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Al termine del concerto offerto dal Presidente dell'Ungheria
ROMA, domenica, 29 maggio 2011 (ZENIT.org).- Dio non ci abbandona mai. E' quanto ha detto Benedetto XVI questo venerdì al termine del concerto offertogli dal presidente dell’Ungheria Pál Schmitt, nell’Aula Paolo VI.
Duplice l’occasione per l’omaggio: la presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea e il bicentenario del compositore Ferenc Liszt, nato il 22 ottobre 1811, che il Papa non ha tardato a definire “un artista veramente europeo, uno dei maggiori pianisti di tutti i tempi”.
Il concerto eseguito per lui dall’Orchestra Filarmonica Ungherese, dal Gruppo Corale Nazionale e dal tenore István Horváth, è stato diretto dal maestro Zoltán Kocsis.
Ad aprire tre composizioni di Listz: la marcia festiva per l’anniversario della nascita di Goethe, la Valle di Obermann e l’Ave Maria, seguite dall’esecuzione del Salmo 13 che il grande musicista ungherese ha “più pregato che composto”.
Il Salmo fu infatti composto durante un periodo di intensa riflessione spirituale del compositore ungherese del XIX secolo che – ha ricordato Benedetto XVI – ricevette gli ordini minori.
L’orante è assediato dal nemico e Dio sembra assente. La preghiera è angosciosa: “Her wie Lange? Fino a quando Signore? Ripete il Salmista in modo quasi martellante: "Ma Dio non abbandona. Il salmista lo sa e anche Liszt, da uomo di fede, lo sa. Dall’angoscia nasce una supplica piena di fiducia che sfocia nella gioia".
La musica si trasforma, ha proseguito il Papa, in un “inno di pieno affidamento a Dio, che mai tradisce, mai si dimentica, mai ci lascia soli”.
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