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Carlo Climati al corso su "La suora nell'epoca digitale"
ROMA, lunedì, 11 luglio 2011 (ZENIT.org).- “Bisogna avere comprensione per i giovani che scelgono di costruirsi una vita parallela su internet, a volte anche indossando maschere, creando falsi profili sui social network o pseudo-identità nelle chat”.
E’ il messaggio lanciato l'11 luglio dallo scrittore Carlo Climati, autore di saggi sul mondo giovanile, intervenuto al corso dal titolo “La suora nell’epoca digitale”, organizzato a Roma dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Il corso, che si concluderà il 13 luglio, si rivolge a tutte le religiose che desiderano approfondire l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione, per la vita personale e per l’apostolato.
Nella sua conferenza sul tema della gioventù nell’era digitale, Carlo Climati ha affermato che “è giusto combattere con forza chi fa tutto questo per scopi illegali o ingannevoli. Ma occorre anche distinguere chi ha cattive intenzioni dalle tante persone timide e fragili, che cercano ascolto ed hanno difficoltà ad esprimersi”.
Climati ha poi spiegato che “sono tante le pressioni psicologiche che i giovani si ritrovano ad affrontare nel mondo di oggi. La fuga in una vita virtuale alternativa, tramite internet, può rappresentare un modo per riuscire a sopportare questo peso angosciante. E’ una facile medicina che può aiutare a guarire il senso di inadeguatezza che tormenta le nuove generazioni”.
“I ragazzi del terzo millennio – ha proseguito – sono spesso vittime dell’era dell’apparenza e dell’immagine, in cui tutto dovrebbe essere perfetto. Le edicole espongono riviste e calendari con le fotografie ritoccate al computer di modelle dalla bellezza irraggiungibile. Un cattivo uso della pubblicità, attraverso spot martellanti, spinge a credere che puoi essere felice soltanto se hai l’ultimo modello di automobile o di telefono di cellulare”.
“Tanti ragazzi, che non riescono ad assomigliare a certi modelli di falsa perfezione, rischiano di sprofondare in una crisi senza fine. Si sentono limitati, incompleti o addirittura inferiori rispetto al resto del mondo. Per questa ragione finiscono per sostituire la realtà con l’ambiente protetto di una vita virtuale su internet, in cui è possibile nascondersi dietro una maschera e sfuggire al giudizio degli altri.Si tratta di una tendenza sicuramente negativa, in quanto priva di autenticità. Ma deve essere affrontata considerando anche il punto di vista di quei giovani che hanno semplicemente difficoltà ad esprimersi”.
Nella sua conferenza al Regina Apostolorum di Roma, Climati ha sottolineato: “Bisogna combattere i fenomeni illegali di internet e, al tempo stesso, avere comprensione per chi sceglie di proteggersi nel guscio dei mondi virtuali, senza avere cattive intenzioni. In alcuni casi, dietro una falsa identità può nascondersi un disperato S.O.S., un bisogno di comunicare, di essere ascoltati senza essere giudicati”.
“Per questa ragione – ha aggiunto poi – tutti siamo chiamati ad utilizzare bene il web, giungendo in soccorso di chi ha bisogno di una mano tesa, di un momento d’ascolto e di un gesto di solidarietà”.
“Tanti ragazzi - ha detto ancora - attendono soltanto di essere amati da qualcuno. Qualcuno che li capisca, li ascolti e li abbracci. E che li venga a cercare senza cani e senza cattivi guardiani, anche sul web”.
“Non riuscire a cogliere questo S.O.S. significa non accorgersi che le nuove generazioni hanno bisogno di una mano tesa – ha concluso –. Una mano tesa che, inizialmente, può arrivare anche attraverso lo schermo di un computer. Poi, a poco a poco, attraverso il dialogo, si potranno aiutare i giovani ad abbandonare la trappola della vita virtuale, per ritrovare la gioia di un sorriso e di un abbraccio reale”.
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