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Notizie dalla Diocesi

L'Arcivescovo ha incontrato i membri dei Consigli pastorali e per gli affari economici

S.E. Mons. Luigi ContiSul tema "La trasmissione della Fede in una relazione educativa". Il video dell'intervento di Mons. Conti sarà pubblicato tra qualche giorno su questo sito.

Domenica 3 Ottobre, presso l’auditorio Franceschetti del seminario arcivescovile a Fermo, si è svolto l’incontro annuale fra S.E. Mons. Luigi Conti e i membri dei Consigli Parrocchiali e per gli affari economici. Quest’anno il tema è stato: “La trasmissione della fede in un’esperienza educativa”. L’incontro è iniziato con i vespri della domenica la cui lettura breve è stata modificata in Gv 1.35-51, la chiamata dei primi discepoli. Mons. Conti si è soffermato soprattutto su quel “venite e vedrete” e quel “vieni e vedi” per ribadire l’importanza, nella catechesi, del fare “esperienza” di fede; per indicare come si può innovare ciò che già stiamo facendo nelle nostre parrocchie. Particolare accento, andrebbe messo, nella relazione interpersonale fra catechista e catechizzato; nella relazione educativa. In passato i sacramenti hanno fagocitato l’evangelizzazione e questa è stata portata avanti dai movimenti; oggi ci troviamo, però, nella necessità ripensare alla iniziazione cristiana.

Poiché oggi ci sono molte proposte per rinnovare l’iniziazione cristiana di chi non ha ricevuto i sacramenti e di chi, pur avendoli ricevuti, necessita di una riscoperta degli stessi, S.E. ha spiegato l’importanza di ripartire dal Documento di base (DB) “Il rinnovamento della catechesi”. Questo documento, pubblicato il due febbraio del 1970 e riconsegnato ai catechisti nel 1988, è frutto diretto del Concilio ed esprime l’intento dei vescovi italiani di far sì che la catechesi sia un dialogo pedagogico ispirato alla carità/amore. A questo proposito Mons. Conti ha esortato tutti i membri dei consigli parrocchiali a recepire la lettera “Annuncio e catechesi per la vita cristiana” della CEI – consegnata a tutti i partecipanti all’incontro- e soprattutto il Documento di Base. Il magistero della Chiesa- di cui il DB fa parte- ha la funzione di aiutarci e indirizzarci in maniera univoca nelle tematiche di fede poiché compito della Chiesa è, appunto, generare la fede (non dare i sacramenti).

L’iniziazione cristiana, ha spiegato S.E., ha due dimensioni, una sacramentale (attraverso battesimo, cresima e comunione) e l’altra catecumenale (attraverso una graduale educazione alla fede cristiana: compresa, pregata, vissuta). Ciò che collega queste due dimensioni è la chiamata a vivere questi sacramenti nelle scelte quotidiane, nel rispetto delle tappe di maturazione di ciascuno, in una prospettiva mistagogica. La Parrocchia è la casa capace di accogliere tutti, c’è posto per tutti, anzi è necessario un pluralismo di presenze per una pastorale integrata e intergenerazionale.

Per l’iniziazione Cristiana dei ragazzi sono necessari: famiglia e rievangelizzazione degli adulti, socializzazione cristiana dei ragazzi (scuola, ACR, Agesci, oratorio etc.), accompagnamento nella preadolescenza (in un contesto dinamico e non di mera catechesi), proposta per un cristianesimo adulto (dopo la Cresima). Senza un serio coinvolgimento degli adulti però, ha puntualizzato Mons. Conti, non faremo nulla, perciò è di fondamentale importanza offrire un itinerario di tipo catecumenale alle famiglie.

Riguardo a noi che proponiamo la catechesi, fondamentale non è tanto il catechismo ma il nostro rapporto con Gesù e la sua Verità. Occorre, secondo il Vescovo, comprendere quanto noi siamo capaci di accettare l’amore di Gesù che si esprime nella tenerezza della schiavitù -di cui la lavanda dei piedi è luminoso esempio-. Per amare occorre l’umiltà di lasciarci amare, di uscire dalla certezza orgogliosa della nostra autosufficienza.

