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Notizie dalla Chiesa

Si apre il Consiglio Permanente CEI ad Ancona

Card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEIScarica il testo della prolusione del Card. Angelo Bagnasco

Dichiarazioni di mons. Pompili

 

25 Gennaio

 

Una forte ‘unità di giudizio’ da parte di tutti i membri del Consiglio permanente è emersa nell’articolato dibattito di martedì 25 gennaio, a seguito della prolusione. Si è registrato in tutti gli interventi una profonda condivisione del tono e ancor prima dei contenuti dell’intervento del Presidente della CEI.

I Vescovi hanno apprezzato la pacatezza, la profondità e l’equilibrio di una lettura della realtà né reticente né aggressiva, e nel contempo capace di dar conto del disagio morale che serpeggia nel nostro Paese. In particolare - è stato rilevato - la posizione espressa dal Presidente ha saputo tener conto di tutti i fattori in gioco, senza prestarsi a interpretazioni di parte e riconducendo la questione ad un livello culturale ed etico che chiama in causa la responsabilità di tutti, nessuno escluso. A cominciare ovviamente da chi ha maggiori responsabilità in vista del bene comune.

Nonostante il realismo della lettura, i Vescovi hanno apprezzato l’apertura al futuro che ha connotato l’intervento del Cardinal Bagnasco, soprattutto laddove egli rilancia come un’opportunità la sfida educativa, rappresentata soprattutto dal mondo dei giovani. Proprio questa dimensione va assecondata ed orientata dalla società che sempre di più dovrà essere ‘comunità educante’ e dalla comunità cristiana nel suo sforzo evangelizzatore, per tenere sotto controllo quel cinismo e quel disincanto che sempre più si fanno strada nelle pieghe della nostra cultura.

 

 

 

26 Gennaio

 

Il Consiglio permanente ha individuato anzitutto il tema della prossima Assemblea generale dei Vescovi italiani in programma a Roma nei giorni 23-27 maggio pp.vv. Sarà questo, tra l’altro, il modo più concreto per declinare la prima tappa degli “Orientamenti pastorali” decennali sull’educazione. Dopo una partecipata discussione si è optato per “Introdurre ed accompagnare all’incontro con Cristo nella comunità ecclesiale”, cioè si è scelto di rimettere al centro la generazione alla fede. A questo proposito la prima condizione da creare è quella di stabilire un contatto personale che non va dato per scontato, dato il disorientamento culturale diffuso e la condizione frammentata di molte famiglie. Si dovranno dunque investire energie e tempo per individuare ‘soggetti’ e ‘metodi’ che consentano di realizzare autentiche relazioni, da cui far scaturire una compiuta proposta di fede.

Quindi è stato approvato il ‘Documento finale’ della recente Settimana Sociale di Reggio Calabria, sottolineando che la questione antropologica si sta sempre più rivelando la prospettiva unificante della stessa problematica sociale. Ciò suggerisce di riconoscere ed accogliere quella cultura della vita e per la vita, senza della quale le enormi difficoltà economiche e sociali non potranno essere adeguatamente affrontate e superate. Si è rimarcato dell’esperienza di Reggio Calabria la presenza dei giovani e l’entusiasmo che si è diffuso e che suggerisce di continuare a tenere aperta nella comunità cristiana la riflessione intorno alla Dottrina sociale della Chiesa, che ha trovato una sua puntuale attualizzazione nell’Agenda di speranza per il futuro. L’occasione è stata utile anche per una ricognizione sulle esperienze di formazione socio-politica di ispirazione cattolica in atto nel nostro Paese, al fine di identificare alcune prospettive di azione per il futuro.

Infine si è riflettuto sulla formazione nei Seminari italiani per cogliere alcuni nodi cruciali relativi a quelli che sono gli ambiti decisivi dell’identità del prete oggi e cioè la formazione umana, quella spirituale, quella teologica e infine quella pastorale. E’ stato notato che la condizione di coloro che si avviano oggi al sacerdozio riflette i cambiamenti culturali in corso e richiede un’attenzione prolungata perché si coltivi un profilo rigoroso di uomo vero e appassionato della vita, un uomo innamorato di Cristo, capace di integrare tutte le dimensioni affettive e relazionali nel dono di sé, un uomo aperto alla fraternità e all’esercizio di un ministero che è radicalmente comunitario.  

 

Mons. Domenico Pompili

Portavoce CEI

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