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Lo afferma il Segretario Generale della CEI in un editoriale su "Avvenire"
ROMA, lunedì, 16 agosto 2010 (ZENIT.org).- Per uscire dallo stato di malessere che caratterizza l'Italia non occorrono solo programmi ma “persone rinnovate”. E' quanto ha scritto mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nell’editoriale dal titolo “Mobilitiamo la speranza per non rimpicciolire il cielo” apparso il 15 agosto su “Avvenire”.
Oggi, scrive mons. Crociata, si assiste a una situazione in cui “la lotta a difesa di interessi personali e di gruppo si trasforma in uno scontro di veti incrociati che paralizzano la ricerca del bene comune; o quando, nell’esercizio di una responsabilità o nell’espletamento di un compito all’interno di una organizzazione sociale, il sottrarsi al proprio dovere vanifica prestazioni e servizi attesi e sperati”.
“Sono questi solo alcuni casi tipici di un andazzo che rimpicciolisce il nostro cielo, rendendo irrespirabile la convivenza – ha aggiunto –. Diventa allora comodo scaricare responsabilità e colpe sugli altri illudendosi che basti una sterile elaborazione di formule, in realtà raramente idonee ad affrontare e risolvere i problemi”.
“Come uscire da tale situazione? Bisognerebbe innanzitutto intendere l’indole spirituale del malessere che ci affligge: siamo poveri di idealità, di pensiero, di orizzonti, di speranza”, ha sottolineato.
Per questo, ha concluso, “non bastano tecniche e programmi, peraltro necessari, ci vogliono persone rinnovate come ci ricorda Benedetto XVI: ‘Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello del bene comune’”.
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