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Fare bene fa bene

Don Vinicio Albanesi600 studenti delle terze e quarte superiori scoprono il volontariato grazie ad un progetto di Caritas Fermana. Ce lo racconta Don Vinicio Albanesi

Fare bene fa bene: un progetto di scoperta del mondo del volontariatoGrande successo per il progetto FARE BENE FA BENE promosso dalla Caritas di Fermo ai giovani delle Scuole Superiori, unico nelle Marche: dal 2002 ad oggi 2500 ragazzi hanno prestato servizio per un mese in 80 strutture del territorio diocesano.

 

 “Fare volontariato è un’esperienza formativa,  fa bene a sé stessi oltre che agli altri. Ma il volontariato classico è fatto di persone anziane; le proposte per i giovani scarseggiano”.

Il direttore della Caritas Diocesana don Vinicio Albanesi spiega così l’idea alla base del progetto, unico nel suo genere nelle Marche, denominato “Fare bene fa bene”, rivolto agli studenti delle superiori di Fermo e Macerata.

Si tratta di un mese di volontariato da svolgersi in una delle 80 strutture delle due province, operanti nell’ambito sociale, dalle case di riposo per anziani ai centri per disabili, dalle ludoteche agli asili, dai centri ascolto agli oratori fino alle comunità per malati mentali.

Quest’anno hanno aderito all’iniziativa 600 giovani, per l’80% ragazze, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, ma dal 2002 ad oggi l’iniziativa ha coinvolto circa 2500 studenti.

“All’inizio siamo partiti con 140 ragazzi, ma il loro numero è cresciuto di anno in anno. Ciò testimonia l’impatto positivo dell’iniziativa - ha spiegato don Vinicio -: i ragazzi si lasciano trascinare dal gruppo, non solo nel male ma anche nel bene. Stupisce anche che molti di loro non provengono dalle parrocchie e non hanno punti di riferimento educativi importanti”.

 

“L’iniziativa, promossa dalla Caritas di Fermo in collaborazione con alcuni insegnanti di religione, viene proposta all’inizio di ogni anno scolastico agli studenti di terza e quarta superiore – spiega la coordinatrice del progetto Gabriella D’Agostino -: non c’è alcuna forzatura, i ragazzi possono scegliere di fare questa esperienza o meno, spesso sono piccoli gruppi di 2-3 amici che decidono di impegnarsi nella stessa struttura”. Poi, tra febbraio ed aprile, partono le attività che durano un mese, anche se alcuni giovani scelgono di prolungarle.

 

L’impegno, in media 2-4 ore la settimana, non è oneroso ma va rispettato: “In questo siamo molto seri – ha precisato don Vinicio -, esigiamo che i ragazzi si assumano le loro responsabilità. Tuttavia finora non abbiamo avuto grossi problemi. L’obiettivo – continua il direttore della Caritas – è renderli partecipi di un’esperienza di gratuità che possa essere utile a loro stessi prima che agli altri”.

 

Racconta Jessica, volontaria presso la casa di riposo Sassatelli di Fermo: “E’ stata un’esperienza coinvolgente ed istruttiva, che ha sfatato molti pregiudizi di noi giovani: gli anziani non sono persone decrepite, che attendono solo di morire, nei loro occhi vi è ancora tanta voglia di vivere. Se gli dedichi del tempo, loro sono capaci di darti tanto”.

 

Claudia ha fatto addirittura il bis: “Ho fatto volontariato presso la Comunità di Capodarco: il primo anno avevo qualche timore nel relazionarmi ai disabili, invece quest’anno è andata molto bene: “ ho capito che loro sono persone desiderose di normalità e di relazioni come tutti noi”.

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • Claudio

    23-04-2011 19:51 - #1
    FARE BENE FINO IN FONDO Siamo in piena emergenza educativa,e le categorie a rischio sono proprio le giovani generazioni. C'è un vuoto spaventoso ed i giovani sono coloro che ne hanno certamente meno colpa. C'è bisogno urgente di Caritas educativa. Ma l'educazione non è il galateo. L'educazione è formazione profonda della persona che si fonda sui valori veri,immutabili.Ci crediamo per comunicarli agli altri? Il nostro Arcivescovo negli Esercizi Spirituali in Cattedrale ha molto insistito (ancora una volta) sulla necessità di confrontarci con la Parola di Dio (quanti lo ascoltano?).Ed è questo un punto centrale del Concilio Vaticano II. I laici,giovani , meno giovani,abili e diversamente abili,insieme ai presbiteri di fronte ai passi del Vangelo. Si ascolta,si fà silenzio,si prega. Cosa quella Parola ci stà dicendo? La risonanza. Ecco l'educazione. Non moralismo, (le chiacchiere degli uomini) ma insegnare ai giovani a comunicare con Dio.Scusate se è poco. Stop alla parola degli uomini.Trovare nella Parola di Dio le risposte alle domende ai dubbi alle difficoltà. E poi sarà veramente un fare sempre meglio. Come educare senno? Capire prima di fare.Occorre fermarsi,rflettere, imparare a pregare.Cosaltro è l'educazione cristiana? Sviluppare una coscienza critica è necessario almeno quanto il fare. Quanti falsi maestri! Sai riconoscerli? Dio ci ha dato un'intelligenza perchè vuole che noi comprendiamo il significato delle cose. Per fare bene sino in fondo occorre prima imparare a distinguere ciò che è bene da ciò che non lo è.
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