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Notizie dalla Diocesi

Laicità ambigua nei testi scolastici nel fermano

mons. Duilio BonifaziL'intervento di mons. Duilio Bonifazi, direttore dell'Ufficio Diocesano Cultura, Università e Scuola

Come direttore dell’Ufficio Diocesano Cultura propongo una riflessione su un fatto che, secondo noi, è preoccupante anche dal punto di vista culturale, oltre che specificamente religioso. Nelle scuole, la legittima “laicità” degli insegnamenti scolastici delle varie discipline sta scivolando verso una “laicismo” insostenibile. Ora ci limitiamo a considerare ciò che avviene in alcuni testi scolastici attinenti varie discipline: letterarie, storiche, artistiche, filosofiche, scientifiche. In essi, l’esposizione dei vari temi trattati avviene ignorando ogni dimensione religiosa e cristiana, cioè ogni riferimento a Dio e a Gesù Cristo. Ciò si verifica anche quando l’argomento esposto, nella sua oggettività e storicità, contiene una intrinseca dimensione religiosa e cristiana, quindi un riferimento a Dio e a Gesù Cristo.

Esporlo prescindendo da questa riferimento, e ignorandolo, ha come risultato una esposizione che dà una informazione falsa o incompleta. Qui tutto viene esposto “come se Dio non ci fosse” (per ricordare un noto detto); che diventa, anche, “come se Gesù Cristo non ci sia stato”. La legittima laicità e autonomia della varie discipline scolastiche, così, diventa laicismo dal punto di vista religioso.

Prendiamo come esempio un testo scolastico per la quinta elementare, presente nelle scuole del fermano: “Castelli in aria. Lingua e linguaggi. 5”, di Puggioni-Branda-Binelli, dell’editore Giunti del borgo. Prendiamo l’argomento: “Ricorrenze. Arriva il Natale”. Pur essendo un testo scolastico attinente la disciplina dell’Italiano, ci saremmo aspettati qualche riferimento a Gesù Cristo, trattandosi di illustrare aspetti della Festa del Natale; invece il nome di Gesù Cristo non appare mai, e mai si dice che è la festa memoria della sua nascita. Il Natale è la festa di Babbo Natale e il giorno della pace, ma nemmeno si cita il messaggio evangelico:”Pace agli uomini”. Viene riportato l’affresco di Giotto riproducente la Natività di Gesù, ma nell’ampia, e bella, illustrazione che se ne dà, ogni riferimento a Gesù è taciuto, e si tende a presentare l’affresco come una celebrazione della Natività in generale. Passiamo poi all’argomento: “Ricorrenze. Arriva la Pasqua”. Anche qui ci saremmo aspettati qualche accenno a Gesù Cristo; ma neanche qui il suo nome appare in alcun modo. La festa della Pasqua è illustrata con riferimento alle uova di Pasqua.

E’ vero che nella scuola esiste anche una specifica disciplina che è l’Insegnamento della religione cattolica; ma è culturalmente scorretto demandare ad esso ogni riferimento alla dimensione religiosa e cristiana degli argomenti trattati, ignorandola completamente nella altre discipline scolastiche.

Crediamo opportuno che anche agli editori di testi simili, per tanti aspetti pregevoli, pervengano osservazioni analoghe a quelle da noi fatte.

Commenti dei lettori
13 commenti presenti
  • redazione

    22-09-2010 09:31 - #13
    Don Duilio ha risposto ai tanti commenti con un nuovo articolo
    Risposta
    Vi invitiamo a leggere ed inserire nuovi commenti su quell'articolo http://www.fermodiocesi.it/index.php?action=index&p=255&art=1047
  • Claudio

