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Sospesa la sentenza contro padre Mario Bartolini

Padre Mario BartoliniLe ultime novità su una vicenda che seguiamo ininterrottamente da oltre sei mesi

La lettura della sentenza del processo intentato contro il sacerdote Mario Bartolini e altri capi indigeni implicati negli scioperi amazzonici del giugno 2009 che rimasero pacifici a Barranquita anche per l’azione pacificatrice di mediazione effettuata dal missionario, ma che culminarono nella violenza a Bagua a causa dell’atteggiamento provocatorio delle forze militari, - sentenza prevista per il 26 ottobre con convocazione ufficiale degli imputati al Tribunale di Yurimaguas - è stata sospesa per la proclamazione a livello nazionale di uno sciopero dei lavoratori del Potere Giudiziario. Il gruppo degli imputati, fra cui padre Bartolini e il giornalista della TV diocesana Geovanni Acate, accompagnati dal loro avvocato  Costante Diaz, si è recato all’ora stabilità, come da convocazione ufficiale, in Tribunale, ma sono stati informati che, a causa dello sciopero del personale, la lettura della sentenza era stata rimandata ad altra data che verrà tempestivamente fatta conoscere. Non si hanno notizie su quando verrà pronunciata definitivamente la sentenza.

Lucero Guillen – la ‘pasionaria’ di Barranquita responsabile del Tavolo di Concertazione per la Lotta contro la povertà di Barranquita – afferma che in Perù “si registrano dichiarazioni importanti che mettono in discussione la possibile sentenza per il reato di ribellione, e che comunque ritengono non esistere argomenti validi per spiegare come mai si dovrebbe punire per questo il padre Mario”. Si resta pertanto in attesa della prossima data di convocazione.

Nel frattempo si moltiplicano le prese di posizione in favore del missionario e del gruppo di leader indigeni. In Perù circola ormai da diversi giorni una “Carta de Solidaridad con el padre Mario Bartolini” con un appello che sta raccogliendo migliaia di firme e l’appoggio di importanti istituzioni, enti e associazione peruviane. In questi giorni è in atto una imponente manifestazione di migliaia di persone, appoggiata da 59 comunità indigene e 52 consigli di quartiere, che mantengono bloccato il transito sul fiume Marañón tra Yurimaguas e Iquitos (capitale della regione di Loreto) per protestare contro i gravi problemi di contaminazione causati dalla impresa petrolifera argentina Pluspetrol provocati dalla fuoriuscita nel fiume di una ingente quantità di barili di petrolio. Il giorno della prevista sentenza per padre Bartolini e il gruppo di leader indigeni, le popolazioni dell’Alto Amazonas e del Datem del Marañón hanno marciato su Yurimaguas fino alla sede del Tribunale per una manifestazione pacifica di protesta contro il processo intentato al gruppo degli imputati. Fra le realtà peruviane più apertamente impegnate a difesa del missionario troviamo l’AIDESEP (Asociacion Interetnica de Desarrollo de la Selva Peruana), la più grande organizzazione delle popolazioni indigene del Perù. Si è pubblicamente espressa con un documento di completo appoggio al missionario la CNDDHH (Coordinadora Nacional de Derechos Humanos) che richiede la completa assoluzione per padre Mario Bartolini in quanto “non si può castigare o espellere qualcuno che, in rappresentanza della Chiesa, emette una dichiarazione come parte del suo lavoro pastorale in difesa dell’ambiente e dei diritti delle popolazioni indigene e bisognose dell’Amazzonia”.

