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Notizie dalla Diocesi

Padre Angelo Antolini è il primo Prefetto Apostolico di Robe

Padre Angelo AntoliniDa 30 anni missionario in Etiopia, è originario di Santa Vittoria in Matenano. Leggi la lettera che Padre Angelo ha scritto alla Chiesa Fermana

Il Santo Padre:

- Ha eretto la nuova Prefettura Apostolica di Robe in Etiopia per dismembramento del Vicariato Apostolico di Meki.

- Ha nominato il Padre Angelo Antolini, O.F.M. Cap., primo Prefetto Apostolico di Robe (superficie: 116.221; popolazione: 2.737.512; cattolici: 2000; sacerdoti: 5; religiosi: 13), Etiopia. Il Vescovo eletto è nato a Santa Vittoria in Matenano (Italia) nel 1953. Ha emesso la Professione perpetua nel 1976 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Dal 1977 al 1981 è stato assistente al Seminario Serafico, promotore vocazionale dell'Ordine Cappuccino nella Provincia Marchigiana; dal 1981 al 2006 è stato Vicario parrocchiale, responsabile della formazione dei catechisti e dei giovani, coordinatore del Cammino neo-catecumenale in Etiopia; dal 1987 al 1990 Parroco di Dubbo; dal 1990 al 1995 Leader pastorale della Zona centrale del Vicariato; dal 2000 Responsabile del Dipartimento diocesano di Pastorale; dal 2003 al 2006 Vicario della Vice-Provincia Cappuccina dell'Etiopia e dal 2006 Missionario nel Vicariato Apostolico di Meki e Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Etiopia.

 

 

Padre Angelo insieme a Padre Bernardo Coccia traccia il percorso verso RobeIn data 11 febbraio 2012, sotto la protezione della Madonna di Lourdes, il Santo Padre Benedetto XVI ha decretato l’erezione della Prefettura Apostolica di Robe (Etiopia), dismembrandola dal Vicariato Apostolico di Meki, ed ha nominato primo Prefetto Apostolico padre Angelo Antolini, O.F.M. Cap., finora vicario episcopale per la regione di Robe.

Nato a Santa Vittoria in Matenano (FM) il 24 maggio 1953, padre Angelo è entrato nel Seminario Serafico di Fermo nel 1962. Ha compiuto i suoi studi in diversi conventi cappuccini delle Marche, ed è stato ordinato presbitero nel 1977, dopo aver emesso la professione perpetua. Nel 1981 è stato assegnato alla missione cappuccina nel Vicariato Apostolico di Soddo-Hosanna, Wolayta, nel sud-ovest dell’Etiopia, dove ha svolto diverse mansioni fino al 2005, occupandosi principalmente di evangelizzazione e di promozione umana.

Nei primi mesi del 2007, dopo un periodo sabbatico trascorso in Europa, fa ritorno in Etiopia, nel Vicariato Apostolico di Meki, dove il vescovo Abraham Desta lo chiama a portare avanti un’opera di prima evangelizzazione nell’altopiano del Bale, a sud-est del paese, zona dove la maggioranza della popolazione oromo è di religione musulmana. Nell’aprile del 2008 padre Angelo viene nominato Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie dell’Etiopia, incarico che ha ricoperto fino ad oggi.

Padre Angelo posa insieme all’autorità della zona di Delo-MenaParlare di Padre Angelo e della sua opera di evangelizzazione in poche righe è un compito arduo. Tuttavia credo sia importante che chi ha avuto esperienza della sua passione per il Vangelo e di questa nuova realtà ecclesiale in terra di missione possa tentare di trasmetterla a chi nel nostro territorio si rallegra perché la Parola di Dio viene testimoniata fino agli estremi confini della terra. Oggi i confini geografici sono sempre più evanescenti, sembra quasi che non esistano; eppure i confini culturali e religiosi si allontanano giorno dopo giorno. Sono convinto che oggi più che mai è importante andare incontro a questi confini per essere una presenza, la testimonianza viva della luce di Cristo tra le genti.