    20-09-2010 11:59 - #12
    Scrivere in maiuscolo equivale a gridare.Qk ci atteniamo alle regole della Natiquette. Dunque parlavamo di ambiguità del laicismo,ma di ambiguità non c'è nè forse anche nel proporre il cristianesimo stesso? In modo particolare vorrei porre l'attenzione sul rapporto con il Sacro.Il nostro modo di rapportarci con il sacro parla più delle parole dette e scritte. La Chiesa del Carmine a Fermo, ha diverse specificità una di questa è la sua "posizione strategica "nella città (posta sul Corso principale e prossima alla Piazza del Popolo). Perchè di queste caratteristiche ce se ne serve per farne una sala polivalente? (se non ci sono mostre in corso si celebra l'Eucarestia). Ma vi pare che quella Chiesa, che per le sue caratteristiche si trova di fatto ha rappresentare -per chi viene da fuori- la fede della città e la stessa Curia,( che stà a due passi) possa essere trattata in quel modo? E sopratutto l'Eucarestia, ridotta a stare in una chiesetta che pur avendo una facciatina di tutto rispetto all'interno è del tutto angusta,(un cartello indica le confessioni in sacrestia per raggiungere la quale bisogna attraversare il presbiterio). Non c'è spazio per un confessionale come si deve, i posti a sedere sono limitatissimi. ( come dire adorare l'Eucarestia non serve ) Ma vi pare che questo è il modo di presentare una Diocesi Metropolitana? Scusate tanto ma il posto del SS.mo è nella Chiesa grande del Carmine al centro del presbiterio.E' o non è LUI il capo? Tutti i problrmi di ordine tecnico e pratico sono facilmente risolvibili per fare di quella Chiesa gradualmente un luogo di adorazione permanente per la città ed esempio per tutta la diocesi.( non si deve dimenticare che tutta la diocesi guarda l'esempio della " parrocchia del Vescovo"). Vi è l'esigenza di uno spazio per le esposizioni ? bene, si scelga una chiesa (io propongo la Chiesa-capolavoro del Carducci a pianta centrale attualmente adibita ad incontri di danza o simili) e basta .Non si devono usare tutte le chiese per fare di tutto.Ieri sono stato alla giornata di preghiera della Divina Misericordia al Palasavelli.Un gran bel segno! Propongo di fare del Carmine un luogo di preghiera ed adorazione permanente dove come prima intenzione si preghi per i Sacerdoti e le Vocazioni.Un dono da fare al nostro Vescovo dopo che ha scritto ben due note pastorali sull'Eucarestia ed un frutto permanente dell'Anno Sacerdotale indetto da Benedetto XV° da poco concluso.
  • Prayer for peace

    13-09-2010 14:35 - #11
    Fuori la politica dalla nostra religione. Fuori le associazioni "volontarie" che invece stipendiano molti raccomandati. Fuori gli interessi e soprattutto gli interessati. Solo così possiamo sperare nella rinascita di una chiesa libera e giusta. Una preghiera invece per tutti gli agnostici ed i falsi profeti che cercano di distruggerci. Ce la faremo vedrete, ce la faremo.
    Risposta
    Vi preghiamo di rispettare le regole della Netiquette dove scrivere TUTTO MAIUSCOLO = gridare. E non siamo qui per gridare ma per dialogare. Grazie. La redazione
  • Claudio

    13-09-2010 11:09 - #10
    Torniamo nello specifico del merito della riflessione proposta dall'autore dell'articolo.Resoci conto di cosa succede negli ambiti formativi al dì fuori della Chiesa è necessario a questo punto aprire il discorso anche a ciò che riguarda più specificatamente l'interno della Chiesa ed in modo particolare mi riferisco alla Scuola di Teologia di Fermo.Quì molto probabilmente non avremo a che fare con il "laicismo" denunciato dall'autore perchè abbiamo a che fare con teologi che per definizione non possono essere atei (almeno si spera). Ma quale è il loro pensiero rispetto alle attuali sfide della Chiesa. Sono uniti al Santo padre? Su quali testi vengono formati i nostri seminaristi? Quali soni i testi "consigliati" e gli autori? La cosa non è di poco conto per le ragioni che scrivevo nel precedente intervento.Se fuori dalla Chiesa le cose stanno nel modo che abbiamo denunciato ancor più è necessaria una formazione profondamente Cattolica dei giovani sacerdoti per poter affrontare le sfide che sono davanti.La formazione impartita negli anni 60 e 70 nella Scuola di Teologia di Fermo alla generazione dei sacerdoti oggi cinquantenni ha insegnato qualcosa? Nel mio girare le Diocesi delle Marche ,noto, proprio a Fermo uno spirito di superbia e autosufficenza che non riscontro almeno negli stessi livelli altrove.Se avere una scuola di Teologia ed essere la Diocesi Metropolitana produce questi frutti si salvi chi può.
  • Nicolas

    09-09-2010 18:16 - #9
    Caro Claudio, é il PAPA (solo LUI) che decide...non i vescovi! Con questo chiudo. Non voglio essere ripetitivo. P.S. Mi piacerebbe sentire anche il parere dell'autore dell'articolo...
  • Claudio

