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Il Cardinal Vallini: è in corso una persecuzione "sottile e silenziosa"

Card. Agostino ValliniNell'omelia della tradizionale "Messa per la Francia" a San Giovanni in Laterano

ROMA, giovedì, 16 dicembre 2010 (ZENIT.org).- “Esiste un'altra forma di persecuzione”, “sottile e silenziosa, ma non per questo meno grave”, “nelle Nazioni di lunga tradizione cristiana che sembrano oggi voler dimenticare le proprie radici”.

Lo ha affermato il vicario del Papa per Roma, il Cardinale Agostino Vallini, durante la celebrazione della Messa annuale per la Francia, questo lunedì nella Cattedrale del Pontefice, San Giovanni in Laterano, a Roma.

“Il mondo di oggi ha bisogno di cristiani che professino la loro fede con coraggio, e che anche nelle difficoltà restino fedeli a Cristo, lo riconoscano e lo mostrino agli uomini del nostro tempo come unico Salvatore”, ha sottolineato.

Il porporato ha iniziato la sua omelia riferendosi a Santa Lucia e constatando che “la storia della comunità cristiana, fin dall'inizio, è stata caratterizzata dalla persecuzione”.

Ha poi ricordato che “ancora oggi, in varie parti del mondo, i discepoli di Gesù sono oggetto di vessazioni e crudeli violenze”, e si è riferito ai “nostri fratelli che, negli ultimi mesi, hanno sofferto in Medio Oriente e in alcuni paesi dell'Asia”.

Ha quindi richiamato l'attenzione su un'altra forma di persecuzione che si verifica in Paesi di lunga tradizione cristiana, dove la fede “è sempre più emarginata e ridotta a un fatto privato”.

In questi luoghi, la fede “non deve avere alcuna influenza pubblica, e quindi non deve offrire il suo contributo alla costruzione di una società autenticamente umana, in cui l'uomo, ogni uomo, sia riconosciuto per quello che è, e non per ciò che ha, in base alla sua dignità inviolabile”, ha detto.

“L'individualismo crescente e la ricerca del benessere personale o nazionale sono il sintomo più evidente di questo fatto”.

La Parola e i martiri

In questo contesto, il Cardinal Vallini ha proposto la Parola di Dio e i martiri come “una luce” e “un dono prezioso posto davanti a noi perché possiamo trovare la forza e il coraggio di vivere come discepoli di Cristo”.

“La meditazione della Sacra Scrittura, attraverso la pratica della lectio divina, è alla base di ogni esistenza che voglia essere autenticamente cristiana”, ha affermato.

Il porporato si è poi riferito ai Santi Bernardo di Chiaravalle, Francesco di Sales e Teresa di Lisieux come “esempi luminosi di uomini e donne” dediti in Francia alla lettura orante della Parola di Dio.

Ha anche sottolineato che “l'Eucaristia è stata l'alimento che ha sostenuto i martiri nel loro pellegrinaggio terreno e soprattutto nel momento supremo della fedeltà a Cristo, quando hanno preferito morire che rinunciare alla propria fede”.

Contro le ideologie: Cristo

Il Cardinale ha quindi chiesto “la forza per aderire sempre a Gesù Cristo e non lasciarci intimidire dalle ideologie contemporanee che vogliono avere autorità sulla vita dell'uomo”.

In tal senso, si è riferito alla pretesa della scienza come unica via per la felicità e a un'idea sbagliata di libertà secondo la quale ciascuno può avere ciò che vuole.

“La vera libertà è essere uniti a Cristo, e la felicità, per l'uomo, consiste nel dono di se stesso, a imitazione del divin Maestro”, ha affermato.

Il porporato ha poi concluso chiedendo che la Francia “possa conservare la fede cristiana che ha ricevuto nel corso dei secoli dalla testimonianza eroica di tanti uomini e tante donne e possa trasmetterla alle nuove generazioni perché l'Europa resti fedele alle sue origini e continui ad essere un faro di civiltà per lo sviluppo integrale di ogni persona umana”.

Hanno assistito all'Eucaristia per la prosperità della Francia l'ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Stanislas de Laboulaye, e numerosi francesi della comunità di Roma.

La Messa pro natione gallica si celebra ogni anno a San Giovanni in Laterano nel giorno del compleanno del re Enrico IV, che fece una generosa donazione al Capitolo del Laterano nel 1604.

Il re aveva ereditato un regno fortemente diviso tra cattolici e protestanti. Convertitosi al cattolicesimo, adottò una legislazione che concesse ai protestanti una consistente libertà religiosa (Editto di Nantes, 1598), il che gli permise di pacificare il regno.

 

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