesù ha legato a tale devozione" (R., p. 19).

 

Venerazione dell'Immagine della Divina Misericordia 

 

Il disegno essenziale di questo quadro è stato mostrato a suor Faustina nella visione del 22 febbraio 1931 nella cella del convento di Płock. "La sera, stando nella mia cella - scrive suor Faustina - vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido (...) Dopo un istante, Gesù mi disse, Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te" (Q. I, p. 26). Tre anni dopo a Vilnius Gesù ha spiegato il significato dei raggi: "I due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua" (Q. I, p. 132). Non si tratta qui di un qualche effetto artistico, ma di una simbologia del quadro estremamente profonda.

Agli elementi essenziali del quadro appartengono le parole poste in basso: "Gesù, confido in Te". Gesù parlava di ciò già durante la prima apparizione a P*ock e poi a Vilnius: "Gesù mi ricordò (...) che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza" (Q. I, p. 138). Non si tratta qui del numero delle parole, ma del loro senso integralmente legato al disegno e al contenuto del quadro.

Gesù ha definito un altro particolare di questo quadro, ha detto infatti: "Il Mio sguardo da questa immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce" (Q. I, p. 140). La questione dello sguardo non è dunque senza importanza, se lo stesso Gesù mette l'accento su di essa, dando un significato a questo particolare. E qui incontriamo una doppia interpretazione di questo desiderio di Gesù: alcuni - e tra loro don Sopocko - leggono queste parole in modo realistico e dicono che lo sguardo deve essere diretto in basso come dall'alto della croce; altri credono, che si tratti dello sguardo che esprime la misericordia (tra loro padre J. Andrasz, il secondo direttore spirituale di suor Faustina). A seconda di questa interpretazione sono sorte - si può dire - due "scuole" di rappresentazione dell'immagine del Gesù Misericordioso: una ha il suo modello nel dipinto di E. Kazimirowski, mentre la seconda nel dipinto di A. Hyla, del santuario della Divina Misericordia a Cracovia.

Senza significato invece sembra essere la questione dell'altezza della mano destra. Don M. Sopocko credeva che la mano dovesse essere alzata solo all'altezza della spalla. Nel Diario invece troviamo solo questo: "La mano destra è alzata per benedire". E' la cosa più importante, mentre invece se la mano è alzata all'altezza della spalla oppure più in alto, non ha alcun significato per il contenuto del quadro.

Quale è il significato di questo quadro?

Il cosiddetto "luogo teologico" è stato indicato dallo stesso Gesù, legando la benedizione del quadro e la sua pubblica venerazione alla liturgia della prima domenica dopo Pasqua. La Chiesa legge in quel giorno il Vangelo sull'apparizione di Gesù risorto nel Cenacolo e sull'istituzione del sacramento della penitenza (Gv 20, 19-29).

A questa scena del Cenacolo si sovrappone l'avvenimento del Venerdì Santo: la crocifissione e la trafittura del Cuore di Gesù con la lancia. "Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia" (Q. I, p. 132). Di questo scrive san Giovanni nel 19ø capitolo del Vangelo. Gesù ha spiegato poi che "il raggio pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime" (Q. I, p. 132). San Tommaso, riferendosi ai Padri della Chiesa, unisce la simbologia dell'acqua e del Sangue con il sacramento del battesimo e con l'Eucarestia, cosa che può essere riferita anche agli altri sacramenti. "Alla luce del Vangelo di Giovanni - scrive don I. Rozycki - l'acqua e il sangue (...) stanno a significare le grazie dello Spirito Santo, che ci sono state donate per la morte di Cristo. I due raggi rappresentati sul dipinto di Gesù Misericordioso possiedono questo stesso profondo significato" (R., p. 20).

L'immagine del Gesù Misericordioso spesso viene identificata come quella della Divina Misericordia e giustamente poiché‚ nella passione, morte e risurrezione di Cristo la misericordia di Dio verso l'uomo si è rivelata con totale pienezza.

 

In cosa consiste il culto dell'immagine della Divina Misericordia?

L'immagine occupa una posizione chiave in tutta la devozione alla Divina Misericordia, poiché‚ costituisce una visibile sintesi degli elementi essenziali di questa devozione: esso ricorda l'essenza del culto, l'infinita fiducia nel buon Dio e il dovere della carità misericordiosa verso il prossimo. Della fiducia parla chiaramente l'atto che si trova nella parte bassa del quadro:"Gesù, confido in Te". L'immagine che rappresenta la misericordia di Dio deve essere per chiara volontà di Gesù un segno che ricordi l'essenziale dovere cristiano, cioè l'attiva carità verso il prossimo. "Essa deve ricordare le esigenze della Mia misericordia, poiché‚ anche la fede più forte non serve a nulla senza le opere" (Q. II, p. 278). La venerazione del quadro dunque consiste nell'unione di una orazione fiduciosa con la pratica di atti di misericordia.

Le promesse legate alla venerazione dell'immagine.

Gesù ha definito con molta chiarezza tre promesse:

- "L'anima che venererà questa immagine, non perirà" (Q. I, p. 18): cioè ha promesso la salvezza eterna.

- "Prometto pure già su questa terra (...) la vittoria sui nemici" (Q. I, p. 18): si tratta dei nemici della salvezza e del raggiungimento di grandi progressi sulla via della perfezione cristiana.

- "Io stesso la difenderò come Mia propria gloria" nell'ora della morte (Q. I, p. 26): ha cioè promesso la grazia di una morte felice.

La generosità di Gesù non si limita a queste tre grazie particolari. Poiché‚ ha detto: "Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della misericordia" (Q. I, p. 141), non ha posto alcun limite n‚ al campo n‚ alla grandezza di queste grazie e dei benefici terreni, che ci si può aspettare, venerando con incrollabile fiducia l'immagine della Divina Misericordia.

 

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