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Notizie dalla Diocesi

La missione "Fidei Donum" nel Vicariato Apostolico di Meki (Etiopia)

Missione Fidei Donum in Etiopiadi don Ermanno Michetti

Gent.mo don Amedeo.

come Fidei Donum in Brasile (1987-1997), vengo a sottoporle una situazione che come membri del Consiglio Pastorale di questa Diocesi di Fermo siamo stati chiamati a valutare.

Su iniziativa di Pe. Angelo Antolini, in Africa (Etiopia) da molti anni, e stata lanciata la proposta di una esperienza Fidei Donum con il Vicariato Apostolico di Meki.

I membri del Consiglio hanno espresso parere favorevole alla esperienza Fidei Donum, ma ritengono che l'America Latina sia più adeguata alle nostre condizioni.

Nell'ambito del Consiglio io ho proposto di collegarsi con l'organismo nazionale preposto a questo tipo di esperienza e sono stato incaricato di fare il contatto, da cui la presente.

Ritengo che per noi sia importante avere elementi per conoscere le condizioni per una cooperazione con l'Africa in generale e con il luogo indicato in particolare.

Due sacerdoti, legati al Cammino Neocatecumenale, hanno dato disponibilità per andare, ma il Cammino non si farebbe carico dell'esperienza. Il Pe. Angelo è legato anche lui al Cammino. A Meki i cristiani sono una estrema minoranza (gruppi di 20, 50 persone); l'ambiente è radicalmente mussulmano.

Per valutare l'iniziativa ti mando in allegato la lettera del Vicario Apostolico di Meki ed una comunicazione elettronica con il nostro Vicario Generale dal parte di Pe. Angelo. Gradirei una sua risposta scritta per poterla presentare all'Arcivescovo.

Grato per la sua attenzione, la saluto fraternamente. Porto San Giorgio, 04 Febbraio 2011.

 

Carissimo don Ermanno, in allegato trovi un modesto contributo per il vostro discernimento circa l’invio di personale apostolico in Etiopia.

Sono a tua e vostra disposizione per ulteriori chiarimenti. Se lo desideri puoi anche contattare il dott. Beppe Magri, collaboratore del CUM, che ha speso alcuni anni con la sua famiglia in quella terra . E’ un conoscitore attento e saggio della realtà sociale ed ecclesiale. Il suo indirizzo email: b.magri@tin.it Ciao! Buon cammino. Don Maurizio Cuccolo

 

Criteri per la partenza F.D.

 

La partenza di un sacerdote, di un laico o di una famiglia fidei donum chiama in causa la sollecitudine di una Chiesa intera e il senso della comunione tra le Chiese. Pertanto ogni invio non può essere legato soltanto allo slancio personale o a motivazioni esclusivamente legate al singolo; deve invece necessariamente corrispondere alle esigenze, alle attese, al percorso di corresponsabilità della Chiesa di origine e di quella che accoglie.

Alcuni criteri da presentare nel bagaglio di una partenza fidei donum e rendere visibili in uno stile di vita missionaria secondo l’Evangelo.

 

·           Un primo criterio è lo sviluppo di un reale e fecondo rapporto con la Chiesa di appartenenza e, per un prete, con il proprio presbiterio. Questo rapporto si esprime con la disponibilità a vivere un discernimento che abbia una sensibilità di carattere ecclesiale, con una vita spirituale intensa e con la partecipazione alla vita ecclesiale ordinaria.

 

·           Un secondo criterio è legato alla capacità di pensarsi inviati all’interno di una comunione, già desiderata e pensata, con la Chiesa che accoglie. Questo chiede l’attitudine a lasciarsi interrogare da una realtà che è e rimane altra. In questa direzione è necessaria disponibilità e duttilità, senza voler esportare strenuamente modelli pastorali precostituiti.

 

·           Il terzo criterio rimanda, in continuità con la riflessione precedente, alla disponibilità, non occasionale, a collaborare strettamente e con profondo rispetto con le risorse pastorali (del clero, laicali e di altre realtà / Istituti missionari) già presenti nella Chiesa che accoglie.

