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Au revoir les enfants…

Riassunto di un anno di Servizio Civile in Caritas DiocesanaRiassunto di un anno di Servizio Civile in Caritas Diocesana

Riassunto di un anno di Servizio Civile in Caritas DiocesanaProprio un anno fa iniziava la nuova grande avventura del Servizio Civile in Caritas che vedeva coinvolti in prima linea 23 ragazzi, 12 sedi, OLP e volontari adulti.
Da quel 10 gennaio 2011 sono già passati 365 giorni colmi di conoscenza, formazione, instaurazione di relazioni forti,  servizio,  difficoltà,  scontri,  soddisfazioni,  piccole conquiste mai scontate.
Non è facile riassumere un anno di SC, tantomeno salutare questi ragazzi che hanno accompagnato le comunità sede di servizio con un lavoro costante, esponendosi sempre in prima persona!
Il 9 gennaio ci siamo ritrovati con loro per fare il punto della situazione, per poterli salutare e per festeggiare insieme il compimento di questo lungo e fruttuoso viaggio.
Dopo un momento di riflessione guidato da don Pietro Orazi, i ragazzi sono stati invitati a condividere con gli altri il ricordo di quest’anno. Ne è uscita una verifica onesta e sincera, durante la quale sono state evidenziate le difficoltà e le criticità riscontrate ma è emersa, soprattutto, la gioia nell’aver vissuto un’esperienza simile che ha permesso loro di aprire gli occhi di fronte alle povertà del nostro territorio (materiali, educative, affettive), di diventare protagonisti e non semplici spettatori, di mettersi in gioco e di sperimentare difficoltà e soddisfazioni che hanno permesso loro di crescere come persone.
Cosa resta dopo questi 365 giorni?
Sicuramente, le belle relazioni cresciute con il passare del tempo e la consapevolezza dell’importanza di           puntare sui giovani.
 Non si può celare il fatto che il saluto sia stato segnato anche da una forte preoccupazione vissuta dalla Caritas Diocesana, dalle sedi e dai ragazzi stessi a causa del rinvio dell’avvio dei nuovi volontari che avrebbero dovuto prendere servizio il 10 gennaio e che, invece, dovranno aspettare ancora diversi mesi a causa della manovra finanziaria governativa.
Il servizio civile è in serio pericolo. Una risorsa che forse molti hanno dato per scontata sta per venire meno nelle nostre comunità, nonostante la preziosità di un servizio reso ad anziani soli, ai poveri, ai ragazzi.
E’ questo il tempo per riflettere soprattutto come Chiesa, su quanto si voglia effettivamente investire nella Carità e, soprattutto, su quanto si voglia investire sui nostri giovani.


Riassunto di un anno di Servizio Civile in Caritas DiocesanaDi seguito alcuni ‘ritagli’ delle riflessioni che i ragazzi hanno scritto al termine del lor servizio:

- All’inizio gli anziani erano un po’ sulla difensiva perché non ci conoscevano, ma poi col tempo abbiamo fatto “breccia” nella loro vita e il nostro rapporto è cambiato totalmente.
Alcuni ci aspettavano con le braccia aperte e con il sorriso sulle labbra, facendoci capire che la nostra presenza era qualcosa di speciale.
Ma la cosa più bella era quando ci parlavano del loro vissuto, ricordandoci le nostre radici.
Era allora che i cuori degli anziani ci facevano il regalo più grande: donarci la loro storia senza chiederci nulla in cambio, perché questa possa essere utile a noi e chi verrà dopo di noi, e così niente sarà dimenticato. Come diceva Cicerone “semina alberi che gioveranno alla generazione ventura”.
(Roberto)


