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Catechesi, all'Udienza Generale, sulla Beata Angela da Foligno
ROMA, mercoledì, 13 ottobre 2010 (ZENIT.org).- “Dio ha mille modi, per ciascuno il suo, di farsi presente nell'anima, di mostrare che esiste e mi conosce e mi ama”. Lo ha detto Benedetto XVI in occasione dell'Udienza generale del mercoledì dedicata alla figura della beata Angela da Foligno, una mistica vissuta nel XIII secolo.
Angela, ha raccontato il Papa, vive i primi anni della sua vita in modo piuttosto mondano lontana dal pensiero di Dio, “tanto da permettersi di disprezzare i cosiddetti penitenti, molto diffusi in quell'epoca, coloro, cioè, che per seguire Cristo vendevano i loro beni e vivevano nella preghiera, nel digiuno, nel servizio alla Chiesa e nella carità”.
Nel 1285, però, la futura Beata invoca San Francesco, che le appare in visione, quindi decide di confessarsi.
Da lì comincia un “ricco” quanto tortuoso cammino spirituale. Dapprima, ha spiegato il Pontefice, in lei non c’è la sensazione di essere amata da Dio, quanto piuttosto “vergogna”: è “affranta dal peccato, libera e condizionata dal passato” ed ha “'timore' dell’inferno”.
La sua è “una fede ancora povera di carità, cioè dell’amore di Dio”, ha aggiunto il Papa, perché “Angela sente di dover dare qualcosa a Dio per riparare i suoi peccati, ma lentamente comprende di non aver nulla da darGli, anzi di ‘essere nulla’ davanti a Lui”.
Tuttavia, ha continuato, “il perdono di Dio apparirà alla sua anima come dono gratuito di amore del Padre”.
Infatti, “ciò che la salverà dalla sua ‘indegnità’ e dal ‘meritare l’inferno’ non sarà la sua ‘unione con Dio’ e il suo possedere la ‘verità’, ma Gesù crocifisso, 'la sua crocifissione per me', il suo amore”.
Da qui il Papa ha tratto spunto per una riflessione a braccio sui giorni nostri: “Oggi siamo tutti in pericolo di vivere come se Dio non esistesse: sembra così lontano dalla vita odierna. Ma Dio ha mille modi, per ciascuno il suo, di farsi presente nell'anima, di mostrare che esiste e mi conosce e mi ama”.
“E la beata Angela – ha concluso – vuol farci attenti a questi segni con i quali il Signore ci tocca l'anima, attenti alla presenza di Dio, per imparare così la via con Dio e verso Dio, nella comunione con Cristo Crocifisso”.
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