Mons. Conti ha poi evidenziato le agenzie educative che maggiormente si occupano dell’iniziazione cristiana dei ragazzi nella diocesi e in molte nostre parrocchie: l’ACR, l’Agesci, gli oratori e ha nominato anche il CSI.

A questo proposito ha poi preso la parola il Sig. Fulvio di Cicco del gruppo Scout di Fermo spiegando la proposta educativa dell’Agesci. Essa si basa sulla conoscenza fra ragazzi e adulti, sulla proposta di fede e la testimonianza da parte dell’adulto che condivide la vita associativa coi ragazzi, sulla formazione alla consapevolezza della scelta perché essa sia una scelta veramente libera, sul profondo rispetto del ragazzo e delle sue scelte. Il tutto in un percorso che va dall’infanzia all’età adulta.

Don Sebastiano Serafini ha illustrato, poi, come negli ultimi cinque anni siano nati ben tredici oratori in diocesi e quanta voglia e necessità di oratori sentano sia le famiglie che i giovani. L’oratorio è un luogo di incontro perché lì ci si vuole incontrare per stare insieme; fondamentale è la centralità del gruppo, l’attenzione alle famiglie e la possibilità di giocare senza agonismi esasperati.

Anche l’Azione Cattolica ha presentato la sua proposta educativa per bocca di Anna Rossi. E’ un’associazione che ha avuto mandato dalla Chiesa ed ogni sua azione è evangelizzatrice. Tutto il cammino dell’ACR si occupa di iniziazione cristiana, accompagna le persone nel rispetto delle loro situazioni di vita, con gradualità, attenzione all’individuo, rendendo i ragazzi, accompagnati dagli educatori, protagonisti (nello stile dei discepoli di Emmaus). Non è solo l’educatore che accompagna i ragazzi ma tutta la comunità, poiché l’Azione Cattolica va dall’infanzia alla vecchiaia in un cammino di catechesi permanente. Il ragazzo ha così anche una prospettiva di fede adulta a cui riferirsi. In tutti i percorsi educativi, di tutte le fasce di età riprendiamo i catechismi della CEI.

A questo punto dell’incontro ci sono stati liberi interventi di approfondimento.

Don Enzo (parroco di Sant’Elpidio a Mare) ha spiegato come in parrocchia egli cerchi di dare spazio a tutti questi percorsi educativi e ai laici, facendo notare inoltre che grandi frutti vengono anche dal cammino neocatecumenale (sacerdoti, famiglie) che si occupa di fare un cammino per i lontani.

Mons. Conti ha sottolineato come il cammino neocatecumenale porti buoni frutti, così come buoni frutti portano i Cursillos, che da Fermo sono stati diffusi in tutta Italia.

Don Gianni (parroco di Montappone e Massa Fermana) ha voluto sottolineare come le giovani generazioni abbiano bisogno di modelli di santità e che li accolgono ben volentieri ; non bisogna perciò aver paura di proporre figure di santi giovani come Chiara Luce Badano, la cui beatificazione è stata celebrata sabato 25 settembre al santuario del Divino Amore (Roma).

Lorenzo (diacono di Corridonia) ha invece voluto puntualizzare come noi cristiani abbiamo la responsabilità di portare la speranza nel mondo con determinazione e coraggio, per farlo occorre non trascurare la formazione personale e permanente.

Vincenzo (di Porto Sant’Elpidio), avendo studiato teologia dopo il Concilio, ha conosciuto il Documento di Base e ne è stato entusiasta per le prospettive che sembrava aprire ma è subentrata una certa delusione quando si è reso conto che il DB è stato utilizzato per rinnovare i catechismi ma non la catechesi, rimasta catechesi per i sacramenti. A suo avviso, si sarebbe dovuta, e si dovrebbe rinnovare la pastorale dell’iniziazione cristiana a partire dalla cresima, celebrata quanto prima. In questa prospettiva si potrebbe impostare una vera catechesi permanente, per la vita, di tipo mistagogico. Conseguentemente non servirebbe ricorrere a un neocatecumenato (o catecumenato post battesimale), che   genera confusione, almeno nei termini, e che sembra riproporre una catechesi in vista di un sacramento.

