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In Cattedrale una liturgia ecumenica

Liturgia ecumenica durante il Settenario della Madonna del PiantoGuidata da padre Oleg Bonari, nel contesto del Settenario della Madonna del Pianto

L'Esortazione apostolica Verbum Domini (30 settembre 20110) che Benedetto XVI ha pubblicato come esito dei lavori dell'Assemblea ordinaria dei Sinodi dei Vescovi dell'ottobre 2008, dedica il n. 46 al rapporto tra "Bibbia ed ecumenismo". La cito di seguito come aiuto a prepararci al momento che vivremo domani (Sabato 22 Gennaio, ndr) in Cattedrale alle ore 19. Infatti avremo una celebrazione della Parola guidata da Padre Oleg BONARI con i nostri Fratelli e Sorelle Ortodossi nel contesto del Settenario della Madonna del Pianto.

Quando ho visto queste parole del Papa, ne ho gioito.

Spero che ciò accada anche a chi potrà leggerle in queste ore sui media in cui appariranno.

Don Emilio Rocchi, Segretario Generale della Curia e Parroco di San Domenico a Fermo



«Nella consapevolezza che la Chiesa ha il suo fondamento in Cristo, Verbo di Dio fatto carne, il Sinodo ha voluto sottolineare la centralità degli studi biblici nel dialogo ecumenico in vista della piena espressione dell'unità di tutti i credenti in Cristo.
[Si ricorda,comunque, che, per quanto riguarda i cosiddetti Libri Deuterocanonici dell'Antico Testamento e la loro ispirazione, Cattolici e Ortodossi non hanno esattamente lo stesso canone biblico di Anglicani e Protestanti].
Nella Scrittura stessa, infatti, troviamo la preghiera vibrante di Gesù al Padre che i suoi discepoli siano una sola cosa affinché il mondo creda (cfr Gv 17,21). Tutto questo ci rafforza nel convincimento che ascoltare e meditare insieme le Scritture ci fa vivere una comunione reale, anche se non ancora piena [Cfr relativo post disceptationem, 36.]; «l'ascolto comune delle Scritture spinge perciò al dialogo della carità e fa crescere quello della verità»
[Propositio 36]. Infatti, ascoltare insieme la Parola di Dio, praticare la lectio divina della Bibbia, lasciarsi sorprendere dalla novità, che mai invecchia e mai si esaurisce, della Parola di Dio, superare la nostra sordità per quelle parole che non si accordano con le nostre opinioni o pregiudizi, ascoltare e studiare nella comunione dei credenti di tutti i tempi: tutto ciò costituisce un cammino da percorrere per raggiungere l'unità della fede, come risposta all'ascolto della Parola
[Cfr Benedetto XVI, Discorso all'XI Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi (25 gennaio 2007): AAS 99 (2007), 85-86]. Erano davvero illuminanti le parole del Concilio Vaticano II: «La sacra Scrittura nello stesso dialogo [ecumenico]
costituisce l'eccellente strumento nella potente mano di Dio per il raggiungimento di quella unità, che il Salvatore offre a tutti gli uomini»
[Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull'Ecumenismo Unitatis redintegratio, 21]. Pertanto è bene incrementare lo studio, il confronto e le celebrazioni ecumeniche della Parola di Dio, nel rispetto delle regole vigenti e delle diverse tradizioni [Cfr Propositio 36]. Queste celebrazioni giovano alla causa ecumenica e, quando vengono vissute nel loro vero significato, costituiscono momenti intensi di autentica preghiera in cui chiedere a Dio di affrettare il giorno sospirato in cui potremo tutti accostarci alla stessa mensa e bere all'unico calice.
Nella giusta e lodevole promozione di questi momenti, tuttavia, si faccia in modo che essi non vengano proposti ai fedeli in sostituzione della partecipazione alla Santa Messa per il precetto festivo.

In questo lavoro di studio e di preghiera riconosciamo con serenità anche quegli aspetti che chiedono di essere approfonditi e che ci vedono ancora distanti, come ad esempio la comprensione del soggetto autorevole dell'interpretazione nella Chiesa ed il ruolo decisivo del Magistero [Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 10].

Vorrei sottolineare, inoltre, quanto detto dai Padri sinodali circa l'importanza, in questo lavoro ecumenico, delle traduzioni della Bibbia nelle diverse lingue. Sappiamo infatti che tradurre un testo non è mero lavoro meccanico, ma è in un certo senso parte del lavoro interpretativo. A questo proposito, il Venerabile Giovanni Paolo II ha affermato: «Chi ricorda quanto abbiano influito sulle divisioni, specie in Occidente, i dibattiti attorno alla Scrittura, può comprendere quale notevole passo avanti rappresentino tali traduzioni comuni»
[Lett. enc. Ut unum sint (25 maggio 1995), 44: AAS 87 (1995), 947]. Perciò la promozione delle traduzioni comuni della Bibbia è parte del lavoro ecumenico. Desidero qui ringraziare tutti coloro che sono impegnati in questo importante compito e incoraggiarli a proseguire nella loro opera».

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