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Il documentario della RAI proiettato all'Umbria International Film Fest
di Luca Marcolivio
TERNI, venerdì, 25 novembre 2011 (ZENIT.org) – Quella delle apparizioni mariane di Medjugorje è una storia di cui si parla molto di più tra fedeli comuni, che non nei mezzi di comunicazione o nell’ambito delle gerarchie ecclesiastiche.
Non sono nemmeno tantissime le inchieste o i dossier svolti sulla vicenda. Uno dei reportage più qualificati sul tema è il documentario I segreti di Medjugorje, diretto da Elisabetta Castana ed uscito lo scorso gennaio su Raidue nell’ambito della trasmissione La storia siamo noi a cura di Giovanni Minoli.
Il documentario è stato riproposto ieri sera a Terni, in occasione dell’Umbria International Film Fest, alla presenza della regista che ha illustrato al pubblico presente la genesi e le ragioni del proprio lavoro.
“L’idea di girare questo reportage – ha raccontato Castana - mi venne proprio a Medjugorje un anno che ebbi l’occasione di seguire un festival con altri documentari in concorso. Pensai che sarebbe stato interessante girare un servizio il più possibile obiettivo, non trascurando né le ragioni della fede, né quelle della scienza”.
Castana afferma di aver riscontrato molto interesse da parte dei pellegrini riguardo alla sua inchiesta, mentre i veggenti sono più inclini alla prudenza e alla discrezione.
Medjugorje, comunque, si conferma luogo di contrasti e duplicità: da un lato c’è la luce della fede riscoperta da molte persone, dall’altro vi sono aspetti misteriosi, molti dei quali, verosimilmente, saranno chiariti solamente dopo la rivelazione dei dieci segreti, affidati dalla Gospa ai sei veggenti.
Il documentario affianca voci favorevoli ed altre decisamente più scettiche sul fenomeno, offrendo il microfono tanto alle opinioni dei laici quanto a quelle dei credenti.
Tra gli scettici figura lo storico laico Raffaele Ascheri che riduce il fenomeno ad una montatura da parte dei francescani attivi nella diocesi di Mostar, dove è situata anche Medjugorje.
Questi ultimi, a seguito di un ridimensionamento subito negli ultimi anni di pontificato di Paolo VI, quando metà di loro erano stati allontanati dalle parrocchie della diocesi, sentivano il bisogno di una rivalsa nei confronti del Vaticano, attraverso qualcosa di clamoroso e spettacolare che potesse ridare loro consenso e visibilità.
Secondo Ascheri, quindi, i francescani avrebbero plagiato e manipolato i sei veggenti che, all’epoca delle prime apparizioni, erano appena adolescenti.
La tesi del complotto fraudolento è sostenuta anche dal vaticanista Giancarlo Zizola (scomparso nel settembre 2011, pochi mesi dopo la realizzazione del documentario) che parla di una “Fatima dell’Est in funzione anticomunista”.
La storica Bianca Valota, invece, si mostra sospettosa sul ritorno economico che, effettivamente, l’arrivo dei pellegrini ha apportato alla località bosniaca.
Le obiezioni che Castana espone nel documentario è: come avrebbero potuto i sei veggenti mentire per più di trent’anni senza mai contraddirsi? Quanto ai francescani, cosa avrebbe potuto spingerli a sfidare così apertamente il regime comunista in anni così delicati, in cui, nessuno, nemmeno lontanamente, intuiva il suo prossimo crollo?
Il documentario si addentra poi negli aspetti più spiccatamente scientifici del fenomeno Medjugorje.
Ad esempio, lo stato di estasi in cui i veggenti cadono durante le apparizioni, confermano alcuni medici, non è scientificamente spiegabile. Si tratterebbe di uno stato alterato di coscienza, durante il quale i veggenti risultavano completamente insensibili agli stimoli esterni. Ciò dimostra che da parte loro non c’è alcuna simulazione, né frode.
Altri specialisti ritengono che le apparizioni siano effettivamente avvenute in passato, mentre oggi, quello che avviene sono delle autosuggestioni determinate dalla forte emozione provata in passato nell’incontro con la Vergine Maria.
Anche fenomeni – sostiene la documentarista - come quello della rotazione solare o del Cristo che lacrima da una gamba, andrebbero vissuti al di là degli “effetti speciali” che producono, ovvero, sempre nell’ottica di una fede non viziata dall’emotività.
“Lo stesso padre Danko – ha sottolineato Castana – invita sempre a non guardare i movimenti insoliti del Sole per non distrarsi dalla preghiera”.
Intanto, comunque, lo studioso del CNR, Valerio Rossi Albertini, nel documentario afferma: “Non abbiamo riscontrato fenomeni anomali. Abbiamo rilevato un’intensità del disco solare uniforme, senza né appannamenti, né distorsioni”.
Quanto ai bagliori sulle colline il ricercatore osserva che “in alcuni fotogrammi si registra un’intensità superiore a quella del cielo, a testimoniare che c’è una luminosità eccedente, un bagliore registrato dagli strumenti di misura”. Andrebbero quindi verificato se esiste un nesso di casualità tra le variazioni della temperatura e i bagliori.
Sull’autoreferenzialità in cui talora cadono certi gruppi di preghiera legati a Medjugorje, Castana ha dichiarato a Zenit che, effettivamente, c’è il rischio, da parte di molti pellegrini, “di non approfondire l’esperienza di fede fatta”. È giusto quindi educarli a “viverla nella propria quotidianità”.
A questo scopo esistono corsi di formazione per le guide, mentre sacerdoti della comunità medjugorjana come padre Danko “insistono molto sull’aspetto del dopo-pellegrinaggio, su come il pellegrino deve testimoniare quello che ha vissuto, quando torna nella sua realtà di ogni giorno”.
Alla fine la regista ha ammesso che “gli argomenti a favore delle apparizioni sono superiori a quelli contrari” e che fenomeni come le centinaia di vocazioni nate nella località bosniaca sembrerebbero dimostrarlo.
Secondo Castana se la Chiesa dovesse un giorno bollare le apparizioni di Medjugorje come non autentiche andrebbe addirittura “incontro a uno scisma”.
E comunque, ha aggiunto, “i miracoli sono molti più di quelli che vengono raccontati: si stima ne siano avvenuti più di 500, senza contare i miracoli più grandi, quelli legati alle conversioni”.
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