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All'Angelus il Papa spiega come e perché Gesù guarisce
di Antonio Gaspari
CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 5 febbraio 2011 (ZENIT.org) - “Le malattie sono un segno dell’azione del Male nel mondo e nell’uomo, mentre le guarigioni dimostrano che il Regno di Dio, Dio stesso è vicino”.
Lo ha detto il Pontefice Benedetto XVI, oggi 5 febbraio dalla finestra del suo studio, rivolgendosi ai fedeli che affollavano Piazza San Pietro a Roma.
Nell’introdurre la preghiera dell’Angelus, il Papa ha spiegato che “Gesù Cristo è venuto a sconfiggere il Male alla radice, e le guarigioni sono un anticipo della sua vittoria, ottenuta con la sua Morte e Risurrezione”.
Commentando il Vangelo del giorno, in cui si ricorda Gesù che guarisce la suocera di Simone Pietro e i malati di Cafarnao, il Vescovo di Roma ha sottolineato che il Cristo “è venuto a chiamare e a salvare” perché "non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati".
Secondo Benedetto XVI, è paradossale, ma “la malattia può essere un momento salutare in cui si può sperimentare l’attenzione degli altri e donare attenzione agli altri!”.
“La malattia è una prova - ha aggiunto il Pontefice - che può diventare lunga e difficile e quando la guarigione non arriva e le sofferenze si prolungano, si può rimanere come schiacciati, isolati, e allora la nostra esistenza si deprime e si disumanizza”.
Alla domande su come reagire all’attacco del male, Benedetto XVI ha ringraziato la medicina che “ha fatto passi da gigante” ma “la Parola di Dio ci insegna che c’è un atteggiamento decisivo e di fondo con cui affrontare la malattia ed è quello della fede in Dio, nella sua bontà”.
“La tua fede ti ha salvato”, dice Gesù alle persone che ha guarito, e “persino di fronte alla morte, la fede può rendere possibile ciò che umanamente è impossibile”.
Ma fede in che cosa? Il Pontefice ha replicato: “Nell’amore di Dio. Ecco la vera risposta, che sconfigge radicalmente il Male. Come Gesù ha affrontato il Maligno con la forza dell’amore che gli veniva dal Padre, così anche noi possiamo affrontare e vincere la prova della malattia tenendo il nostro cuore immerso nell’amore di Dio”.
Benedetto XVI ha ricordato le innumerevoli persone che hanno sopportato sofferenze terribili nella grazie di Dio, ed ha indicato l’esempio della beata Chiara Badano, stroncata nel fiore della giovinezza da un male senza scampo, eppure “quanti andavano a farle visita, ricevevano da lei luce e fiducia!”.
Insieme alla fede il Papa ha chiesto amorevole carità, “nella malattia - ha sostenuto - abbiamo tutti bisogno di calore umano: per confortare una persona malata, più che le parole, conta la vicinanza serena e sincera”.
Il Pontefice ha concluso chiedendo ai fedeli di porre attenzione a sabato prossimo, 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, Giornata Mondiale del Malato, ed ha proposto di fare come la gente dei tempi di Gesù, e cioè “spiritualmente presentiamo a Lui tutti i malati, fiduciosi che Egli vuole e può guarirli. E invochiamo l’intercessione della Madonna, specialmente per le situazioni di maggiore sofferenza e abbandono. Maria, Salute dei malati, prega per noi!”.
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