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Etiopia - ad un mese dal ritorno

Etiopia -  ad un mese dal ritorno - Pensieri, ricordi ed emozioni di Noemi Paolucci per la straordinaria esperienza vissuta in AfricaPensieri, ricordi ed emozioni di Noemi Paolucci per la straordinaria esperienza vissuta in Africa

Al termine di questa unica esperienza torno a casa con il cuore davvero PIENO! con il cuore pieno di emozioni, di sorrisi, di lacrime, di occhi luminosi e di una profondità infinita, di sguardi e di parole…con il cuore pieno di silenzi, di ascolto, di paura e di preghiera... con il cuore pieno di gioia, di incapacità di capire e di riuscire a spiegare, di voglia di cambiare il mondo, di rassegnazione, di speranze e di perché... ma soprattutto torno a casa con il cuore ricco di AMORE e di voglia, di esigenza di DONARE ... donare che cosa? Da questa gente io ho imparato una cosa molto importante: ognuno di noi ha qualcosa di bello da donare e non parlo di cose materiali: questa gente vive nella povertà più assoluta e pure ognuno di loro è riuscito a riempirmi il cuore.

Avrebbero potuto tenerseli per loro i loro sorrisi, per illuminare le loro giornate tristi e invece no, l’hanno condiviso anche con me!

Potevano tenerselo per loro quel poco di pane che avevano quel giorno, per sfamare la propria famiglia i giorni seguenti e invece no, l’hanno offerto a me!

Potrebbero anche essere stati infastiditi dalla mia presenza, dal mio ingresso nella loro vita, nell’umile intimità dei loro tukul, dal nostro parlare di Gesù e del suo insegnamento di servizio e di perdono, e invece no, mi hanno accolta con un abbraccio ... loro, loro che non hanno nulla si donano, si donano senza riserve ... e noi? Pur avendo tutto, come ci doniamo? Ci sappiamo donare? E proprio questo “tutto” che abbiamo che mi ha fatto interrogare ... forse il nostro “tutto materiale” non vale nemmeno un 1% del loro “tutto essere semplicemente loro stessi” ...

Quanti monologhi interiori ho fatto ...

Questa gente mi ha donato la propria vita, la propria storia, ognuno la sua ... mi hanno donato il loro tempo ed i loro sorrisi senza chiedere nulla in cambio ed io, come potevo, mi sono donata a loro ... DONARSI, credo non ci sia nulla di più bello nella vita ... niente ti riempie di più il cuore ...

In questo mese ho vissuto in un altro mondo, un mondo che noi non possiamo immaginare seduti sul nostro divano, al calduccio del camino acceso, seduti a tavola o sdraiati sul nostro comodo letto ... le persone qui si svegliano ogni mattina con una sola certezza: finché il Signore donerà loro di vivere essi lotteranno ogni giorno per qualcosa da mangiare, faranno chilometri e chilometri a piedi per raggiungere un fiumiciattolo da cui poter prendere un po’ d’acqua ... indosseranno ogni giorno lo stesso vestito fino a quando non sarà completamente consumato e strappato ... continueranno a vivere nelle loro capanne, a dormire tra pulci pidocchi e insetti vari ... continueranno a non far altro che tenersi stretti per addormentarsi quando non avranno nulla da mangiare ... i bambini continueranno ad avere il viso sempre sporco e pieno di mosche ... tutti continueranno a camminare a piedi nudi fra la terra, il fango ed il letame ... a piedi nudi ... a piedi nudi continueranno a vivere la loro immensa povertà ... a piedi nudi le mamme continueranno ad allattare i propri figli, a piedi nudi gli uomini andranno a cercare un lavoro per guadagnarsi un pezzo di pane, a piedi nudi i bambini continueranno a pascolare gli animali ed i più fortunati, sempre a piedi nudi, correranno a scuola ... a piedi nudi la domenica mattina faranno chilometri per andare a messa e ringraziare il Signore non so di cosa ... sempre a piedi nudi ...

Ma a piedi nudi continueranno a sorridere ... a piedi nudi i bambini continueranno a cantare con tutta la loro voce, a giocare e a prendersi per mano ... e la magia forse è proprio questa: pur sapendo che forse la loro vita non cambierà mai, a piedi nudi, i loro occhi continueranno a brillare, sempre e comunque ...

Quante storie ho conosciuto e che storie ... quante vite diverse, distrutte, sofferte, ma non rassegnate!

Mentre camminavo con loro per strada, tra il fango ed il letame ... mentre ero seduta tra loro nei loro tukul ... mentre mi si sedevano sopra o mentre prendevo in braccio i bambini nudi o con i vestiti tutti strappati, pieni di polvere ... mentre vedevo donne camminare stanche, cariche di legna sulle spalle, bambini che portavano al pascolo gli animali ... mentre i “preferiti del Signore”: gente down, con problemi mentali, malati di AIDS, con problemi ortopedici, abbandonati dal mondo, prime fra tutti le loro famiglie, mi si stringevano addosso, così forte come se non mi volessero lasciare andar via, trasmettendomi tutto il loro amore e la loro magica energia ... ecco, proprio in questi momenti mi chiedevo: ma Signore, dove sei? Ti sei completamente dimenticato di passare di qua? Che cosa ho fatto io di speciale per meritare di nascere in Italia, di avere una famiglia che mi ama così come sono, una casa, un letto comodo e caldo, un armadio pieno di vestiti, la possibilità di mangiare e studiare? E loro che cosa hanno fatto di male per nascere qui e vivere in questa immensa povertà?

Poi, piano piano, ho capito ... io non ho fatto niente di così lodevole e loro non hanno fatto niente di male ... il Signore non ha dato un premio a noi ed un castigo a loro ... semplicemente mi ha fatto capire come Lui, in qualche modo, sia sempre presente anche in questa immensa povertà ... il Signore c’è nei sorrisi spontanei della gente, il Signore c’è nelle voci dei bambini che cantano a squarciagola con una gioia ed un’energia contagiosa ... il Signore c’è nei loro occhi che brillano immersi in un viso completamente sporco di terra ... il Signore c’è nelle manine dei bambini ... quelle piccole manine nere che si awicinano con dolcezza alle tue grandi mani bianche ... si avvicinano, le stringono e le continuano a tenere strette, e basta ... non importa se hanno colori diversi, non importa se sono più grandi o più piccole ... importa solo che siano unite e che si tengano strette per fare un po’ di strada insieme ... che siano due metri, due chilometri o tutta la vita ... ed io mi sento davvero fortunata per aver visto la mia mano avvolta ed abbracciata da così tante mani ... sì, mi sento davvero fortunata per aver camminato un mese con le mie mani strette tra le loro ...

 

 

Noemi

 

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Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • Pietro Orazi

    26-03-2014 21:02 - #1
    Grazie,Noemi, della tua testimonianza.
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