Archivio Notizie dalla Diocesi
Notizie dalla Diocesi
Costituisce parte del territorio etiopico la regione affidata dal Santo Padre alle cure pastorali di Padre Angelo Antolini
La Prefettura Apostolica di Robe nasce con decreto del Papa Benedetto XVI l’11 febbraio 2012 dalla divisone del territorio del Vicariato Apostolico di Meki e padre Angelo Antolini, O.F.M. Cap., viene nominato primo Prefetto Apostolico.
Che cos’è una Prefettura Apostolica?
La prefettura apostolica è definita dal Codice di diritto canonico al canone 371 §1: “Il vicariato apostolico, o la prefettura apostolica, è una determinata porzione del popolo di Dio che, per circostanze peculiari, non è ancora stata costituita come diocesi ed è affidata alla cura pastorale di un Vicario apostolico o di un Prefetto apostolico, che la governano in nome del Sommo Pontefice”. La Prefettura è dunque sotto la diretta responsabilità del vescovo di Roma, che la utilizza come strumento di evangelizzazione in terra di missione. Il prefetto non è un vescovo ordinato, ma nell’ambito della sua giurisdizione ha le stesse funzioni.
Attualmente nell’ordinamento della Chiesa Cattolica sono presenti nel mondo circa 40 Prefetture Apostoliche, la maggior parte di esse in Cina.
Contesto storico
Nel 1970 il territorio del Vicariato di Meki fu affidato alle cure pastorali (ius commissionis) dei Missionari della Consolata. Nel 1981 Abba Woldegeorgis fu nominato Prefetto Apostolico di Meki. Nel 1992 la Prefettura fu elevata a Vicariato Apostolico e il prefetto fu nominato Vescovo. Già nel 2008 il Vescovo di Meki Abraham Desta pensa alla divisione del territorio del Vicariato, sia per la vastità del territorio, sia per le sfide particolarmente impegnative nel contesto islamico. Propone una divisone che va da Kofele verso est fino al confine con la Somalia. Nel frattempo si crea la zona pastorale di Robe e p. Angelo Antolini viene nominato Vicario Episcopale della zona. L’ordine dei Frati Minori Cappuccini accetta la commissio della nuova Prefettura nel luglio del 2011 e l’11 febbraio 2012 si giunge al decreto di erezione e alla nomina del primo Prefetto nella persona di p. Angelo Antolini.
Contesto geografico
La Prefettura di Robe comprende un territorio di 102.769 Kmq (pari a un terzo dell’Italia), con una popolazione complessiva di 3.295.278 abitanti e una densità per chilometro quadrato di 32,1.
Politicamente si estende su tre Zone: due nello Stato Regionale Oromia e una nello Stato Regionale Somali.
Nell’Oromia comprende 6 Provincie (Woreda) della Zona del West Arsi e tutte le 20 Provincie della Zona del Bale. Nel Somali comprende tutte le 9 provincie della Zona dell’Afder. Nella parte più ad est, il territorio della Prefettura è ben definito entro i due grandi fiumi del Wabe Shebeli al Nord e del Ganale a Sud.
Le 6 provincie del West Arsi (Kofele, Dodola, Adaba, Asasa, Kokossa e Nansebo) si estendono su un altopiano molto fertile (mediamente 2500 metri slm) dove la popolazione oromo vive di pastorizia e agricoltura con colture piuttosto estensive di cereali. La Zona del Bale è caratterizzata ad ovest dalla impressionante catena dei Monti del Bale, che raggiungono i 4300 metri del Tullu Demtu. Il Sanetti Plateau, un altopiano a 4000 metri, è una zona particolarmente frequentata dai turisti per la bellezza del paesaggio e la ricchezza della flora e della fauna endemiche, tra cui il nyala e il lupo etiopico. La zona dei monti è abitata solo da sporadici pastori. Ad est essa degrada verso l’immensa pianura fertile del Bale (circa 2400 metri di altitudine), considerata il granaio dell’Etiopia. Proseguendo ancora verso est e verso sud si scende in terre quasi desertiche (sui 1200 metri), poco popolate. La Zona dell’Afder, sui 300 metri di altitudine, è particolarmente desertica, con arbusti che inverdiscono solo nella stagione delle piogge. I somali che lo abitano vivono una vita nomade o seminomade basata sulla pastorizia.
