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Al centro dell'Assemblea Generale della CEI anche la piaga della pedofilia
di Chiara Santomiero
ROMA, martedì, 24 maggio 2011 (ZENIT.org).- “Un largo consenso che sottolinea la preoccupazione per quanto sta vivendo il Paese soprattutto a livello sociale”: è stata questa la reazione dei Vescovi italiani, riuniti in Assemblea generale, alla prolusione del Presidente della Conferenza episcopale, il Cardinale Angelo Bagnasco, tenuta il 23 maggio in apertura dei lavori. Lo ha evidenziato monsignor Mariano Crociata, Segretario generale dell’organismo di coordinamento dei Vescovi italiani, parlando questo martedì alla stampa.
La prolusione rappresenta, secondo Crociata, “lo sguardo con il quale la Chiesa segue la situazione italiana rispetto alla quale anche l’annuale Rapporto Istat conferma un quadro di difficoltà sociale preoccupante riguardo alle famiglie, al lavoro e alle emergenze che vi si collegano”.
Questo senso di preoccupazione, tuttavia “non contrasta con la fiducia nella nostra gente e nella sua volontà di reazione”. “Il raccordo tra la preoccupazione e la fiducia nelle risorse del Paese – ha affermato Crociata – deve avvenire attraverso le istituzioni”.
Sollecitato dalle domande dei giornalisti a proposito dei reati di pedofilia commessi da sacerdoti – una piaga citata dal Cardinale Bagnasco nella sua prolusione come “infame emergenza non ancora superata” – Crociata ha confermato che il “primo responsabile nell’affrontare questi casi è il Vescovo diocesano che agisce prontamente rapportandosi alla Congregazione per la dottrina della fede”.
Le Linee guida che avranno il compito di tradurre per l’Italia le indicazioni provenienti dalla Congregazione – annunciate come prossime dal Cardinale Bagnasco – si preoccuperanno di assicurare che “le vittime siano prontamente ascoltate e tutelate e i responsabili subito allontanati”. La necessità è, infatti, quella di un “intervento sollecito affinché il problema non solo venga affrontato ma rimosso”. Il clamore dei casi, secondo Crociata, impedisce, tra l’altro, di accorgersi dell’attività messa in campo in maniera continuativa dalla Chiesa che si traduce “nell’accompagnamento nella formazione dei preti e nel sostegno al loro cammino ordinario”.
Il Segretario della Cei ha anche confermato la cifra dei casi di abusi su minori commessi da sacerdoti già indicata nello scorso anno – circa un centinaio negli ultimi dieci anni –, cui vanno ad aggiungersi quelli registrati quest’anno dalla cronaca, episodi anche questi che mettono in rilievo come “la preoccupazione dei pastori sia impedire che i preti che si sono macchiati di crimini tanto ignobili non siano più nelle condizioni di nuocere”.
“Stima e vicinanza” ha espresso Crociata per monsignor Claudio Maniago, Vescovo ausiliare di Firenze, coinvolto da alcune testimonianze in connessione con le indagini a carico di don Lelio Cantini, sacerdote ridotto allo stato laicale dal Papa e condannato per abusi sessuali sui minori. “Non abbiamo notizie di particolari procedimenti – ha affermato Crociata –; se gli elementi dovessero venire fuori, li vedremo ma non ci sono motivi di farne un caso, visto che, peraltro, il procedimento relativo al sacerdote risulta chiuso in modo chiaro e preciso”.
A proposito dell’impegno politico dei cattolici, tema sollecitato dalle consultazioni elettorali in corso in queste settimane, Crociata ha affermato che “ai cattolici è richiesto un impegno coerente con la propria fede” intesa non come “visione di parte ma come impegno per il bene comune”. “Non ci si può sostituire alla coscienza di nessuno – ha proseguito Crociata – solo richiamare dei criteri di natura morale ai credenti i quali sono in grado di scegliere da soli i candidati che si dedicano al bene comune, al di là degli schieramenti”.
In tema di referendum, ancora Crociata ha sottolineato che “tutte le forme di espressione della volontà popolare sono da apprezzare” ma “su alcuni temi in particolare, come quello dell’acqua, occorre esercitare una comune responsabilità sociale e cura sempre più grande per custodire un bene di tutti”.
Un’ultima nota a proposito della polemiche sulla costruzione di una moschea a Milano: “la Cei – ha affermato Crociata – si è sempre pronunciata a favore della libertà religiosa e, quindi, anche della possibilità di disporre di luoghi di culto”. “Una moschea – ha aggiunto il Segretario della Cei – rappresenta anche un luogo di socializzazione e di incontro e deve poter rispondere a queste esigenze secondo le leggi italiane che regolano la nostra convivenza”.
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