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Padre Mario è stato assolto

Padre Mario BartoliniFinalmente è stata letta la sentenza

ASSOLUZIONE PER PADRE MARIO BARTOLINI E PER IL GIORNALISTA GEOVANI ACATE.
CONDANNA PER I CINQUE DIRIGENTI INDIGENI

Il Tribunale di Yurimaguas (provincia di Alto Amazonas, regione di Loreto) ha assolto ieri 21 dicembre padre Mario Bartolini e il giornalista Geovanni Acate, direttore di Radio Oriente di  Yurimaguas, che erano stati accusati di aver incitato la popolazione alla ribellione contro lo stato attraverso il blocco delle strade durante gli scioperi che condussero agli scontri sanguinosi di Bagua dello scorso anno. La sentenza pertanto respinge la richiesta del Pubblico Ministero che aveva chiesto di dieci anni di carcere per il giornalista e 11 per il missionario per la presunta complicità nelle violenze.  Sono stati invece condannati a quattro anni di privazione della libertà per i cinque ex dirigenti indigeni: Tapullima Adilia, ex presidente del Fronte per la Difesa del Alto Amazonas (FREDESAA), Gorki Vásquez, Elias Sanchez, Javier Alava e Bladimiro Tapayuri; condanna motivata sempre per la loro partecipazione alle proteste delle comunità amazzoniche lo scorso anno. Tutti hanno fatto appello: sia il Procuratore Generale contro la sentenza assolutoria per i due che troppo mite per gli altri, sia la Difesa dei cinque Dirigenti indigeni contro la loro condanna. L’appuntamento quindi sarà al processo di appello che si terrà a Tarapoto, capoluogo della regione di Loreto.

Insomma una sentenza che appare ambigua, che assolve e che condanna tentando di divedere il movimento popolare. Una sentenza che dimostra che l’appoggio internazionale, messo in atto nei confronti di Padre Mario Bartolini e ultimamente anche del giornalista Acate, può portare frutto. La condanna dei cinque dirigenti indigeni dimostra invece la reale volontà di criminalizzazione delle lotte sociali da parte del potere, perché è chiaro comunque che la sentenza del potere giudiziario criminalizza la protesta sociale. Adilia Tapullima Torres, una leader indigena condannata, afferma in lacrime di essere addolorata da questa decisione del giudice che dimostra ancora una volta la mancanza di rispetto dei diritti di chi lotta per fare in modo che la propria protesta sia ascoltata e si possa far capire così i propri diritti.  “Questa sentenza di condanna per noi, afferma un altro dei condannati, Gorki Vasquez, è chiaramente una sentenza di condanna per la dirigenza del movimento popolare che ha agito e continuerà ad agire solo per difendere un diritto che ci appartiene”

Padre Mario dichiara ai microfoni di Radio Oriente: “Sono contento di essere stato assolto, però dovevano essere assolti tutti i dirigenti che hanno lottato per la stessa causa. La mia gioia sarebbe stata molto più piena e profonda se al sentenza fosser stata assolutoria per tutti, perchè la cosa più importante è la causa per la quale si sta lottando. Il Pubblico Ministero ha fatto appello, ma si sapeva già che questo sarebbe avvenuto se la sentenza non fosse stata conforme alla sua volontà di condanna. Il fatto è che non c’è nessuna prova contro i dirigenti che sono stati condannati e quindi si capisce da qui che si cerca di colpire comunque chi porta avanti le lotte sociali”. Lucero Guillen, principale collaboratrice di Padre Mario e presidente della tavola di Coordinamento della Lotta contro la Povertà di Barranquita, ha dichiarato che questa sentenza, anche se ambigua, lascia sperare che si comincia a capire che la ragione sta dalla parte del popolo. La cosa triste invece è la sentenza di condanna per i cinque dirigenti indigeni: se essa è stata assolutoria per due di loro, avrebbe dovuto essere assolutoria per tutti. “Penso che il problema di fondo sia che tutta la popolazione dell’Amazzonia stia diventando capace di pensare, perchè queste persone che sono state assolte si sono assunte una responsanilità nel nome di tutta la popoloazione, nativa e non nativa, della foresta amazzonica e quindi la loro assoluzione significhi anche il riconoscimento di tutto questo processo popolare di coscientizzazione della popolazione amazzonica.”

