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Il Papa vuole che le GMG siano un incontro dei giovani con Dio

Il Santo Padre incontra i giornalisti durante il volo che lo ha portato a MadridSpiega ai giornalisti perché ha portato avanti questa iniziativa di Giovanni Paolo II. Pubblichiamo diversi passaggi dell'intervista

di Jesús Colina

 

MADRID, giovedì, 18 agosto 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVI vuole che le Giornate Mondiali della Gioventù alle quali partecipa a Madrid (Spagna) diventino un incontro dei giovani del mondo con Dio.

Lo ha spiegato ai giornalisti che questo giovedì mattina lo accompagnavano sull'aereo dell'Alitalia che lo ha portato all'aeroporto madrileno di Barajas.

Nella tradizionale conferenza stampa che offre in occasione di questi viaggi, il Pontefice ha rivelato che ha deciso di portare avanti questa iniziativa, ideata da Giovanni Paolo II, perché vi vede “un grande incontro dei giovani del mondo con il Signore”.

“Una rete universale di amicizia”

“Direi che queste GMG sono un segnale, una cascata di luce, danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti”, ha affermato.

Secondo il Pontefice, alla GMG i giovani “vedono che non sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale, e così mi sembra nascono amicizie sopra i confini delle diverse culture, dei diversi Paesi”.

A suo avviso, “questa nascita di una rete universale di amicizia che collega mondo e Dio è un’importante realtà per il futuro dell’umanità, per la vita dell’umanità di oggi”.

Un evento di anni, non di giorni

Il Vescovo di Roma ha spiegato ai giornalisti che la GMG non è un evento che dura solo quattro giorni e ha ricordato che è stata preparata per anni, in particolare dalla Croce dei Giovani, che ha percorso prima vari Paesi del mondo e infine la Spagna, per creare l'ambiente appropriato per questa occasione.

Tale preparazione spirituale, ha aggiunto, permette ai giovani di “mettersi in cammino verso gli altri e insieme verso Dio. E dopo si crea la fondazione di gruppi di amicizia”.

Questo “contatto universale” “apre le frontiere delle culture e dei contrasti umani e religiosi” ed “è un cammino continuato che poi guida ad un nuovo vertice di una nuova GMG”.

Per questo, il Papa ha assicurato la sua decisione di portare avanti “questa grande idea del Beato Papa Giovanni Paolo II”.

“Sarà per moltissime persone l’inizio di un’amicizia con Dio e con altri, di una universalità del pensiero, di una responsabilità comune che realmente ci mostra che portano frutti questi giorni”, ha concluso.

 

Pubblichiamo di seguito una trascrizione giornalistica di lavoro delle risposte di Benedetto XVI alle domande dei giornalisti presenti sull’aereo diretto a Madrid in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù.

 

* * *

Quella di Madrid è la XXVI GMG. All’inizio del suo pontificato ci si era domandati se lei avrebbe continuato nel segno del suo predecessore. Come vede il significato di questi eventi nella strategia pastorale della Chiesa universale?

Benedetto XVI: Cari amici, buongiorno. Sono contento di andare con voi in Spagna per questo grande avvenimento e dopo due GMG vissute anche personalmente posso dire che era veramente un’ispirazione che è stata donata da Papa Giovanni Paolo II quando ha creato questa realtà: un grande incontro dei giovani del mondo con il Signore. Direi che queste GMG sono un segnale, una cascata di luce, danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui vedono che non sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale, e così mi sembra nascono amicizie sopra i confini delle diverse culture, dei diversi paesi e questa nascita di una rete universale di amicizia che collega mondo e Dio è un’importante realtà per il futuro dell’umanità, per la vita dell’umanità di oggi. Naturalmente la GMG non può essere un avvenimento isolato fa parte di un cammino più grande. Va preparato da questo cammino della croce che trasmigra in diversi paesi e coinvolge i giovani nel segno della croce e nel meraviglioso segno della Madonna. E così [...] la preparazione della GMG, molto più che la preparazione tecnica, e un avvenimento con molti problemi tecnici, è una preparazione interiore, un mettersi in cammino verso gli altri e insieme verso Dio. E dopo si crea la fondazione di gruppi di amicizia generica e tenere questo contatto universale che apre le frontiere delle culture e dei contrasti umani e religiosi è un cammino continuato che poi guida ad un nuovo vertice di una nuova GMG. Mi sembra che la GMG si debba considerare in questo senso, come segno, una parte di un grande cammino, crea amicizie, apre frontiere e rende visibile che è bello essere con Dio, che Dio è con noi. In questo senso, vogliamo continuare con questa grande idea del Beato Papa Giovanni Paolo II.

L’Europa e il mondo occidentale vivono una crisi economica profonda che manifesta anche segnali di una grave crisi sociale e morale, di grande incertezza per il futuro, particolarmente dolorosa per i giovani [...] Quali messaggi può dare la Chiesa per la speranza e l’incoraggiamento dei giovani del mondo?

