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Si avventura "con fiducia nella rete globale
CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 18 aprile 2011 (ZENIT.org).- Per l'inizio del settimo anno di pontificato di Benedetto XVI, che ricorre questo martedì, 19 aprile, “L'Osservatore Romano” inaugurerà il suo nuovo sito, “avventurandosi così con fiducia nella rete globale”.
“Sostenuto con efficacia dal Servizio Internet Vaticano e dalla società informatica Everett, il giornale della Santa Sede sarà così accessibile nelle sue diverse edizioni (oltre al quotidiano, quelle settimanali in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e il mensile in polacco)”, ricorda nella sua edizione di questo martedì.
Per le edizioni settimanali e mensile “sarà possibile attivare subito abbonamenti elettronici”, mentre “l’accesso al quotidiano — in rete nel tardo pomeriggio (ora di Roma), cioè subito dopo la pubblicazione e prima ancora che arrivi nelle edicole — sarà gratuito fino al prossimo 31 agosto (gli abbonamenti decorreranno dal 1° settembre)”.
I testi saranno disponibili in italiano e progressivamente nelle altre lingue, partendo dall'inglese, su www.osservatoreromano.va.
Il primo numero de “L'Osservatore Romano” uscì a Roma il 1° luglio 1861, a pochi mesi dalla proclamazione del Regno d'Italia (17 marzo dello stesso anno). La pubblicazione riprendeva il nome di un precedente foglio privato, pubblicato dal 5 settembre 1849 al 2 settembre 1852, diretto dall'abate Francesco Battelli e finanziato da un gruppo cattolico legittimista francese.
I primi numeri erano composti di quattro pagine. Alla fine del 1861, caduto il sottotitolo “giornale politico-morale”, comparvero sotto la testata i motti “unicuique suum” e “non praevalebunt”, tuttora presenti.
All'inizio “L'Osservatore Romano” non ebbe una sede, e i primi redattori si incontravano nella tipografia in cui si stampava il giornale. Dal 1862 la redazione si insediò al palazzo Petri in piazza de' Crociferi, dove subito dopo sarebbe stata impiantata la tipografia in proprio. Il primo numero vi fu stampato il 31 marzo, data in cui alla testata si aggiunse la dicitura Giornale quotidiano.
Nel primo decennio di vita, il giornale dedicò molto spazio agli argomenti di politica internazionale, compresa la “Questione romana”. Quasi mai, ad ogni modo, si discutevano problemi puramente politici, rilevandosi piuttosto la giustizia o l'ingiustizia di atti pubblici e le loro conseguenze per la religione cattolica e per la morale della società.
Con la Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), “L'Osservatore Romano” da organo “semi ufficiale” dello Stato Pontificio divenne un giornale di opposizione all'interno del Regno d'Italia.
In quegli anni fu più volte sequestrato, ma i redattori ripresero sempre le loro battaglie, e anzi presto “L'Osservatore Romano” iniziò a sostituirsi al “Giornale di Roma”, l'organo ufficiale dello Stato Pontificio, nella comunicazione di notizie ufficiali riguardanti la Chiesa.
Tutto ciò avvenne in modo più evidente durante il pontificato di Leone XIII, che acquistò la proprietà del giornale e dal 1885 ne fece l'organo d'informazione della Santa Sede.
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