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Vivere da sposi e terziari domenicani oggi

La testimonianza del diacono Angelo Talamonti e della sposa Stefania Pasquali, che il prossimo 25 Maggio pronunceranno la loro professione perpetua nell'Ordine dei laici di San DomenicoLa testimonianza del diacono Angelo Talamonti e della sposa Stefania Pasquali, che il prossimo 25 Maggio pronunceranno la loro professione perpetua nell'Ordine dei laici di San Domenico

La testimonianza del diacono Angelo Talamonti e della sposa Stefania Pasquali, che il prossimo 25 Maggio pronunceranno la loro professione perpetua nell'Ordine dei laici di San DomenicoIl nostro cammino di coppia nell’ordine domenicano è iniziato da quando qualche anno fa abbiamo aderito con gioia al Movimento Domenicano del Rosario. Il Rosario preghiera mariana è profondamente legato all’Ordine domenicano e alla sua spiritualità. Lo stesso beato Bartolo Longo, il fondatore del santuario della Madonna del Rosario di Pompei, era terziario domenicano per non dimenticare quanto Giovanni Paolo II in Rosarium Virginis Mariae ha scritto: “Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto”. Questa è anche la nostra esperienza. Ma cosa significa oggi appartenere ai terziari domenicani?
I terziari domenicani, chiamati con il nome di laici di san Domenico, sono persone sposate o celibi, che svolgono la loro professione come tutti gli altri cittadini e si impegnano a perseguire la propria salvezza e quella del loro prossimo secondo lo spirito di san Domenico e secondo una Regola approvata dall’Ordine e dalla Chiesa. Nella Costituzione fondamentale dei Laici domenicani si legge che essi “si contraddistinguono in modo peculiare nella Chiesa, sia per la propria vita spirituale sia per il servizio di Dio e del prossimo. Quali membri dell’Ordine ne partecipano la missione apostolica con lo studio, la preghiera e la predicazione, secondo la condizione propria dei laici”
I requisiti per essere ammessi alla Fraternita laica di S. Domenico sono: desiderio di progredire nella perfezione evangelica secondo il proprio stato; maturità psicologica e morale; consapevolezza della propria vocazione come chiamata dello Spirito a vivere, nel mondo, la vita laica secondo il progetto di S. Domenico; interesse per l’acquisizione dello stile di vita, della mentalità e della spiritualità dell’Ordine, e per il carisma di S. Domenico; età minima di anni 18, salvo dispensa; non appartenenza attuale ad altro Ordine e intenzione analoga per il futuro.
Che obblighi si assumono? L’ascolto della Parola di Dio e la lettura della Sacra Scrittura, soprattutto del Nuovo Testamento; la partecipazione, possibilmente quotidiana, alle celebrazioni liturgiche e al sacrificio eucaristico; il frequente ricorso al sacramento della riconciliazione; la celebrazione della liturgia delle ore in comunione con tutta la Famiglia Domenicana e l’orazione in privato, come la meditazione e il Rosario; la conversione del cuore secondo lo spirito della penitenza evangelica; lo studio assiduo della verità rivelata e la costante riflessione sui problemi del proprio tempo alla luce della fede; la devozione alla Beata Vergine Maria, secondo la tradizione dell’Ordine, al S. Padre Domenico e a S. Caterina da Siena; la partecipazione ai ritiri spirituali periodici.
Diventare terziari dopo il tempo dell’accoglienza per la durata di un anno in media, la professione temporanea di tre anni necessari alla professione perpetua, è come per il sacramento del matrimonio, una chiamata da parte del Signore che si manifesta attraverso tanti segni che vanno dall’attrazione, il sentirsi a proprio agio, il desiderio di appartenere ad una grande famiglia, l’affetto alle figure dei santi domenicani. Per me e per mio marito Angelo, la scelta dell’ordine dei terziari è stata determinata dalla devozione al Santo Rosario e a Maria Santissima così come accadde allo stesso San Luigi Grignion de Montfort. Condividiamo, nel tempo che ci separa dalla professione perenne del 25 maggio prossimo ad Ancona nella chiesa di San Domenico, la lettura di uno stralcio di una lettera di Pier Giorgio Frassati a un amico nella quale lo invitata a farsi terziario: “Sono contentissimo che tu voglia far parte della grande famiglia di San Domenico, dove come dice Dante, «ben s’impingua se non si vaneggia». Gli obblighi sono piccolissimi, altrimenti dovresti capire che io non potrei appartenere ad un Ordine che obbligasse molto. …Nel momento in cui si entra nel Terz’Ordine viene dato un nome nuovo. In genere il nome di un Santo domenicano”. Pier Giorgio prese il nome di Girolamo, in memoria di Girolamo Savonarola. Io mi chiamerò nell’ordine domenicano suor Cecilia e il mio sposo Angelo frà Giordano.
Inoltre negli Statuti del Terz’Ordine si legge che il terziario deve considerarsi figlio prediletto di San Domenico al quale chiederemo protezione e benedizione per il sacramento del matrimonio nel quale ci siamo uniti 41 anni fa.
La famiglia cristiana di oggi, nonostante le previsioni che tentano di preannunciarne la fine in contesti avari di sicurezze, vuole continuare a vivere alla luce di Dio e il desiderio di famiglia è e rimane forte. Famiglia significa abbracciare consapevolmente la realtà costruita giorno per giorno con il reciproco impegno e con il riconoscere il Signore, presenza viva e determinante. Come coppie cristiane siamo invitate ad uscire dalla logica relativistica del mondo per abbandonarci con speranza alla logica di Dio che è amore per la vita, progetto in divenire nei gesti semplici e significativi della quotidianità.
L’amore coniugale in tal modo si sviluppa e cresce passando attraverso il cammino percorso da Cristo stesso. Come non dire allora alla famiglia di oggi da sposi a sposi:
Alzati famiglia… perché è bello ritrovarsi insieme…
Alzati famiglia …e condividi esperienze e valori cristiani capaci di produrre vita attraverso lo stesso modo di amare di Gesù.
Alzati…ed agisci, operaia feconda nella Vigna del Signore, testimoniando ciò che sei, con coraggio.
Alzati famiglia e mettici la fatica di cambiare quello che puoi e accogliere quello che non puoi cambiare ricordando che l’amore non è un’esperienza facile ma può essere sempre un’esperienza salvifica.

 

 

Angelo e Stefania

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • ausonio

    06-05-2013 01:38 - #1
    che dire? veramente bello entusiasmante ... peccatore mi metto la mano davanti la bocca ammutolisco ... auguri carissimi auguri e santità ... viva la famiglia viva la quotidianità ... grazie
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