Padre Angelo inizia la sua nuova sfida a marzo del 2007, cinque anni fa. Kofele, che si trova a 270 km dalla capitale Addis Abeba a 2670 mt di altitudine, è il luogo prescelto per una nuova fraternità cappuccina in questa zona dell’Etiopia, che vede una importante prevalenza musulmana. La presenza della Chiesa Cattolica in questa cittadina all’inizio dell’altopiano ( e vera porta d’ingresso della nuova prefettura) risale al 1998 quando i missionari fidei donum di Mantova, dalla vicina Jigessa (25 km), cominciarono a costruire la presente struttura, prima con la casa delle Suore Francescane Missionarie di Cristo, che vi risiedono fin dall’inizio, e poi con l’asilo, l’attività per la promozione femminile, la scuola, lo stadio, la foresteria e una piccola cappella. I missionari di Mantova, però, non vi sono mai risieduti in permanenza. Dal marzo 2007, i cappuccini hanno formato una fraternità con padre Angelo, un altro presbitero e un fratello. Hanno costruito la propria abitazione, raddoppiato l’edificio scolastico e costruito la nuova chiesa. Il numero dei cattolici è in leggero aumento ed ora, con i catecumeni, raggiunge circa cento fedeli.

A 50 km da Kofele, padre Angelo giunge a Dodola, sulla strada principale che porta verso la zona del Bale e il suo capoluogo, Robe, sede della nuova Prefettura. Nel 2006, il Vicariato Apostolico di Meki ha cominciato qui la sua presenza acquistando un appezzamento di terreno in città. Le suore di Madre Teresa fecero un accordo di due anni con il vescovo, cercando di essere presenti con una comunità itinerante, per favorire una presenza della Chiesa Cattolica nella città. Con la nuova fraternità a Kofele i cappuccini hanno iniziato a prendersi cura della missione di Dodola e le suore continuano la loro presenza itinerante anche oggi.

La nuova scuola elementare di Dodola, con Padre Angelo e gli studentiNel frattempo è stato costruito un nuovo edificio per la scuola materna dei bambini più poveri della città, sono stati acquistati altri tre lotti di terreno adiacenti, riparato un capannone che è stato adibito a scuola per la prima classe elementare e costruita la nuova chiesa con la casa parrocchiale per il prete che inizierà ad essere residente a Dodola, Don Vito Cicoria, fidei donum della Diocesi di Bari. La comunità cattolica è formata soprattutto da ragazzi e pochi adulti, complessivamente sessanta fedeli.

Proseguendo lungo la strada dell’altopiano del Bale, si giunge ad Adaba, circa 75 km da Kofele. Fin dall’inizio la comunità è stata affidata alle cure pastorali del clero diocesano con un prete residente. Alla defezione del prete diocesano, per un anno la comunità è stata seguita da un prete senza fissa residenza. Da più di due anni è seguita ora dai cappuccini che vi si recano da Kofele. Il compound include la chiesa, la canonica, il centro pastorale, l’asilo e la scuola elementare, che però hanno bisogno di essere ricostruiti poiché il numero degli iscritti cresce sempre di più. Vicino ad Adaba si trova Herero, una piccola cittadina dove è stato da poco ottenuto un nuovo compound (dopo che il vecchio era stato abbandonato dal prete di Adaba). Qui è stata ultimata la nuova scuola materna (l’unica del paese), e presto verrà costruita una cappellina, visto che ci sono aspiranti catecumeni.