 

·           Tale disponibilità sfocia nell’altrettanto importante criterio che sollecita a vivere una presenza missionaria inserita, ove possibile, in una comunità di inviati dalla stessa Diocesi. Pur nel riconoscimento invalicabile della responsabilità di ciascuno, il servizio missionario ad gentes chiede di essere vissuto non come servizio solitario, bensì come servizio realizzato in comunione, particolarmente con quanti sono inviati dalla stessa Diocesi alla stessa Chiesa locale. Tale dimensione comunionale va cercata e realizzata:

o                                 nella collaborazione e nel confronto su scelte di carattere pastorale

o                                 nella condivisione e gestione delle risorse economiche che giungono in diverse forme

o                                 nel creare forme di fraternità (momenti comuni di convivialità, di preghiera, di nutrimento spirituale e attenzione a chi arriva e inizia il suo servizio)

 

·           Un ultimo criterio riguarda la sobrietà. L’irrinunciabile predilezione per i poveri dovrà essere accompagnata da uno stile di vita sobrio che riflette sul senso delle diverse scelte e sulla loro sostenibilità. Ne viene quindi la scelta di abbandono di ogni forma di lusso o di eccesso che non sia compresa dalla gente, sia per ciò che riguarda le condizioni abitative e di vita del singolo fidei donum, sia per quanto riguarda gli strumenti di cui si dota per il servizio pastorale (strutture, mezzi, beni di ogni genere).

 

Considerazioni specifiche per una presenza in Etiopia

 

La missione/parrocchia di Kofele, il cui titolare è il cappuccino p. Angelo Antolini, di lunga esperienza etiopica nonostante la relativa giovane età, è collocata lungo una delle più importanti arterie commerciali in via di bitumazione, sull’altipiano dell’Etiopia centro-orientale (regione geografica e zona amministrativa dell’Arsi-Bale, Stato regionale dell’Oromia), che conduce verso i territori somali dell’Etiopia, nel bassopiano dell’Ogaden. Tutto questo territorio è compreso nella giurisdizione del Vicariato Apostolico di Meki, con sede episcopale nella omonima città, a circa 120 chilometri a sud di Addis Abeba, lungo la strada che porta verso il Kenya, attraversando i territori del Vicariato Apostolico di Awasa.

Il vescovo di Meki, mons. Abraham Desta, ha più volte manifestato interesse nel poter usufruire di personale apostolico fidei donum al quale affidare una presenza stabile nella zona più sud-orientale del Vicariato, una zona che, in un futuro forse non lontano, potrebbe acquisire una propria autonoma giurisdizione ecclesiastica con l’istituzione di una specifica prefettura apostolica.

La presenza di personale apostolico stabile arriva fino alla città di Robe dove operano le suore di madre Teresa.

La popolazione è in prevalenza musulmana ed il numero di cattolici è molto contenuto, nonostante la presenza cattolica sia molto apprezzata per la notevole mole di attività che svolge nell’ambito sociale e caritativo, anche perché la presenza missionaria trova giustificazione presso le autorità locali solo attraverso un lavoro di carattere sociale, come ad esempio nei settori dell’insegnamento scolastico, sanitario, dello sviluppo agricolo, ecc. Pertanto anche i fidei donum devono attrezzarsi a rispondere a specifiche qualità professionali distinte dal servizio religioso, magari con l’ausilio di laici volontari, tecnici specializzati nei diversi settori dello sviluppo. A tale proposito è fondamentale la cooperazione con le strutture ecclesiali locali (segretariato cattolico) sia a livello diocesano che di Conferenza episcopale etiopica. Per avviare una presenza missionaria in quella zona, così come un po’ in tutta l’Etiopia, è molto importante una formazione che tenga conto delle difficoltà di ordine burocratico alle quali ogni missionario deve far fronte con fermo spirito di umiltà e grande sfoggio di pazienza!

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