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Nel consacrare al culto la parrocchia di san Corbiniano all'Infernetto
ROMA, domenica, 20 marzo 2011 (ZENIT.org).- "Fate conoscere il volto di Dio, aiutate le famiglie in difficoltà". E' questa la consegna lasciata da Benedetto XVI ai fedeli della parrocchia di San Corbiniano, posta in un quartiere a sud di Roma non lontano da Ostia e consacrata al culto questa domenica mattina.
Al suo arrivo in questa parrocchia dell’Infernetto – così detto perché un tempo in questo luogo si faceva il carbone – il Papa è stato accolto dal Cardinale Vicario di Roma Agostino Vallini e da mons. Paolo Schiavon, Vescovo ausiliare per il Settore Sud della diocesi di Roma.
Questa parrocchia nata originalmente nel 1999, sulla scia della forte espansione urbanistica di questa zona, con il nome di San Guglielmo – fino ad allora il quartiere ospitava la sola parrocchia di San Tommaso –, nel 2008 assunse il nome di San Corbiniano, in vista poi della costruzione della nuova chiesa realizzata dall'architetto Umberto Riva, e in grado di ospitare fino a 300 persone.
La zona, che riunisce oggi circa 10.000 abitanti, quasi 4.000 famiglie, è uno dei quartieri con la più alta natalità a Roma e con tante famiglie giovani: infatti nel 2010 sono stati battezzati ben 60 bambini, mentre 195 bambini di quarta e quinta elementare seguono la catechesi per la prima comunione.
In un breve indirizzo di saluto il parroco di San Corbiniano, don Antonio Magnotta, 40 anni, ha detto: “desideriamo in questo quartiere essere segno luminoso di legami cordiali e sereni per rendere credibile l'impagabile onore di annunciare il Vangelo”.
“Come parroco – ha poi aggiunto – voglio mettere nelle sue mani quelle dei bambini e dei ragazzi così numerosi in questo quartiere che sono il cuore e la misura di questa parrocchia. Desidero mettere nelle sue mani le famiglie e in particolare le mani dei papà: sono loro che ci aiutano a ricordare l'orso di San Corbiniano che con umile sequela porta il giogo del cammino”.
La figura di san Corbiniano è molto cara al Papa. Giunto, infatti, nel 724 da Arpajon, nei pressi di Parigi, per annunciare il Vangelo nell’antica Baviera, fu il fondatore e primo Vescovo della diocesi di Frisinga. E' quindi un predecessore del Pontefice tedesco, che dal 1977 al 1982 ha ricoperto l'incarico di Arcivescovo di Monaco e Frisinga.
Addirittura nello stemma pontificio di Benedetto XVI compare l'immagine del cosiddetto “orso di Corbiniano” che si riferisce a una leggenda relativa al secondo viaggio verso Roma del Vescovo, allorché un orso attaccò e divorò la sua bestia da soma. Si racconta che, irritato per il contrattempo, il santo ordinò alla belva di portare fino a Roma il suo bagaglio, prima di lasciarlo libero una volta giunto a destinazione.
“La nostra parrocchia non deluda mai le speranze dei genitori – ha proseguito don Antonio Magnotta –. La Chiesa porta con loro il peso soave della famiglia e mentre costruiamo questa giovane comunità, preghiamo Dio di essere d'esempio alle coppie giovani che si affacciano nell'impegno di fondare la propria casa”.
Nella sua omelia, il Papa prendendo spunto dal racconto della Trasfigurazione, narrato dal Vangelo della II Domenica di Quaresima, ha spiegato che “la volontà di Dio si rivela pienamente nella persona di Gesù. Chi vuole vivere secondo la volontà di Dio, deve seguire Gesù, ascoltarlo, accoglierne le parole e, con l’aiuto dello Spirito Santo, approfondirle”.
Quindi rivolgendosi ai parrocchiani ha aggiunto: “E’ questo il primo invito che desidero farvi, cari amici, con grande affetto: crescete nella conoscenza e nell’amore a Cristo, sia come singoli, sia come comunità parrocchiale, incontrateLo nell’Eucaristia, nell’ascolto della sua parola, nella preghiera, nella carità”.
“La missione di ogni comunità cristiana – ha continuato – è quella di recare a tutti il messaggio dell’amore di Dio, far conoscere a tutti il suo volto”. Per questo li ha incoraggiati “a realizzare sempre meglio quella Chiesa di pietre vive che siete voi” e “a fare della vostra nuova chiesa il luogo in cui si impara ad ascoltare la Parola di Dio, la ‘scuola’ permanente di vita cristiana da cui parte ogni attività di questa parrocchia giovane e impegnata”.
Un pensiero è poi andato anche alle famiglie, soprattutto quelle “in difficoltà, o che si trovano in una condizione di precarietà o di irregolarità”. “Non lasciatele sole – ha detto il Papa –, ma state loro vicino con amore, aiutandole a comprendere l’autentico disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.
Infine, il Papa si è rivolto direttamente ai giovani: “La Chiesa si aspetta molto dal vostro entusiasmo, dalla vostra capacità di guardare avanti e dal vostro desiderio di radicalità nelle scelte di vita”.
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