Archivio Notizie dalla Diocesi
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Una delegazione della Caritas Diocesana, accompagnata dal Direttore don Pietro Orazi, ha partecipato al 35° Convegno Nazionale di Fiuggi
‘La Chiesa che educa servendo la carità’: è stato questo il tema che ha segnato il 35° convegno nazionale delle Caritas diocesane tenutosi a Fiuggi dal 21 al 23 novembre e che si è concluso con l’udienza del Papa a Roma, ultima tappa del percorso tra memoria, fedeltà e profezia realizzato per ripercorrere, quest’anno, i 40 anni di Caritas italiana.
Nel primo convegno nazionale delle Caritas diocesane, nel 1972, papa Paolo VI indicò alla Caritas la via da seguire: ‘Al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica’.
Nel corso delle quattro giornate questa frase è stata più volte ripresa proprio per ribadire la funzione pedagogica ed il compito educativo della Caritas nei confronti delle comunità, delle famiglie in cui la Chiesa è chiamata ad essere luce.
Oggi più che mai, in una società nella quale prevalgono competizione e consumi sfrenati, in un’epoca nella quale ‘i prodotti sono globalizzati e le persone tribalizzate’, in un tempo segnato dalla precarietà dei giovani, dalla debolezza del mercato del lavoro e dalla crescente vulnerabilità delle persone e delle famiglie e durante il quale siamo ‘cresciuti ma slegati’, la Caritas è chiamata ad incentivare l’impegno caritativo specifico e a ricostruire quei luoghi di alleanza nei quali la dedizione e la costruzione di un tessuto di relazioni umane aiutino a creare quel cambiamento culturale e spirituale che ponga un nuovo ethos al centro delle politiche.
‘La Carità senza liturgia si riduce ad attivismo’. Occorre, allora, ha spiegato in un intervento Mons. F. Cacucci, nutrire l’amore della verità del Vangelo e collegare l’azione caritativa ai Sacramenti (la Confermazione, ad esempio, può aiutare a vivere la carità in maniera adulta e responsabilizzata).
Il ruolo educativo della Carità, ha sottolineato Mons. Crociata nel suo intervento, si esprime nell’educazione alla corresponsabilità, perché si ama di più il prossimo quanto più si lavora per la ricerca del bene comune. Nello stesso tempo la Carità può aiutare la gente a riscoprire la propria intima nostalgia del bene ma solo con una solida cultura ed una profonda spiritualità la Caritas potrà capire i segni dei tempi ed essere profezia.
Nei tre giorni di relazioni e confronto non sono mancati i momenti per affrontare alcuni nodi critici che vanno sciolti per dare nuovo slancio all’opera caritativa.
Come ha spiegato il direttore della Caritas di Torino, P. Dovis, il territorio, oggi, obbliga la comunità cristiana ad intuire, a progettare, a costruire e sperimentare alleanze nuove tra i diversi soggetti che vi operano. La Caritas deve essere come la soglia di una casa: la soglia è dentro la casa, è della comunità, della Chiesa, ma si estende arrivando a congiungersi con la via sulla quale passa la gente. La Caritas deve essere allora luogo di scambio tra ciò che c’è dentro (Cristo) e ciò che c’è fuori (la gente che cerca Cristo). Per fare questo, occorre che non ci si perda più solo nel servizio, lasciando che altri costruiscano la cultura sul bene degli altri e del territorio ma occorre riappropriarsi della valenza culturale del proprio lavoro per de-anestetizzare le persone dall’individualismo e per animare le stesse, dando al termine animare il significato di ‘portare un’anima di verità’.
Dagli operatori e volontari Caritas, infine, sono emersi due appelli rivolti ai Vescovi e ai responsabili Caritas: sensibilizzare Vescovi e parroci che, spesso, sono sentiti lontani dai volontari dei centri di ascolto parrocchiali, affinché diano la giusta importanza alla pastorale della carità e aumentino l’attenzione alla formazione dei seminaristi sul tema, così che i giovani sacerdoti siano sensibili e giustamente formati alla Carità.
L’incontro con il Papa: ‘Caritas, sentinelle di Vangelo’
Il 24 novembre, più di 10 mila operatori e volontari Caritas si sono ritrovati a S. Pietro per ascoltare le parole del Papa e per festeggiare con lui il 40° anniversario di fondazione di Caritas Italiana.
L’udienza è stata preceduta da testimonianze di operatori, volontari e beneficiari della Caritas e dalla celebrazione della S. Messa presieduta dal Card. Bagnasco.
Il presidente della CEI, nella sua omelia, ha riconosciuto il ruolo che la Caritas ha assunto in questi anni: ‘Nel nostro Paese, laddove ci si trova di fronte a fenomeni naturali imperiosi- come terremoti o alluvioni- o si debbano fronteggiare fenomeni sociali improvvisi- si pensi all’immigrazione- la Caritas è sempre pronta a rigenerare fiducia e ancor prima ad offrire una prossimità mai scontata’.
Bagnasco ha inoltre sottolineato la sete di speranza che c’è nel mondo e la necessità di invocarla come dono e di educare il nostro cuore ad essa perché ‘solo un cuore animato da speranza e che si nutre di amore è capace di amare e di avvicinarsi ai poveri’.
Anche il Papa, nel suo discorso ha evidenziato questo aspetto: ‘(..) L’umanità non necessita solo di benefattori, ma anche di persone umili e concrete che, come Gesù, sappiano mettersi al fianco dei fratelli condividendo un po’ della loro fatica. In una parola, l’umanità cerca segni di speranza. La nostra fonte di speranza è nel Signore. Ed è per questo motivo che c’è bisogno della Caritas; non per delegarle il servizio di carità ma perché sia un segno della carità di Cristo, un segno che porti speranza’.
Dal Papa, parole di stima e di incitamento. Benedetto XVI, mettendo in risalto il ruolo educativo della Caritas si è rivolto ai volontari, esortandoli a ‘non desistere mai da questo compito educativo, anche quando la strada si fa dura e lo sforzo sembra non dare risultati. Vivetelo nella fedeltà alla Chiesa e nel rispetto dell’identità alle vostre istituzioni, utilizzando gli strumenti che la storia ci ha consegnato e quelli della fantasia della carità’.
‘Sentinelle di Vangelo’: questo è il mandato rinnovato alla Caritas dal Papa. Sentinelle capaci di anticipare o intervenire nelle fasi di difficoltà e di far sentire e trasmettere ai poveri il calore di Dio.
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Gina Tonucci
02-12-2011 18:26 - #1