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Gli antidoti di Santa Teresa contro gli inganni della New Age

Santa Teresa d'AvilaII° Congresso internazionale Teresiano

ÁVILA, venerdì, 16 settembre 2011 (ZENIT.org).- La mistica carmelitana possiede una chiave che, “solo di per sé, spezza la pseudo-mistica della New Age: il nesso intrinseco tra la Trinità e tutti gli altri misteri umani”.

Lo ha affermato il Vescovo di Ciudad Rodrigo (Spagna), monsignor Raúl Berzosa, intervenendo al II Congresso Internazionale Teresiano, il 4 settembre.

“Nel cristianesimo, nella mistica carmelitana, non si può applicare il termine 'autorealizzazione', perché neanche l'uomo e la donna più sviluppati nella loro esistenza possono raggiungere da se stessi la pienezza. Tutto è dono e compito, grazia e libertà”, ha sottolineato.

“Nel libro 'Cammino di Perfezione' di Santa Teresa possiamo scorgere alcune chiavi o antidoti per far fronte agli inganni mistici della New Age”, per la quale l'uomo e la donna di oggi hanno già dentro di sé tutto il loro potenziale.

Il presule ha sottolineato che il termine “mistica” equivale a “ricerca appassionata del Dio vivo, scoperta del Dio vivo, incontro con il Dio vivo, abbraccio con il Dio vivo, già in questo mondo e in questa nostra umanità”.

Monsignor Berzosa ha indicato che “solo sotto l'azione dello Spirito Santo l'uomo si troverà in profondità con se stesso e si realizzerà il processo di vera maturazione dell'umanità, in modo individuale e comunitario”.

In tutto ciò, ha segnalato, “pulsa una base classico-ascetico-mistica molto carmelitana: l'affermazione che la presenza della Trinità in noi è triplice: per creazione, per grazia, per unione”.

Religioni superate?

Il presule ha quindi descritto i tratti spirituali e gli elementi teologici della New Age, mettendo in rilievo alcuni dei suoi punti di divergenza con il cristianesimo.

La New Age, ha avvertito, “non va contro le religioni, cerca di superarle da dentro”.

In tal senso, ha riassunto il processo: “Anni '60: Cristo sì, Chiesa no. Anni '70: Dio sì, Cristo, no. Anni '80: Religione sì, Dio no. Anni '90: Spiritualità sì, religione no”.

In altre parole, si è riferito a quanti hanno visto il “passaggio da una religiosità confessionale a un'altra dell'esperienza, da una religiosità istituzionalizzata a un'altra personalizzata, da una religiosità formale a un'altra più interiorizzata”.

Menzogne della New Age

Ha anche riferito le “quattro menzogne o tentazioni” spirituali della New Age, già raccolte in Genesi 3,1-5 e il cui autore sarebbe il Tentatore: Sarete come dei (panteismo), Non morirete mai (reincarnazione), Conoscerete il bene e il male (relativismo e soggettivismo morale) e Si apriranno i vostri occhi (esoterismo illuminista).

“La fede cristiana non è un'iniziazione esoterica, né un cammino di illuminazione della coscienza”, ha spiegato. “Né la salvezza consiste in un'esperienza di pienezza cosmica attraverso un processo di reincarnazione”.

Il presule ha quindi segnalato la grande portata di questa spiritualità e di questo stile di vita, arrivando a dire che la New Age è come l'“anima o spirito della globalizzazione economica neoliberale”.

“Se qualche decennio fa (1960-1970) si parlava di trasformazione sociale, impegno sociale, cambiamento di strutture (marxismo), oggi si parla di coscienza superiore, di vibrazioni positive, di qualità di vita, di armonia profonda, di meditazione trascendentale, di energia, di nuovo ordine mondiale e globalizzazione”, ha detto.

Quanto al profilo delle persone più attratte da questo nuovo paradigma, ha sottolineato che “fa presa su persone del primo mondo, di classe medio-alta, tra i 25 e i 50 anni - che hanno lo stomaco pieno ma la testa e il cuore vuoti, e che sono le grandi assenti delle nostre comunità cristiane”.

Ad ogni modo, il Vescovo Berzosa ha affermato che “la moda della New Age sfumerà, ma le domande che pone rimarranno”, “domande alle quali il cristianesimo ha saputo e saprà rispondere partendo dal mistero profondo e integrale di Gesù Cristo”.

Congresso

Il II Congresso Internazionale Teresiano in preparazione al quinto centenario della nascita di Santa Teresa si è celebrato presso l'Università della Mistica di Ávila dal 29 agosto al 4 settembre.

