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Lo ha detto il Card. Bertone in un'intervista con i media messicani
ROMA, mercoledì, 21 marzo 2012 (ZENIT.org) – Il viaggio di Benedetto XVI in Messico è per incoraggiare i messicani, soprattutto i giovani. Lo ha dichiarato il cardinale segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, in un'intervista rilasciata all’emittente messicana Televisa e ripresa ieri dalla Radio Vaticana.
Definendo il Messico un “grande Paese dell’America Latina, un grande Paese cattolico, un Paese in pieno sviluppo”, il porporato ha ricordato i problemi e le sfide “formidabili” che sta attraversando la Nazione, “soprattutto le sfide della violenza, le sfide della corruzione, del narcotraffico, che esigono l’impegno di tutti, l’impegno di tutte le istanze religiose, civili, sociali per superare questa fase e per rifondare il Messico sui valori cristiani, che sono nel DNA del popolo messicano”.
“Il Papa – così ha proseguito il salesiano - porta un messaggio di incoraggiamento in questa direzione e porta questo messaggio soprattutto ai giovani perché non si lascino scoraggiare, perché non si lascino catturare da facili mire, da facili orizzonti magari di guadagno e di arrivismo, ma si sentano impegnati a costruire una società solidale, una società onesta, una società dove ciascuno abbia il proprio posto, il proprio riconoscimento”.
Il Segretario di Stato ha descritto la fede dei messicani come “popolare” e “solida”, “non superficiale”. “E da questo punto di vista – ha ribadito il porporato - credo che ancora adesso la fede non si sia affievolita, anzi: proprio di fronte ai problemi e alle sfide, c’è bisogno di un maggior radicamento nella fede e c’è bisogno di un aiuto dall’Alto e quindi di maggiore preghiera, ma anche di maggiore impegno personale”.
Per quanto riguarda i rapporti tra Chiesa e Stato, il porporato ha dichiarato che “si sono evoluti, senza dubbio, molto positivamente”. Il ristabilimento dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e il Messico, avvenuto vent'anni fa, è per Bertone “un segnale di rilevanza pubblica della Chiesa come tale”. “E' un riconoscimento della funzione universale svolta dalla Chiesa e dalla Santa Sede”.
Fra le cose da migliorare, ci sono le questioni relative ai valori “irrinunciabili” ed “etici”, proprio “quelli che fondano la vita onesta”, in particolare le questioni della famiglia, della tutela della vita e delle libertà fondamentali.
A tal proposito, il Segretario di Stato ha sottolineato l'importanza del dibattito e voto sulla nuova legge di libertà religiosa al Congresso messicano. “Se resiste il diritto alla libertà religiosa, anche gli altri diritti sono tutelati e protetti”, così ha dichiarato. Se cade invece il diritto basilare e fondamentale alla libertà religiosa “vacillano anche gli altri diritti”. “Questa è l’esperienza storica”, ha spiegato.
Qui il porporato ha ricordato l'impegno della Chiesa per la difesa della vita, sia quella non ancora nata che quella già nata. “Il non uccidere” - ha ricordato Bertone - ha in Messico, dove le uccisioni sono purtroppo all’ordine del giorno, infatti “un’eco molto dolorosa”. “E quindi anche su questo punto, su questo comandamento del Decalogo, siamo tutti impegnati direi in prima fila”.
“Tutti – la Chiesa, le Chiese, le autorità civili – tutte le istanze sociali e politiche sono impegnate in questo campo”, ha continuato il cardinale, che ha fatto ricordare che “la prima missione della Chiesa è per l’appunto una missione educativa, quella di educare le coscienze”.
Sulla domanda perché Benedetto XVI ha scelto Guanajuato e non Guadalupe, il cardinale di Stato ricorda che già il Beato Giovanni Paolo II voleva visitare la città, il cui Santuario di Cristo Rey sulla collina del Cubilete costituisce infatti il centro geografico del Messico e rappresenta anche “il cuore della fede eroica del popolo messicano”.
“E' un richiamo a una storia che è esemplare per tutte le Chiese locali del mondo, per tutti i Paesi, specialmente adesso che ci vuole eroismo per conservare e professare la propria fede cattolica”, ha detto. Si tratta dunque di “un grande gesto del Santo Padre”, che “il popolo messicano saprà apprezzare pienamente”, così ha concluso Bertone.
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