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Per una scuola che educa

Per una scuola che educa. - Il commento di Mons. Duilio Bonifazi alla luce degli Orientamenti Pastorali della Chiesa italianaIl commento di Mons. Duilio Bonifazi alla luce degli Orientamenti Pastorali della Chiesa italiana

“Per una scuola da abitare” è il tema scelto per il Convegno di Verona del 19-21 marzo. Anche tra  noi è frequente discutere sull’investimento culturale costituito dalla scuola e dall’università. Quest’affermazione la troviamo spesso sulle labbra anche del sindaco di Fermo, che l’ha ripetuta all’inaugurazione dell’anno accademico del Conservatorio Musicale fermano. Di sfida educativa si parla continuamente oggi, e la scuola è tra i principali protagonisti nell’affrontarla. Gli “Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 - Educare alla vita buona del Vangelo”(n.46) ci ricordano: “Occorre investire,con l’apporto delle diverse componenti del mondo scolastico, ecclesiale, e civile, in una scuola che promuova, anzitutto, una cultura umanistica e sapienziale, abilitando gli studenti ad affrontare le sfide del nostro tempo. In particolare, essa deve abilitare all’ingresso competente nel mondo del lavoro e delle professioni, all’uso sapiente dei nuovi linguaggi, alla cittadinanza e ai valori che la sorreggono: la solidarietà, la gratuità, la legalità e il rispetto delle diversità. Così la scuola mantiene aperto il dialogo con gli altri soggetti educativi -in primo luogo la famiglia- con i quali è chiamata a perseguire obiettivi convergenti. Il carattere pubblico non ne pregiudica l’apertura alla trascendenza e non impone una neutralità rispetto a quei valori morali  che sono alla base di ogni autentica formazione della persona e della realizzazione del bene comune”.
E’ ovvio che la scuola educa insegnando e promuovendo la cultura. Non è essa il luogo del catechismo, né della trasmissione di una specifica fede religiosa. Inoltre, bisogna superare sia la posizione di chi vede nella scuola la principale, se non l’unica, istituzione capace di garantire un accesso democratico alla cultura; sia la posizione di chi auspica un drastico ridimensionamento della funzione della scuola per garantire una formazione culturale policentrica veramente democratica. L’unico modo per conciliare le esigenze educative del soggetto e le istanze di cambiamento della società è quello di organizzare e integrare tra loro le diverse funzioni educative delle  diverse istituzioni all’interno di un modello formativo unitario.
Mi ha colto di sorpresa l’osservazione di un giovane studente: a scuola e all’università io quasi sempre mi annoio e mi chiedo a che cosa mi servano tutte le cose che sono obbligato a studiare; solo qualche docente riesce a farmi cambiare atteggiamento culturale. Emerge così un’esigenza primaria nella funzione culturale che dovrebbe essere propria della scuola e dell’università: avere docenti che siano capaci di far cambiare l’atteggiamento culturale di quel giovane studente.
 

 

Mons. Duilio Bonifazi

Direttore Ufficio Diocesano Cultura, Università e Scuola

 

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