Anche in Italia la nostra campagna di solidarietà con padre Bartolini, cominciata alla fine di aprile e continuata senza soluzione di continuità sino ad oggi attraverso il gruppo di sostegno su Facebook Sosteniamo padre Mario Bartolini, e i continui aggiornamenti sul nostro sito www.aloemission.org, ma senza riuscire a sfondare veramente a livello nazionale sembra aver finalmente imboccato una fase nuova soprattutto dopo la pubblica dichiarazione di appoggio del superiore generale della congregazione dei Padri Passionisti, l’ordine religioso a cui padre Bartolini appartiene, che tre giorni prima della prevista sentenza ha pubblicato una lettera aperta di completo sostegno indirizzata al missionario e firmata da tutti i superiori regionali a livello mondiale. A partire da quel momento (il 23 di ottobre) si stanno sono moltiplicando le prese di posizioni ufficiali anche all’interno della chiesa. Il quotidiano Avvenire ha dedicato a padre Mario Bartolini, il 28 di ottobre, un intero paginone, mentre la rivista missionaria del PIME, Mondo e Missione, già da mesi interessata alla vicenda sulla sua pagina web, pubblica in questo mese di Novembre un lungo reportage sul Perù in gran parte dedicato al missionario Bartolini. La stessa MISNA già da tempo attenta a questa vicenda, sta moltiplicando in questi giorni i suoi articoli su di essa. L’emittente cattolica TV2000 ha dedicato un lungo servizio alla vicenda, terminando con un appello a scrivere sul nostro gruppo Facebook di sostegno a padre Mario Bartolini e a firmare la petizione sul nostro sito www.aloemission.org. Continua invece l’assordante silenzio da parte dei grandi giornali nazionali, nonostante siano stati sempre informati tramite i nostri aggiornamenti sulla vicenda. Come sempre questi sembrano molto più attenti ai fatti criminosi di casa nostra che alle grandi questioni ideali. Solo la stampa regionale continua ad essere sensibile alla vicenda del missionario ed in particolare il TG Regionale che ha mandato in onda due servizi tra la sera del 26 ottobre e il pomeriggio del giorno successivo. Ringraziamo l’Ufficio Comunicazione della diocesi di Fermo per la costante attenzione ai nostri aggiornamenti sia sul sito web che sul settimanale la Voce delle Marche.

È invece con grande soddisfazione che leggiamo di un intervento di alto livello internazionale: l’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani, un programma comune della FIDH (Federazione Internazionale per i Diritti Umani) e l’OMCT (Organizzazione Mondiale Contro la Tortura), avendo ricevuto la segnalazione di questo caso di persecuzione giudiziaria nei confronti di padre Mario Bartolini da parte dell’Associazione Pro Diritti Umani (APRODEH), ha lanciato a partire dal 25 di ottobre un appello urgente ripreso dal sito Protectionline, e incita a scrivere direttamente alle autorità peruviane – di cui si offrono tutti i recapiti – per sollecitarle a:

1.       Prendere immediatamente misure adeguate a garantire la sicurezza e l’integrità fisica e psicologica del sr. Mario Bartolini Palombi e di tutti i difensori peruviani;

2.       Mettere fine ad ogni tipo di persecuzione – inclusa la persecuzione giudiziaria – contro il signor Mario Bartolini così come contro tutti i difensori dei diritti umani in Perù

3.       Garantire l’attuazione delle disposizione della Dichiarazione sui Difensori dei Diritti Umani, adottata dall’Assemblea generale delle nazioni Unite il 9 dicembre 1998, in particolare:

·         Articolo 1. Tutti hanno il diritto, individualmente ed in associazione con altri, di promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale ed internazionale

·         Articolo 6 (b). Tutti hanno il diritto, individualmente ed in associazione, come previsto negli strumenti internazionali sui diritti umani ed in altri strumenti applicabili, di pubblicare liberamente, comunicare o distribuire ad altri opinioni, informazioni e conoscenze su tutti i diritti umani e le libertà fondamentali;

·         Articolo 6 (c). Tutti hanno il diritto, individualmente ed in associazione di studiare, discutere, formare ed esprimere opinioni sull’osservanza, sia nella legge che nella pratica, di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali e, attraverso questi ed altri mezzi appropriati, di attirare la pubblica attenzione su questa materia.

·        Articolo 12.2. Lo Stato deve prendere tutte le misure necessarie per assicurare la protezione, da parte delle autorità competenti, di chiunque, individualmente ed in associazione con altri, contro violenze, minacce, ritorsioni, discriminazione vessatorie di fatto o di diritto, pressioni o altre azioni arbitrarie conseguenti al legittimo esercizio dei diritti di cui alla presente Dichiarazione”.

e della risoluzione sui Difensori dei Diritti Umani nelle Americhe [AG/RES. 1671 (XXIX-O/99)], adottata dall’Organizzazione degli Stati Americani il 7 giugno del 1999;

4.       In generale, garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in tutto il paese, in conformità con gli strumenti internazionali sui diritti umani ratificati dal Perù.

Come associazione che ha lanciato già all’inizio di maggio una campagna per invitare persone a rivolgersi direttamente al Ministero degli Esteri  e poi allargandola in queste ultime settimane ad un messaggio da mandare oltre che al Ministero degli esteri Italiano anche alle Ambasciate del Perù in Italia e dell’Italia in Perù, cogliamo davvero volentieri l’occasione per raccogliere e fare nostro questo appello dell’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani.

Sul nostro sito ben presto tutte le informazioni per questa nuova azione di supporto al missionario italiano padre Mario Bartolini, al giornalista peruviano Geovanni Acate e agli altri leader delle comunità indigene coinvolti in questa vicenda.

Franco Pignotti
presidente ALOE Onlus
www.aloemission.org

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