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Un Vescovo sudanese commenta l'evento di questo sabato
ROMA, venerdì, 8 luglio 2011 (ZENIT.org).- La nascita del nuovo Stato del Sud Sudan è un “miracolo” e una “sfida”, ha affermato il Vescovo Eduardo Hiiboro Kussala, della Diocesi di Tombura-Yambio, nell'estremo sud del Paese.
Il presule ha dichiarato che la creazione del Sud Sudan come Stato indipendente è un “miracolo”, ma ha anche messo in guardia circa le sfide che attendono la Nazione in futuro.
In una lettera pastorale diffusa alla vigilia dell'indipendenza ufficiale del Paese, che si celebrerà questo sabato, il Vescovo ha reso omaggio alle sofferenze dei sudanesi, soprattutto nei vent'anni di guerra civile che hanno dovuto affrontare, e ha sottolineato i sacrifici che saranno richiesti alla popolazione della nuova Nazione di fronte all'estrema povertà e alla violenza diffuse.
“Un giorno di indipendenza per la popolazione del Sud Sudan è un miracolo”, scrive il Vescovo nella sua lettera. “Una nuova speranza nasce nella storia del nostro Paese, e ci siamo levati alla luce della libertà e del rispetto, e dell'opportunità di una pace duratura, della riconciliazione nel nostro nuovo Paese, con i nostri vicini e col mondo intero”.
Il presule ammette comunque la presenza di “vari sentimenti”, sottolineando che lo spirito di festa dovrebbe essere temperato da rinnovati sforzi per far fronte ai conflitti tra il nuovo Paese e il Nord del Sudan.
Nelle due regioni di frontiera dell'Abyei e del Sud Kordofan, secondo i resoconti, 170.000 persone sono già state costrette ad abbandonare le proprie case.
Rimarcando l'impatto umanitario del conflitto, il Vescovo Hiiboro scrive che “la sfida è immensa”.
In un messaggio inviato di recente all'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ha sottolineato che il Sud Sudan “è ancora in una condizione fragile, senza istituzioni affidabili e trasparenti, ed è lungi dall'essere ben governato”.
In questo contesto, ha esortato le ONG e le agenzie caritative ad aiutare il nuovo Stato a far fronte ai suoi schiaccianti problemi sociali, politici ed economici, e a sviluppare la vita pastorale e la missione della Chiesa.
ACS ha risposto all'appello e ha fornito aiuti a migliaia di bambini sfollati che frequentano le scuole “Salvare il Salvabile” a Khartoum e nei dintorni, aiutando anche il sostentamento dei sacerdoti e fornendo veicoli e altri mezzi di trasporto per clero e religiosi, senza dimenticare l'aiuto alle suore, ai catechisti e alla costruzione di chiese.
La guerra civile che ha flagellato il Sudan dal 1983 al 2005 ha provocato 3 milioni di morti e vari milioni di sfollati interni o all'estero.
Il cessate il fuoco e il successivo Trattato di Pace del gennaio 2005 hanno portato a un accordo di divisione di potere ad interim tra il nord e il sud del Paese.
Il referendum del gennaio scorso ha dimostrato la volontà della schiacciante maggioranza degli abitanti del Sud Sudan di separarsi dal Nord, dando vita al 54° Stato africano.
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