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Ospite alla Gregoriana, il Presidente del Consiglio d'Europa ha elogiato le radici cristiane
ROMA, domenica, 13 novembre 2011 (ZENIT.org) - È durata l’intera giornata di sabato la visita a Roma di Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio d’Europa. In mattinata Van Rompuy è stato ricevuto in Udienza da papa Benedetto XVI, intraprendendo con il Pontefice un colloquio durato una ventina di minuti.
“Viviamo un periodo di crisi”, ha esordito il papa nel suo discorso all’eurodirigente belga. “L’Europa ha grandi problemi”, ha aggiunto il Santo Padre, con riferimento particolare alla crisi economica. Successivamente Van Rompuy ha presentato la moglie e il resto della sua delegazione al Papa.
Secondo quanto riferito dalla Sala Stampa Vaticana l’incontro si è svolto “in un clima di cordialità” che ha permesso “un utile scambio di opinioni sulla situazione internazionale e sul contributo che la Chiesa Cattolica desidera offrire all’Unione Europea”.
Il presidente del Consiglio Europeo ha donato al Papa il libro Europe epure du dessin (“Europa schizzo di un progetto”), mentre Benedetto XVI ha omaggiato Van Rompuy e la sua delegazione della medaglia del pontificato.
Dopo l’incontro con il Papa Van Rompuy è stato ricevuto dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone e dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Dominique Mamberti.
Successivamente il presidente del Consiglio Europeo si è recato in visita alla Comunità di Sant’Egidio dove si è trattenuto a pranzo, discutendo ancora di Europa, di crisi economica e dell’impegno dell’Unione Europea in Nord Africa, dopo la primavera araba.
Van Rompuy ha infine partecipato alla conferenza Vivere insieme nell’Europa di oggi, ospitato dalla Pontificia Università Gregoriana, nel corso della quale ha difeso le radici cristiane del vecchio continente.
Il presidente del Consiglio d’Europa ha citato lo storico belga Jacques Pirenne che affermava: “L’Europa è un vero caos, formato da antichi popoli romani, la cui civiltà ha origini millenarie, e da popoli nuovi tra cui si trovano tutti i gradi di barbarie e di semi-barbarie. La Chiesa, riunendoli nel Cristianesimo, crea l’Europa. Essa non sarà un’entità politica, né un’entità economica, essa sarà esclusivamente una comunità cristiana”.
Il cristianesimo è stato un “elemento costitutivo” che ha “marcato profondamente le strutture” del vecchio continente, ha aggiunto l’ex premier belga.
L’Europa come progetto politico “è stata la risposta alla guerra, all’orrore”. Essa è “fondata su questo rifiuto e su questa scelta, per l’uomo, contro la barbarie e il totalitarismo”, ha osservato Van Rompuy.
L’unione dei valori che dovrebbero mettere insieme le nostre comunità non potrà essere solamente la “solidarietà”, concetto che “per non essere troppo sterile, implica una nozione di condivisione e di amore”. È proprio l’amore, secondo Van Rompuy, tale elemento fondante: un amore “gratuito, nel senso del dono”.
L’amore è una “forza trascendente”, senza comunque essere “astratto”. “Ha bisogno, anch’esso, di concretezza – ha proseguito l’eurodirigente - . L’amore, come anche la fede, è morto se non si traduce in opere”.
Dopo aver reso omaggio alla Compagnia di Gesù e al grande lascito religioso, culturale e civile della congregazione di Sant’Ignazio di Loyola, Van Rompuy ha concluso con un elogio alla città di Roma, citando una frase di papa Pio XII: “Roma, la genitrice, l’annunciatrice, la tutrice di civiltà e di eterni valori di vita”.
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