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Riceve i partecipanti all'Assemblea delle Radio della European Broadcasting Union
CASTEL GANDOLFO, sabato, 30 aprile 2011 (ZENIT.org).- Il mondo dei mezzi di comunicazione ha delle “potenzialità straordinarie” per favorire il progresso dell'umanità, ha indicato Papa Benedetto XVI questo sabato mattina ricevendo i partecipanti alla 17ma Assemblea delle Radio della European Broadcasting Union, svoltasi nei giorni scorsi in Vaticano.
“Quando il mio predecessore Pio XI si rivolse a Guglielmo Marconi perché dotasse lo Stato della Città del Vaticano di una Stazione radio all’altezza della migliore tecnologia disponibile a quel tempo, dimostrò di aver intuito con acutezza in quale direzione si stava sviluppando il mondo delle comunicazioni e quali potenzialità la radio poteva offrire per il servizio della missione della Chiesa”, ha riconosciuto il Papa nel suo discorso.
Attraverso la radio, infatti, i Pontefici “hanno potuto trasmettere al di là delle frontiere messaggi di grande importanza per l’umanità”, così come “sono state a lungo sostenute le attese di credenti e di popoli soggetti a regimi oppressivi dei diritti umani e della libertà religiosa”.
“La Santa Sede è consapevole delle potenzialità straordinarie che ha il mondo della comunicazione per il progresso e la crescita delle persone e della società”, ha sottolineato il Vescovo di Roma.
“Si può dire che tutto l’insegnamento della Chiesa su questo settore” “è attraversato da una vena di ottimismo, di speranza e di simpatia sincera verso coloro che si impegnano in questo campo per favorire l’incontro e il dialogo, servire la comunità umana, contribuire alla crescita pacifica della società”.
Sfide
Nello sviluppo delle comunicazioni sociali, ha riconosciuto il Papa, non ci sono solo aspetti positivi, ma anche “difficoltà e rischi”.
La società odierna, ha osservato, presenta numerose situazioni che mettono “in gioco valori basilari per il bene dell’umanità”, e l’opinione pubblica “si trova spesso disorientata e divisa”.
Tra le problematiche più pressanti, ha citato quelle a proposito “del rispetto della vita umana, della difesa della famiglia, del riconoscimento degli autentici diritti e delle giuste aspirazioni dei popoli, degli squilibri che causano sottosviluppo e fame in tante parti del mondo, dell’accoglienza dei migranti, della disoccupazione e della sicurezza sociale, delle nuove povertà ed emarginazioni sociali, delle discriminazioni e delle violazioni della libertà religiosa, del disarmo e della ricerca di soluzione pacifica dei conflitti”.
In questo contesto, ha indicato, alle radio e alle televisioni spetta il compito di “alimentare ogni giorno una corretta ed equilibrata informazione e un approfondito dibattito per trovare le migliori soluzioni condivise su tali questioni in una società pluralistica”.
“E’ un compito che richiede alta onestà professionale, correttezza e rispetto, apertura alle prospettive diverse, chiarezza nell’affrontare i problemi, libertà da steccati ideologici, consapevolezza della complessità dei problemi”, ha commentato.
“Si tratta di una ricerca paziente di quella 'verità quotidiana' che meglio traduce i valori nella vita e meglio orienta il cammino della società, e che va cercata insieme con umiltà”.
Il ruolo della Chiesa
“In questa ricerca la Chiesa cattolica ha un suo contributo specifico da dare, e intende darlo testimoniando la sua adesione alla verità che è Cristo, ma allo stesso tempo con apertura e spirito di dialogo”, ha sottolineato Benedetto XVI.
La religione, infatti, “non intende prevaricare nei confronti dei non credenti, ma aiutare la ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi”, e “contribuisce a 'purificare' la ragione, aiutandola a non cadere in distorsioni, come la manipolazione da parte dell’ideologia, o l’applicazione parziale che non tenga conto pienamente della dignità della persona umana”.
Allo stesso tempo, “anche la religione riconosce di aver bisogno del correttivo della ragione per evitare eccessi, come l’integralismo o il settarismo”.
Per questo, ha invitato i presenti a “cercare di promuovere ed incoraggiare il dialogo fra fede e ragione nella prospettiva del servizio al bene comune”.
Il Pontefice ha infine espresso la sua gratitudine per la “collaborazione concreta” che in molte occasioni i presenti hanno dato e danno al suo ministero, come nelle grandi celebrazioni del Natale e della Pasqua o in occasione dei suoi viaggi.
“Anche per me e per la Chiesa cattolica siete dunque degli alleati e degli amici importanti nella nostra missione”, ha concluso.
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