Contesto socio-culturale
Nella zona interessata dalla Prefettura si parlano due lingue fondamentali, caratterizzanti le due etnie principali: l’oromo e il somalo. Le due etnie praticano la religione musulmana (97% della popolazione). Nelle città più antiche è presente la Chiesa Ortodossa, retaggio dell’impero Amhara cristiano ortodosso. Solo nelle città sono presenti piccole comunità protestanti. La Chiesa Cattolica ha una presenza numerica esigua (0.03%), ma ciò non toglie che in tutto il territorio della Prefettura goda di una stima considerevole per la sua attenzione ai poveri, per il suo atteggiamento umile e rispettoso delle tradizioni, culture, lingue e travaglio politico dei popoli. La Chiesa si pone sempre e comunque in atteggiamento di dialogo, e mai di confronto. Purtroppo negli ultimi tempi infiltrazioni fondamentaliste islamiche, con risvolti anche politici, sono sempre più frequenti, specie nell’area verso la Somalia, area particolarmente instabile dell’intero pianeta.
Gli oromo sono uno dei principali popoli presenti sul territorio etiopico, dove rappresentano oltre il 30% della popolazione. Nonostante l'origine autoctona, gli oromo sono stati a lungo considerati e rappresentati dalla storiografia etiopica amhara come un corpo estraneo, componente barbara e pagana nel corpo dell'impero cristiano etiopico. Originariamente pastori nomadi provenienti dall'Etiopia centro-meridionale, nel XVI secolo cominciano ad estendere la loro presenza in gran parte del territorio etiopico, in seguito al vuoto di potere lasciato dagli scontri tra cristiani e musulmani. In questo modo la popolazione oromo comincia a mescolarsi ed amalgamarsi ai diversi ambienti ed eredità culturali precedenti. Nonostante gran parte della popolazione oromo abbia storicamente scelto la conversione alla religione islamica, molte delle pratiche e delle istituzioni religiose, rituali, ma anche politiche tradizionali, sono sopravvissute all'adozione del nuovo culto, creando un Islam sincretico e popolare, in cui gli elementi tradizionali si sono innestati alla tradizione mistica islamica (sufi), estremamente flessibile e legata al concetto di appartenenza culturale alla comunità oromo, di cui ancora si conservano peculiarità importanti. Tra queste l'istituzione politica del sistema Gada: un'organizzazione rituale, sociale e politica secondo la quale il potere viene esercitato da tutti gli individui in regime assembleare seguendo un meccanismo di alternanza generazionale in cui classi di età si alternano pacificamente alla leadership ogni otto anni.
Statistiche e progetti
Al momento della sua nascita, la Prefettura di Robe conta circa un migliaio di cattolici, circa 200 precatecumeni e 30 catecumeni. Il personale religioso è composto da 2 preti diocesani (a Robe), 3 frati cappuccini (a Kofele), 8 suore Missionarie della Carità (a Goba e Dodola), e 4 suore Missionarie Francescane di Rimini (a Kofele). Tra i progetti e le attività sociali si annoverano l’educazione, con 9 scuole funzionanti ed un totale di oltre 2500 studenti, a cui si lega il progetto orfani (circa 1400), ai quali viene data la possibilità di studiare tramite l’adozione a distanza. Tra le altre attività spiccano la promozione del lavoro delle donne, troppo spesso la categoria più svantaggiata ed in difficoltà; i progetti di tipo agro-forestale, che puntano alla formazione della popolazione per una possibile riforestazione di una zona ad alto rischio idro-geologico e ad un miglior utilizzo delle piante da frutto, con contestuale fornitura di piantine da due punti vivaistici; i progetti di piccola imprenditorialità, come il microcredito, la cooperativa calzaturiera e la cooperativa di lavorazione del bambù, che hanno permesso ai beneficiari di creare una piccola attività redditizia.
A cura di Devis Benfaremo
Eventi dalla diocesi
Ritiro spirituale del clero diocesano animato da don Andrea Bezzini
Momento di aggiornamento pastorale per il clero diocesano guidato da don Giuseppe Bonfrate
Momento di aggiornamento pastorale del clero diocesano. Interviene il dott. Francesco De Angelis