-I primi giorni di servizio avevo sempre paura di come muovermi, anche perché non avevo esperienza nel settore e credevo di fare mosse sbagliate. Col tempo ho potuto conoscere ragazzi con tante storie diverse e mi sono impegnato per formare un gruppo unito nel nostro oratorio; per fare ciò mi sono messo in gioco e ho allontanato da me alcuni timori che avevo prima di vivere quest’anno, ho proposto nuove idee, ho dedicato tempo alle attività del progetto anche al di fuori dell'orario di servizio, mi sono avvicinato al mondo dei bambini di oggi, ho ascoltato i loro problemi e ho dato loro consigli per risolverli.
Qualcuno all’inizio ci aveva detto che educare i bambini sarebbe stato più difficile per noi ragazzi ventenni perché non avremmo potuto sostituire le figure degli adulti, ma ritengo sia stato meglio così, per il fatto che siamo potuti crescere anche noi come persone e abbiamo potuto imparare come accogliere chi è in difficoltà.
(Simone)

-Quando parlavo del Servizio Civile alla gente, cercando di spiegare cosa facevo e i vari progetti che c’erano, loro mi dicevano “ Ma come fai a stare con i bambini? Io diventerei matta” oppure “ No no, io potrei fare qualsiasi lavoro tranne che trascorrere un anno con bambini, anziani e immigrati!”. Beh, io posso dire che il SC non è solo “trascorrere del tempo” perché non si ha niente da fare o perché non si è trovato un lavoro migliore; il SC è vivere del tempo, donarlo a chi ne ha più bisogno.
Io non l’ho scelto solo per educare dei ragazzi, ma per vivere un’esperienza di crescita interiore, per entrare a far parte di una comunità, per dare e ricevere sostegno, ma soprattutto per aprire gli occhi e capire quali sono i veri problemi della vita. Ed è stato proprio così! (…)Noi civilisti, oltre a educare, siamo stati educati a fare questo servizio. Durante le formazioni ci hanno insegnato a prendere per mano, guarire e congedare, cioè a crescere insieme ai ragazzi, a metterci sullo stesso piano, ad ascoltarli, incoraggiarli e a renderli responsabili per continuare la propria strada.
(Chiara)

-Ora che mi trovo alla fine del percorso mi sento un po’ demoralizzata perché ho l’impressione che questo centro, la sua funzione e i volontari presenti siano tenuti poco in considerazione e che  non si presti attenzione alla sua esigenza di rinnovamento della ‘mission’, dell’organizzazione, dell’attività di sensibilizzazione e di ricambio generazionale.
(…) Conserverò un ricordo molto positivo e pertanto cercherò di mantenere i legami e il bel rapporto che è nato con la OLP e con alcune volontarie nonché con il ragazzo che ha affrontato con me questo percorso, perché le relazioni che nascono con le persone rappresentano per me una risorsa molto importante e quest’anno le persone con cui mi sono trovata a collaborare sono state davvero eccezionali.
(Daniela)

La cosa che più mi ha toccato è stato vedere come molti ragazzi e bambini siano riusciti a condividere qualunque cosa all’interno dell’oratorio nonostante la larga fascia di età e le diverse etnie.
Penso che di questo anno trascorso non cancellerò nulla…momenti di gioia e momenti difficili.
Anzi…sono proprio quest’ultimi che terrò stretti con me, perché è proprio dagli errori che ho imparato tanto.
(Laura)


-Non mi aspettavo davvero tutto questo dal Servizio Civile. Credo che abbia dato involontariamente origine, dentro di me, ad un percorso verso la ricerca di me stessa.(…) . Paradossalmente, il dedicarmi agli altri mi sta facendo riscoprire me stessa… Un misto tra stupore e paura che non so ben spiegare… Sicuramente un passo importante di questo percorso sono stati i vari incontri con gli anziani e i volontari che ci aiutano al centro, come fosse una grande famiglia.(…)
In quest’anno, passato così velocemente posso dire che abbiamo acquisito tanti piccoli nonnini, pronti a indiziarci nel giusto cammino.
(Tania)