Maria Benedetta (San Domenico, Fermo) ha esortato i presenti ad avere il coraggio di proporre, con sensibilità e intelligenza una scelta significativa per i giovani.

Don Paolo (Parrocchia Maria Addolorata Corva PSE) è nel movimento dei focolari, ha ricordato come in passato ci fossero divisioni fra chi seguiva i catechismi Cei e i movimenti, oggi, finalmente, si parla di un superamento di ciò nell’accoglienza a tutti. Certamente, ha spiegato, è più importante accompagnare bene i ragazzi che non fare tutto il catechismo e si è trovato d’accordo nello sviluppare una catechesi integrale e non finalizzata ai sacramenti. Ha esortato il Vescovo a richiamare gli stessi sacerdoti ad una unità diocesana, anche dei movimenti.

Il signor Giancarlo Cicalini (SS.Annunziata) del Cammino Neocatecumenale, ha raccontato una sua esperienza di fede .

Sua Eccellenza Mons. Conti ha concluso affermando l’importanza dei media e del loro utilizzo, di come occorra una produzione positiva accanto al profluvio di produzioni deformanti, Ha esortato tutti a porre molta attenzione a questi mezzi e ad utilizzarli per il bene, anche questi sono mezzi di catechesi.

Il Vescovo ha quindi congedato tutti i presenti impartendo la benedizione.

 

 

Manuela Marini

Commenti dei lettori
8 commenti presenti
  • Vincenzo Turtù

    14-10-2010 18:59 - #8
    … scusa Pietro, pensi che non l'abbia fatto?? Ma è ormai chiaro che non dipende solo e soprattutto dai parroci!! Quali sono queste "molte parrocchie" (della nostra Diocesi, naturalmente) nelle quali c'era una situazione simile e si sarebbe risolto come dici tu? A me non risulta, ma potrei essere non informato a sufficienza ... Grazie
  • Pietro

    14-10-2010 15:37 - #7
    Ma perchè non chiedi al tuo parroco di celebrare unicamente quella di mezzanotte? Parla con lui e vedrai che le cose si risolveranno, come si sono risolte in molte altre parrocchie.
  • Vincenzo Turtù

    13-10-2010 22:50 - #6
    E’ vero, caro Pietro (?), torno sempre sulla solita storia della Veglia Pasquale!!!! Pensi che sia così grave che consideri tanto importante che la mia comunità parrocchiale possa vivere in modo unitario la Celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico, la Celebrazione dell’avvenimento fondante il mio essere cristiano, senza il quale sarebbe “vana la mia fede” e, di conseguenza, sarebbe vana ogni azione liturgica e pastorale, evangelizzazione e catechesi compresa???? Secondo te dovrei rassegnarmi al fatto che per celebrare la Veglia Pasquale nella mia parrocchia (come non voglio mancare di fare) debba ritrovarmi ad una Celebrazione che deve finire intorno a mezzanotte per far spazio alla Veglia di un gruppo particolare della stessa mia parrocchia????
  • Pietro

    13-10-2010 16:15 - #5
    Caro Vincenzo, ma ancora siamo alle solite storie della Veglia Pasquale?
  • Vincenzo Turtù