Padre Angelo celebra l’eucarestia in una piccola cappella di fango e paglia a Gode, vicino KofeleRobe, 430 km da Addis Abeba, è una grande città, capoluogo della zona del Bale e sede della nuova Prefettura. E’ situata sul vasto altopiano del Bale a 2500 mt di altitudine. La prima presenza della Chiesa Cattolica a Robe risale al 1988, quando le Suore Missionarie della Carità, guidate da Madre Teresa in persona, cominciarono l’attività di sostegno ai poveri e diseredati della città. Contemporaneamente Abba Abraha Baraki, prete diocesano proveniente dal Tigrai, fidei donum nel Vicariato Apostolico di Meki, fu nominato responsabile della missione. Ora le suore di Madre Teresa si sono trasferite a Goba, a circa 10 km. Attualmente due preti diocesani vivono insieme e servono le comunità di Robe e di Goba. Nel compound di Robe è presente una grande chiesa, che sarà la nuova cattedrale, e una scuola molto importante e apprezzata da tutti nella città, frequentata da oltre mille studenti. I fedeli a Robe sono circa 400.

Questa è la realtà della Prefettura fino ad ora. E’ il germe di una nuova comunità che fa capo a Cristo, una comunità che un giorno sarà prima Vicariato Apostolico e poi Diocesi. Quando tutto questo avverrà non lo sappiamo, per questo ci affidiamo allo Spirito ma anche alla passione e alla testimonianza di tutti i cristiani, chiamati ad annunciare con gioia il Vangelo di Cristo. Nessuno escluso.

L’istruzione è una parte importante dell’opera di evangelizzazionePadre Angelo si sta già dando da fare per andare oltre i “confini”, verso il confine con la Somalia, la zona dell’Afder. Una zona desertica e calda, al contrario dell’altopiano. Il nuovo prefetto ha già visitato due volte l’Afder, giungendo fino a Dolo Odo, a due giorni di macchina da Kofele, uno dei più importanti campi profughi (si stimano centomila presenze) saliti alla ribalta durante la grande carestia che ha colpito duramente il Corno d’Africa negli ultimi mesi. La Chiesa Cattolica è impotente di fronte a queste realtà, perché la mancanza di personale rende praticamente impossibile raggiungere zone così lontane (nonostante formalmente siano sotto la giurisdizione ecclesiastica). Per ora, padre Angelo è stato in grado di aprire la strada all’evangelizzazione e alla presenza missionaria con un nuovo progetto agricolo nella zona di Delo-Mena, al di là delle montagne del Bale, a 1300 mt di altitudine. Un posto fertile in fascia predesertica, motivo per cui il progetto agricolo è stato ben accolto dalla comunità e dalle autorità (musulmane), felici di poter avere la presenza della Chiesa Cattolica, finora assente. Il progetto sarà la base per la formazione di una comunità cristiana in futuro, non importa quanto lontano sia, perché il nostro primo dovere resta comunque l’annuncio. E’ il comandamento che ci ha lasciato Gesù prima di salire al Padre: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Insieme alle suore di Madre Teresa presso la nuova scuola materna di DodolaQualche anno fa, padre Angelo e la comunità di Kofele (laici compresi) hanno raggiunto la piccola cittadina di Kokossa, 90 km da Kofele, dove in una piccola casa che hanno acquistato predicano la Parola ogni domenica pomeriggio, proprio come nella prima chiesa apostolica. La gioia che si prova nel partecipare è indicibile. Si scopre davvero che lo Spirito è presente ed opera cose grandi. I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella. E’ questa la Parola che viene annunciata, non una parola di uomini. Se fosse una parola di uomini, non ci sarebbe motivo perché un uomo come padre Angelo perda la sua vita per il Vangelo, con tutte le sofferenze, le incomprensioni ed i rischi che incontra giorno dopo giorno sul suo cammino. Eppure vedere la luce nei suoi occhi al ritorno dalla predicazione, stanco e stremato ma con il cuore ancora ricolmo di Spirito, è la garanzia che questa Croce non è per la morte, ma per la vita. Se non fosse che i poveri si rallegrano, padre Angelo è convinto che non riuscirebbe a resistere un giorno in un mondo difficile come quello oromo. La sua è la testimonianza di un uomo profondamente amante di Cristo e profondamente innamorato del popolo che gli è stato affidato, il popolo oromo.

 

Devis Benfaremo

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