Benedetto XVI: Ecco si conferma nella crisi attuale economica quanto è già apparso nella precedente grande crisi: che la dimensione etica non è una cosa esteriore ai problemi economici, ma una dimensione interiore e fondamentale. L’economia non funziona solo con una autoregolamentazione mercantile, ma ha bisogno di una ragione etica per funzionare per l’uomo e appare di nuovo quanto aveva già detto nella sua prima enciclica sociale Giovanni Paolo II. Che l’uomo deve essere il centro dell’economia e che l’economia non si deve misurare secondo il massimo di profitto, ma secondo il bene di tutti e include la responsabilità dell’altro, e funziona veramente bene solo se funziona in modo umano nel rispetto dell’altro con le diverse dimensioni: responsabilità per la propria nazione e non solo per se stesso, responsabilità per il mondo, anche la nazione non sta in sé, anche l’Europa non sta in sé ma è responsabile per l’intera umanità e deve pensare ad affrontare i problemi economici sempre in questa chiave di responsabilità anche per le altre parti del mondo, per quelle che soffrono hanno sete e fame e non hanno futuro. E quindi terza dimensione di questa responsabilità è la responsabilità per il futuro: sappiamo che dobbiamo proteggere il nostro pianeta, ma dobbiamo proteggere tutto sommato il funzionamento del servizio del lavoro economico per tutti e pensare che il domani è anche l’oggi. Se i giovani di oggi non trovano prospettive nella loro vita anche il nostro oggi è sbagliato, è male. Quindi la Chiesa con la sua dottrina sociale, con la sua dottrina sulla responsabilità di Dio apre la capacità di rinunciare al massimo del profitto e di vedere le cose nella dimensione umanistica e religiosa, cioè essere l’uno per l’altro e così si possono anche aprire le strade. E diciamo che il gran numero di volontari, che lavorano in diverse parti del mondo non per sé ma per gli altri e trovano così il senso della propria vita, dimostra che è possibile fare di questo una educazione a questi grandi scopi, come cerca di fare la Chiesa è fondamentale per il nostro futuro.

Volevo chiederle del rapporto tra verità e multiculturalità. L'insistenza sull’unica Verità che è Cristo può essere un problema per i giovani d’oggi?

Benedetto XVI: Il collegamento tra verità e intolleranza, monoteismo e incapacità di dialogo con gli altri è un argomento che spesso ritorna nel dibattito sul cristianesimo di oggi. E naturalmente è vero che nella storia ci sono stati anche abusi sia del concetto della verità che del concetto di monoteismo. C’erano abusi ma la realtà è totalmente diversa, l’argomento è sbagliato. Perché la verità è accessibile solo nella libertà. Si possono imporre con violenza i comportamenti, le osservanze, attività, ma non la verità. La verità si apre solo al consenso libero e perciò libertà e verità sono intimamente unite: l’una è condizione dell’altra. E del resto cerchiamo la verità, i veri valori, che danno vita al futuro e senz’altro non vogliamo la menzogna, non vogliamo il positivismo di norme imposte con una certa forza. Solo i valori veri portano al futuro e diciamo è necessario quindi cercare i valori veri e non lasciar correre l’arbitrio di alcuni e non lasciar fissarsi una ragione positivista che ci dice circa i problemi etici e i grandi problemi dell’uomo, non c’è una verità razionale. Questo significa esporre l’uomo all’arbitrio di quanti hanno il potere. Dobbiamo sempre essere alla ricerca della verità dei veri valori, che abbiamo nei diritti umani fondamentali, e altri simili. I diritti fondamentali sono conosciuti e riconosciuti e proprio questo ci mette in dialogo l’uno con l’altro. La verità come tale è dialogante. Perché cerca di conoscere meglio, capire meglio e lo fa in dialogo con gli altri. Così ricercare la Verità e la dignità dell’uomo, è la maggiore difesa della libertà.

Come far sì che l’esperienza positiva della GMG continui nella vita di ogni giorno?

Benedetto XVI: La semina di Dio è sempre silenziosa, non appare subito nelle statistiche, e quel seme che il Signore mette sulla terra con la GMG è come quel seme di cui parla il Vangelo, qualcosa cade sulla strada e si perde, qualcosa cade su pietra e si perde, qualcosa cade sulle spine e si perde, ma qualcosa cade su terra buona e porta grande frutto. Proprio così è anche con la semina della GMG, molto si perde e questo è umano, e con altre parole sempre del Signore il granello di senape è piccolo ma cresce e diventa un grande albero. Con altre parole, certamente molto si perde, non possiamo subito dire da domani ricomincia una grande crescita della Chiesa. Così Dio non agisce. Ma cresce in silenzio, tanto. So dalle altre GMG che hanno fatto nascere tante amicizie, amicizie per la vita; tante nuove esperienze che Dio c’è, e su questa crescita silenziosa noi facciamo fiducia e siamo sicuri, anche se le statistiche non ne parlano molto, che realmente cresce il seme del Signore. E sarà per moltissime persone l’inizio di un’amicizia con Dio e con altri, di una universalità del pensiero, di una responsabilità comune che realmente ci mostra che portano frutti questi giorni.

 

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