    08-09-2010 15:03 - #8
    Il mio incontro con il Signore ha avuto proprio nei movimenti post-conciliari (Comunità Maria di Roma del Rinnovamento Carismetico Cattolico) l'imput decisivo. Giovanni Paolo II è stato il papa che ha attuato il Concilio, ci ha insegnato a vivere lo spirito del Concilio (scarpe da ginnastica e amore alla tradizione). L'attuale pontefice ha esplicitato chiaramente dove si annida la mala pianta.Questa si annida nell'INTERPRETAZIONE ERRATA DEL CONCILIO.La chiave per interpretare il concilio (ermeneutica ) è la CONTINUITA'. Se accettiamo autenticamente questa chiave comprendiamo il Concilio,se invece si interpreta il Concilio in maniera sbagliata come "nuovo inizio" allora si aprono le porte a tutti gli abusi di cui purtroppo facciamo non di rado esperienza ( i cattivi frutti). La interpretazione errata del concilio porta completamente fuori strada con gravissime conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.C'è il dovere di obbedire innanzitutto.La Chiesa non è il Parlamento della Repubblica dove si va avanti a maggioranza.Collegialità sì nel senso di ascoltare,poi decide il Papa e il Vescovo e si OBBEDISCE con gratitudine.
  • Nicolas

    07-09-2010 18:33 - #7
    Cara Luana, bisognerebbe argomentare il perché di questo beneficio apportato dal Vaticano II... Io le consiglio ancora la lettura dell'enciclica QUAS PRIMAS...ne vale davvero la pena, mi dia ascolto! Le farà capire molte cose... Dice Pio XI: «Allontanato, infatti Gesù Cristo dalle leggi e dalla società, l'autorità appare senz'altro come derivata non da Dio ma dagli uomini, in maniera che anche il fondamento della medesima vacilla: tolta la causa prima, non v'è ragione per cui uno debba comandare e l'altro obbedire. Dal che è derivato un generale turbamento della società, la quale non poggia più sui suoi cardini naturali». Quando l'avrà letta ne riparleremo...
  • Luana

    07-09-2010 11:53 - #6
    Condivido le critiche che hai rivolto contro la laicità ambigua presente in tanta cultura conemporanea.Non condivido le idee sulla laicità e sul Vaticano II espresse da Nicolas: ritengo il Concilio un provvidenziale rinnovamento della Chiesa.
  • Nicolas

    07-09-2010 09:40 - #5
    Mi dispiace contraddirla caro Gabriele ma il Vaticano II non ha detto affatto bene sulla laicità... Uno stato, per principio, non deve essere laico.... Le consiglio la lettura dell'enciclica "Quas primas" di Papa Pio XI, di v.m., sulla Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.
  • gabriele

    06-09-2010 22:19 - #4
    Va benisiimo quello che hai scritto sulla laicità ambigua,lo condivido pienamente: Il Vaticano II ha detto molto bene sulla vera laicità
  • Claudio

    06-09-2010 18:50 - #3
    Di questa ambiguità è pieno non solo il mondo della scuola ma la cultura e la società tutta e spesso viene propinata proprio da chi dovrebbe proporre chiarezza.Perche? Dove si vuole arrivare? La situazione è chiara a tutti i Veri Cristiani perchè assistiti dalla Grazia Santificante.C'è ribellione e disobbedienza. Sosteniamo ed obbediamo senza infingimenti al Dolce Cristo in terra il Santo Padre Benedetto XVI°:
  • jacu

    04-09-2010 09:32 - #2
    Beh, è quello che avete perseguito e ora ne raccogliete i frutti! Complimenti!
  • Nicolas

    03-09-2010 11:30 - #1
    E' inutile lamentarsi di una cosa che si é voluta... Con il Vaticano II si é imposta la laicità dello Stato, si é voluto rinunciare alla possibilità di uno stato cattolico che diffondesse e proteggesse la Verità e proibisse l'errore. Asseriva il Venerabile Pio XII che dalla forma data alla società può dipendere la salvezza delle anime. Aveva visto lungo sugli imminenti pericoli! Con '"Dignitatis Humanae" si é voluto concedere un diritto positivo all'errore quando invece può essere unicamente, in certi casi, tollerato....i risultati li vediamo oggi ed é inutile piangervi sopra!
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