-(…) Passato questo primo periodo di difficoltà, alla fine diciamo risolte, con l’arrivo della stagione estiva e la previsioni di un aumento concreto di presenze ha fatto si che ci si mettesse in gioco “veramente”, fondamentale è stato l’aiuto di Don Andrea capace di darci quella forza e passione che ci hanno fatto vivere il periodo estivo, personalmente parlando, alla grande, pieno di emozioni e divertimento. Durante questo periodo ho potuto constatare quanto tutto l’impegno messo in campo per le attività svolte in sede siano state accolte ottimamente da tutta la comunità, motivo di orgoglio è stato anche la partecipazione a tutto ciò di molti ma molti ragazzi che fino a quel momento non erano a conoscenza di questa macchina che ormai era da tempo in cammino ma che ancora non riusciva ad ingranare marce e prendere velocità.

Il sostegno delle famiglie e di altri volontari è stato fondamentale per la marcia della macchina (oratorio) che alla fine del periodo estivo aveva ormai raggiunto velocità quasi folli, tutto ciò ha fatto si che iniziassimo il “nuovo anno” con più grinta e prospettive maggiori.
(Lorenzo)

-In poche parole quest’anno è stato un periodo di grandi scoperte per me, un anno che mi ha permesso di conoscere persone nuove, nel bene ma anche nel male (di episodi spiacevoli ce ne sono stati), di scoprire una realtà sociale presente nel mio territorio di cui non conoscevo l’esistenza, di venire a contatto con gente proveniente da ogni parte del mondo, di interagire con i servizi del mio comune e toccare con mano situazioni di grave difficoltà ma anche di speranza e voglia di farcela.
Per questo il consiglio che vorrei dare ai ragazzi che pensano di intraprendere questa avventura è FATELA, provateci, così che potrete viverli dirette mente voi gli episodi e i momenti che ho vissuto io.
Come in ogni esperienza nella vita, la cosa da fare è una e semplice: ESSERE SE STESSI, sempre. Ma con una cosina in più: la mente e il cuore aperti. Per fare un esperienza così non dovete mettere da parte voi stessi, il vostro credo o le vostre idee, ma essere si più aperti per accoglierne di nuove, mettendo via i pregiudizi, quelli è d’obbligo o non sapreste come affrontare situazioni talvolta molto delicate.
Siate intraprendenti nelle occasioni che lo richiedono, non state li ad aspettare che qualcuno vi dica cosa fare; attivatevi, proponetevi, insomma METTETEVI IN GIOCO!
Anche perché siamo o non siamo i GIOVANI del Servizio Civile!?!?
(Alice)

Questo anno è stato molto costruttivo, perché il dover fare molte cose  da sola mi ha permesso di rafforzarmi, di avere più fiducia in me stessa. Fino a qualche tempo fa credevo che da sola non sarei mai riuscita ad ideare, organizzare e gestire una festa invece ci sono riuscita!  Non pensavo di riuscire a tenere a freno degli adolescenti nelle loro pazzie invece ce l’ho fatta mostrandomi comprensiva, pronta ad ascoltarli e a far notare loro gli sbagli che avevano fatto.                                                                                                            Sono cresciuta molto e ora sono più sicura di me tanto che questa mia forza interiore mi ha anche permesso di cominciare nuovamente a fare l’educatrice, ma questa volta non più dell’ACR ma dei Giovanissimi. Sono davvero soddisfatta di questa mia scelta e ora mi sento più pronta nel portarla avanti.   
(Elisa)


-(..) voglio concludere ricordando gli obiettivi che mi ero prefissato all' inizio dell' anno di servizio. Questi erano l'umiltà e l' acquisizione di un maggiore senso di responsabilità. Posso affermare che gli obbiettivi sono stati raggiunti e che, a distanza di un anno, mi sento cresciuto e maturato.
(Luca)

(…)Una cosa sola non voglio assolutamente dimenticare: tutto ciò che ho passato all’interno dell’oratorio, ed in particolare tutti i bambini.
(Samantha)


 

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