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Il commento del Papa al termine del concerto organizzato in Vaticano dal Principato delle Asturie
CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 27 novembre 2011 (ZENIT.org) – Ieri pomeriggio la giornata del Santo Padre è stata allietata da un concerto in suo onore, offerto dal Governo del Principato delle Asturie e tenutosi nell’Aula Paolo VI.
L’Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias, diretta dal Maestro Maximiano Valdés, ha eseguito musiche di Manuel de Falla (1876-1946), Isaac Albéniz (1860-1909), Jesús Rueda (1961), Richard Strauss (1864-1949), Nikolai Rimsky-Korsakov (1844-1908).
Mecenate dell’evento è stata la Fondación María Cristina Masaveu Peterson, il cui Presidente, Fernando Masaveu, ha indirizzato in apertura parole di omaggio al Benedetto XVI.
Al termine dell'esecuzione, il Papa ha ringraziato gli organizzatori e i musicisti per lo “splendido concerto” e per la possibilità avuta, attraverso di esso, di compiere “un viaggio interiore”, attraverso “il folclore, i sentimenti e il cuore stesso della Spagna”.
Il Santo Padre - che, com’è noto, suona il piano ed è un grande appassionato di musica classica - ha sottolineato la “caratteristica di fondo” dei motivi ascoltati ieri sera: “la capacità di comunicare musicalmente sentimenti, emozioni, anzi direi quasi il tessuto quotidiano della vita”.
Il concerto offerto dal Principato delle Asturie, fondendo elementi della canzone popolare e della musica colta, ha trasmesso, in molti suo passaggi, una vera “alegria de vivir, la gioia di vivere, il clima della festa”, ha osservato il Papa.
Dalle composizioni ascoltate ieri, tuttavia, emerge, secondo il Pontefice anche un elemento “more ispano” che è “quello religioso di cui è profondamente intrisa la gente della Spagna”.
Nel brano di Rimsky-Korstakov, ad esempio, compaiono “un’antica invocazione asturiana con cui si chiede la protezione della Vergine Maria e di san Pietro” e “un canto gitano alla Madonna”, ha ricordato Benedetto XVI.
“Sono le meraviglie che opera la musica, questo linguaggio universale che ci permette di superare ogni barriera e di entrare nel mondo dell’altro, di una Nazione, di una cultura, e ci permette anche di volgere la mente e il cuore verso l’Altro con la ‘A’ maiuscola, di innalzarci, cioè, al mondo di Dio”, ha proseguito il Santo Padre, prima dei ringraziamenti e della Benedizione finale.
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