    13-10-2010 10:16 - #4
    … quando nel 1983, dopo 16 anni vissuti in giro per l’Italia in diverse comunità di formazione della “Congregazione dei Sacerdoti del S.Cuore (più conosciuti come “Dehoniani”), sono rientrato nella mia famiglia e comunità di origine, a Casette D’Ete, ho trovato una Diocesi tutt’altro che “ferma”. Il DB non l’ho conosciuto solo durante gli studi di teologia … Nella “tre giorni di pastorale” del settembre 1985, intitolata “Il cammino della Chiesa fermana a venti anni dal Vaticano II”, ad es., ho potuto partecipare ad un “gruppo di studio” su “L’immagine della nostra Chiesa: dal D B ai nuovi catechismi: il rinnovamento della catechesi” !!! Dal 4 al 26 maggio dello stesso anno si tenne un “Congresso Eucaristico Diocesano”, in cui ,tra l’altro, si ci fu la partecipazione di mons. Luigi Di Liegro compianto presidente della Caritas di Roma e di fratel Carlo Carretto (sic!) … Ritrovatomi a fare catechesi e ad animare un gruppo giovanile parrocchiale, ho potuto far riferimento ad un “Centro di pastorale Giovanile” attivo e partecipato che, sotto la guida di don Checco ha anche organizzato, tra l’altro, dei corsi di studio del Catechismo degli Adulti,“La verità vi farà liberi” e del Catechismo dei giovani/2 “Venite e vedrete”… Ho anche avuto la possibilità, nei primi anni ’90, di frequentare un intraprendente “Centro missionario” che oltre a mantenere i contatti con i missionari e i volontari internazionali della nostra Diocesi, tentava in tutti i modi di contribuire alla presa di coscienza ormai in atto nella Chiesa, che anche qui siamo in terra di missione… Con il “Sinodo Diocesano del 1995, sembrava fossero stati superati diversi conflitti allora in atto (come quelli citati da don Paolo Canale, tra cosidetti “movimentisti” e “parrocchialisti”…). Ma, constatando, tra l’altro, che alcune proposizione fondamentali del Sinodo,volte a risolvere alcuni di questi conflitti sono non solo disattese, ma del tutte ignorate… ( come la 158 che dice espressamente “… si faccia in modo che nella Chiesa parrocchiale si celebri una sola Veglia Pasquale), viene da pensare che l’attuale stagnazione derivi anche da speranze disattese e da scelte volte ad appaltare la pastorale a Movimenti e Cammini che oltretutto, anche per la loro origine non italiana, non fanno alcun minimo riferimento al DB e ai nuovi Catechismi da esso scaturiti… Grazie.
  • Vincenzo Turtù

    10-10-2010 19:20 - #3
    … nel mio intervento (Vincenzo di Porto S:Elpidio) dicevo che, anche per rendere possibile una catechesi mistagogica, permanente, per la vita e non finalizzata ai sacramenti (da celebrare o da riscoprire!!), la Cresima (sacramento di “iniziazione” e non di “maturità” cristiana) andrebbe celebrata “quanto prima”, insieme alla prima Comunione. A questo proposito allego un breve articolo di giornale in cui si parla proprio di:- “CRESIMA E COMUNIONE INSIEME ALLA FINE DELLE ELEMENTARI” (Repubblica — 09 settembre 2010 pagina 4 sezione: MILANO) “IL battesimo è il dono più grande» scrive Tettamanzi nelle linee guida che preti e parroci dovranno seguire nell' azione pastorale di quest' anno. Per questo l' arcivescovo propone un itinerario complessivo di insegnamento della religione cattolica per accompagnare i bambini e i ragazzi dal Battesimo fino alla Comunione e alla Cresima, sacramenti che dovranno essere impartiti assieme alla fine delle elementari. Un programma che dovrà coinvolgere tutta la famiglia, perché ci sia piena consapevolezza di questi momenti di passaggio cruciali nel percorso cattolico. Si tratta della estensione a tutta la Diocesi di una sperimentazione avviata negli ultimi tre anni da 169 parrocchie coinvolgendo 1300 tra preti catechisti e operatori pastorali e circa 10mila ragazzi. Già 1470 di loro hanno ricevuto insieme i due sacramenti che introducono alla vita adulta” … mi sembra che ci sia bisogno anche di cambiamenti coraggiosi di questo tipo, per evitare che la nostra Diocesi di Fermo rimanga “ferma”, come ha simpaticamente detto il nostro Arcivescovo, in un passaggio del suo discorso!!! Grazie.
  • Angelo

    08-10-2010 14:15 - #2
    Gli incontri con il nostro Vescovo sono sempre edificanti, tutti dovremmo fare l'impossibile per poter essere presenti. Sono occassioni uniche per la Chiesa fermana che ha bisogno di ritrovarsi unita e concorde con gli insegnamenti del suo Pastore.
  • Pietro

    08-10-2010 11:51 - #1
    Incontro è stato veramente interessante, ma mi semnbra che rispetto all'anno scorso ci sia stata una diminuizione delle presenze - sopratutto da parte dei preti. Speriamo che in futuro vada meglio.
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