Alain Salas Davila, uno dei responsanìbil della FREDESAA (l’organizzazioned elle comunità amazzoniche) ha affermato, suolla stessa lunghezza d’onda ma rifletendo sulle condanne dei cinque dirigenti, che il popolo, con questa sentenza di condanna per i dirigenti indigeni, deve prendere maggiore coscienza. Nella prossima assemblea della FREDESAA verrano definitie le azioni da prendere contro il potere giudiziario corrotto per il quale tutto si compra per denaro pefino la cosciensza dei giudici; ma già nei prossimi giorni verranno organizzate maniofestazioni di appoggio ai cinque dirigenti che ora verranno dichiarati ‘eroi del nostro popolo’.

L’avvocato difensore Constante Días Fernández, di fronte all’appello del Pubblico Ministero contro la sentenza favorevole a padre Mario Bartolini e a Geovanni Acate ha affermato che esso è un fato dovuto, ma che comunqhe resteremo all’erta e questo ci servirà in ogni caso per continuare al difesa e per apportare maggiori prove alla difesa stessa. “L’ideale sarebbe stato che tutto il gruppo dei denunciati fossero stati assolti, purtrtoppo la senrtenza è stata questa e noi continueremo a lottare per una assoluzione piena per tutti”. Il Procuratore si è invece dichiarato insoddisfatto della sentenza assolutaoria per i due e troppo mite per gli altri cinque perchè convinto delle prove di accusa contro di loro. L’appello consentira di mostrare meglio queste prove di colepvolezza, ha affermato.

I cinque condannati, per ora saranno sottoposti a libertà condizionata: ogni mese dovranno presentarsi al potere giudiziario per dar ragione dei prorpi moviemnti, dopo il pagamento di un risarcimento civile di 10.000 soles (circa 3.000 €). Il Padre Mario Bartolini Palombi e Geovani Acate Coronel, sono stati assolti per non essere stati riscontrati elementi di prova contro di loro.

Mentre esprimiamo la nostra grande soddisfazione per la sentenza di assoluzione per padre Mario, una bellissima notizia che abbiamo atteso da sette mesi e che non potrà che esser di buon auspicio per queste nostre feste natalizie, esprimiamo la nostra perplessità davanti ad un sistema che sembra voler perseguire il classico ‘divide et impera’, privilegiando chi comunque ha qualcuno alle spalle e chi invece sembra non avere appoggi. Ma pur con questa amara riflessione, non possiamo che ringraziare tutte le persone e le istituzioni che in questi sette mesi si sono dato da fare per appoggiare la lotta di padre Mario Bartolini. Nei prossimi giorni, quando potremo avere in mano il testo della sentenza, potremo fare considerazioni più approfondite. Per ora non ci resta che felicitarsi con padre Mario e ringraziare tutto il movimento di appoggio a lui che è stato suscitato. Per ora si è trattato solo di una sentenza di primo grado. La nostra lotta deve continuare a fianco del missionario e del suo straordinario impegno a favore degli ultimi della terra, una lotta che la furbizia dei potenti, anche quando non può brutalmente imporre la propria volontà, vorrebbe comunque disinnescare. Ma siamo certo che come noi continueremo a stare a fianco di Padre Mario anche nelle prossime tappe giudiziarie, padre Mario continuerà a stare a fianco delle comunità indigene che questa sentenza ha comunque continuato a colpire.

 

Franco Pignotti

ALOE Onlus

www.aloemission.org

 

Fonte: Radio Oriente di Yurimaguas

http://www.roriente.org/

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