Vi hanno partecipato più di 100 persone di 20 nazionalità, e gli organizzatori calcolano che oltre 6.000 persone abbiano seguito in qualche momento le giornate su Internet.

Il Congresso ha permesso di approfondire la saggezza di questo dottore della Chiesa a partire dalla sua opera “Cammino di Perfezione”.

Il manoscritto originale di questa grande opera, che in genere è conservato nel monastero delle Carmelitane scalze di Valladolid, era esposto nel cortile dell'Università della Mistica in occasione del Congresso.

 

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • Stefania Pasquali

    20-09-2011 14:26 - #1
    Propongo un interessante articolo di Andrea Porcarelli (Docente di Filosofia e Scienza delle religioni. Studio Filosofico Domenicano, Bologna) inerente l'argomento trattato: "La necessità di un atteggiamento pastorale equilibrato. Le problematiche pastorali che si legano al confronto con la cultura New Age si collocano fondamentalmente su due versanti: la chiarezza delle rispettive identità e le modalità con cui ricercare un dialogo proficuo. Sul primo versante è bene non nascondersi alcune difficoltà. Il fatto che il cristianesimo, come del resto tutte le altre religioni, venga compreso nell’orizzonte New Age come una delle tante forme di elevazione spirituale — il cui vero significato non sarebbe quello affermato dalla Chiesa, bensì quello che di volta in volta i diversi guru ritengono di volergli attribuire — pone problemi abbastanza significativi. Uno è quello della cosiddetta “doppia appartenenza” (cioè il fatto di essere simultaneamente cristiani e seguire la mentalità New Age) cosa peraltro pienamente in linea con la logica del movimento, ma per nulla in linea con la logica di Cristo. Tenendo conto, poi, delle peculiari caratteristiche del metanetwork, si può anche considerare il caso di una sorta di “doppia appartenenza parziale”, assistendo così al convivere di una fede cristiana — magari un po’ intiepidita — con elementi dottrinali che appartengono al panorama New Age: credenza nella reincarnazione, considerare il mondo come una sorta di unico essere vivente, ritenere superflua la mediazione della Chiesa, dei suoi sacramenti e dei suoi ministri, nelle diverse tappe della propria vita spirituale. Su tutti questi punti problematici è necessario fare chiarezza, in modo che i cristiani abbiano piena consapevolezza di ciò che è sintonico e di ciò che è distonico rispetto all’identità della propria fede: in tal senso, «la New Age rappresenta una grande sfida per il cristianesimo. Non soltanto perché essa si diffonde con tanta intensità, ma soprattutto perché se la prende espressamente con il cristianesimo, benché essa incorpori intere porzioni del patrimonio cristiano, a cominciare dalla Bibbia. Inoltre, la New Age si atteggia a religione nuova, planetaria, universale, la religione che succede a tutte le religioni precedenti e le conduce alla perfezione; la New Age è straordinariamente abile nel lusingare i sogni dell'uomo moderno» (Danneels, 1991, p. 422). Una volta sgombrato il campo da ogni possibile equivoco si potranno rilevare le possibili convergenze fra alcuni contenuti del cristianesimo e le idee veicolate dall’Età dell’Acquario (cosa che non dovrà sorprendere, in quanto varie di esse — come avviene nel caso di molti movimenti religiosi alternativi — derivano da trasposizioni del messaggio cristiano). Andrebbe inoltre precisato se il contesto di tale confronto debba essere quello del dialogo interreligioso o meno, dati i caratteri sincretisti e soggettivisti mostrati dal movimento che, per questo, assume piuttosto il carattere di un’atmosfera culturale di natura settaria, e solo in senso assai lato quelli di una religione. In ogni caso, si tratterebbe pur sempre di un confronto e di un dialogo su valori comuni a tutti gli “uomini di buona volontà”. Un maggiore rispetto per la natura, una saggia cura per la propria salute, il desiderio di una spiritualità che non si limiti a formalismi estrinseci o abitudinari, l’auspicio di un mondo privo di conflitti ed in cui siano possibili pace, uguaglianza e fratellanza, fatte le debite puntualizzazioni sull’origine e la ragione ultima di tali aspirazioni, rappresentano pur sempre un proficuo terreno di dialogo. Ma ancor più importante è un’evangelizzazione capace di svelare l’autentica origine antropologica, culturale e religiosa di tali aspirazioni ed il loro compimento nel mistero del Verbo incarnato, nei suoi rapporti con la vicenda storica ed esistenziale di ogni essere umano e con il senso di tutto l’universo".
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